28.2.07

Ancora Psycho?

Psycho è uno dei film più celebri della storia del cinema, a cui hanno fatto seguito 3 sequel e innumerevoli citazioni. Adesso si starebbe preparando un nuovo lavoro ispirato al capolavoro di Alfred Hitchcock ma stavolta non si tratterà di un film su Norman Bates bensì di una pellicola che narrerà proprio la lavorazione del film. Nei panni di Alfred Hitchcock dovrebbe esserci Anthony Hopkins; la fresca vincitrice dell'Oscar Helen Mirren è candidata al ruolo di Alma Revile, moglie e collaboratrice del regista.

27.2.07

Miss Presidente e il ritorno di The Departed

Potrebbe essere Meryl Streep il prossimo presidente della giuria al Festival del Cinema di Venezia. Marco Muller, durante un'intervista radiofonica, ha detto: "Conosco Meryl da tempo e mi ha chiesto spesso di ritornare a Venezia. La trovo un'attrice strepitosa, che potrebbe essere un presidente giusto per la giuria di Venezia."

Passando ad altro, la Medusa, distributrice italiana del 4 volte premio Oscar The Departed, proprio in merito al successo ottenuto con le statuette più importanti di Hollywood, ha deciso di far ritornare nelle sale il film di Martin Scorsese.

26.2.07

L'impero di David Lynch

Il portale Megaron.org mi ha chiesto una breve analisi su INLAND EMPIRE. Io, lusingato, ho scritto un pezzo dove ho ripreso ed approfondito alcuni concetti già espressi su questo blog. L'articolo è stato pubblicato stamattina e lo potete leggere e commentare qui. Io ringrazio Roberto Pirruccio per questa bella chance che mi ha concesso, sperando che la collaborazione possa proseguire.

E finalmente Martin!

Ci speravo con tutto il cuore! E la cosa più sorprendente è stata il doppio premio: perchè se Martin Scorsese avesse vinto solo l'Oscar alla regia, il premio avrebbe puzzato di consolazione e invece il riconoscimento di miglior film a The Departed (più altri due Oscar, montaggio e sceneggiatura non originale) fa quadrare il cerchio. Di certo, Martin Scorsese se lo meritava ed è stato piuttosto emozionante il momento della premiazione, poichè a consegnarglielo c'erano Spielberg, Francis Ford Coppola e George Lucas, gli amici e colleghi di una vita. Per il resto, la serata scorre tranquilla e sul fronte attori non riserva sorprese: Forest Whitaker miglior attore (L'ultimo re di Scozia), Helen Mirren miglior attrice (The Queen), Jennifer Hudson miglior attrice non protagonista (Dreamgirls), Alan Arkin miglior attore non protagonista (Little Miss Sunshine). La più cocente delusione tocca a Babel che si porta casa un semplice Oscar per la miglior colonna sonora, finendo schiacciato da Il labirinto del fauno che se ne becca tre (fotografia, scenografia e trucco). Ennio Morricone ha ritirato il suo Oscar alla carriera, era emozionato e felice e il pubblico gli ha tributato una standing ovation. Non li capisco i detrattori di Morricone, a me piace e sono fiero e contento che gli sia stato riconosciuta la sua storia artistica. Italianissimo anche l'Oscar ai migliori costumi di Marie Antoinette, realizzati dalla nostra Milena Canonero.
Riassumendo, ecco il totale delle statuette:
  • 4 The Departed (miglior film, regia, montaggio e sceneggiatura non originale)
  • 3 Il labirinto del fauno (fotografia, scenografia e trucco)
  • 2 Little Miss Sunshine (sceneggiatura originale e attore non protagonista)
  • 2 Dreamgirls (attrice non protagonista e missaggio sonoro)
  • 2 Una scomoda verità (documentario e canzone)
  • 1 L'ultimo re di Scozia (attore protagonista), 1 The Queen (attrice protagonista), 1 Babel (colonna sonora), 1 Lettere da Iwo Jima (montaggio sonoro), 1 Happy Feet (film d'animazione), 1 Marie Antoinette (costumi), 1 Pirati dei Caraibi: la maledizione del forziere fantasma (effetti speciali), 1 The Lives of Others, Germania (film straniero).
Nella ordinarietà della serata, l'unico elemento di sorpresa (e anche un pò di inquietudine) è stato il look di Jack Nicholson: completamente calvo! Scelta personale o look della sua prossima interpretazione?
Infine, nelle interviste del doposera, Scorsese ha ammesso che si sta parlando di un sequel o prequel per The Departed ma che non sa se si farà e se sarà lui a dirigerlo. Ha detto, però, di sapere una cosa per certo: vorrebbe ritornare a lavorare con il grande Robert De Niro!

25.2.07

Titoli di coda e Oscar imminenti

Dopo tutti questi giorni, dichiaro ufficialmente conclusa la sbornia da INLAND EMPIRE. E' il momento di voltare pagina e andare avanti. Ho goduto fino all'ultimo dell'emozione di aver visto finalmente un film (e che film!) di David Lynch al cinema. E sono certo che di INLAND EMPIRE tornerò a parlare molto presto perchè è più forte di me, perchè questo film mi pulsa dentro davvero. Il post che ho scritto sul film mi è valsa un premio dal prestigioso Cineblog.it come migliore articolo su INLAND EMPIRE e tanti complimenti, nonchè una richiesta a scrivere per un bel portale di cultura, sezione cinema ovviamente. Sono orgoglioso, lo ammetto!
Ma ora si va avanti. Stanotte ci sono gli Oscar, il premio più barocco che il cinema abbia mai conosciuto. Ma per quanto barocco, è fondamentale e tant'é... Ne dovremo parlare. Qualcuno mi consiglia di seguirne la diretta ma davvero mi devo sorbire tre ore di noiosissimo gala, per giunta a notte fonda? Vedremo...

17.2.07

INLAND EMPIRE: ha senso parlare della trama?

Non vorrei peccare di presunzione, ma non comprendo tutti quelli che hanno detto che INLAND EMPIRE non ha senso. Nell'ultimo film di David Lynch, una trama c'è e anche abbastanza evidente. Si sviluppa in maniera insolita, annullando il tempo e lo spazio e confondendo diverse realtà. Ma per quanto mi riguarda, al termine dell'angosciosa parabola di Laura Dern, la commozione, lo smarrimento e la paura che ho provato hanno trovato piena soddisfazione: seppur ad una prima visione mi sono sfuggiti alcuni passaggi, al termine ho 'sentito' di aver colto le riflessioni del film in maniera giusta e profonda. Ho 'sentito' di aver compreso il tutto. Solo dopo la seconda visione mi è sembrato di cogliere anche i passaggi più sfuggenti ma l'incomprensione di questi non mi aveva impedito, la prima volta, di emozionarmi, di smarrirmi e e alla fine ritrovarmi.
Per questo mi chiedo: ha senso parlare della trama di INLAND EMPIRE? L'e emozioni e le riflessioni proposte dal film hanno avuto pieno sviluppo pur nell'apparente insensatezza della vicenda. E' necessario, dunque, rimettere in ordine i pezzi del puzzle.
Per discutere del giudizio estetico del film, c'è il post precedente. In questo post possiamo giocare a proporre la nostra interpretazione della trama.
Ripeto: non voglio peccare di presunzione, ma io 'sento' di aver compreso la storia e voglio lanciarvi qualche indizio riguardo la mia chiave di lettura, forendovi magari qualche spunto.

1. Il marito di Nikki (dimensione reale) e l'uomo di Susan (dimensione filmica) sono apparentemente la stessa persona; 2. La formula AXX°N appare in tre momenti del film, ovvero ogni volta che si apre un ponte tra la dimensione reale e quella filmica; 3. La sala di proiezione del cinema è un vero e proprio snodo fra le diverse dimensioni: il pavimento è bianco e nero, a zig-zag e la ripresa che ce lo mostra è quasi identica a quella realizzata in Fuoco cammina con me; 4. nel serial Rabbits, quello originale, il coniglio Jack parla insistentemente di un uomo con una giacca verde, ovvero il tizio grassoccio che ascolta la storia narrata da Laura Dern; 5. i tre anziani polacchi, una volta terminata la seduta spiritica, assumono tre posizioni al quanto strane: in dissolvenza, vediamo che quelle tre posizioni corrispondono alle posizioni dei conigli nella stanza 47; 6. in che momento Laura Dern si è procurato il livido alla bocca? 7. quando le riprese della scena della morte di Susan terminano, Laura Dern appare visibilmente sconvolta: chi è davvero morta? Forse Nikki e dunque a rialzarsi da terra e ad emergere dal film è in realta Sue? O sono entrambe a muoversi nello stesso corpo? 8. Al termine della sua missione salvatrice, Laura Dern è nella stanza 47, con lo sguardo verso la quarta parete del set: in sottofondo, sentiamo applausi scroscianti, sul suo volto una forte luce bianca che poi scopriremo essere la luce del proiettore puntato sullo schermo cinematografico!

Questi sono solo pochi ed alcuni degli spunti che a me hanno fatto riflettere.

12.2.07

INLAND EMPIRE

INLAND EMPIRE di David Lynch

(Usa\Pol\Fra) 2006

La storia. Una donna in lacrime guarda in tv una bizzarra quanto inquietante sit-com interpretata da tre conigli antropomorfi. Altrove, una strana signora preannuncia (con frasi enigmatiche) ad un’attrice (eccola, Laura Dern!) i rischi che corre ad essere scelta come protagonista di un film maledetto, la quale cosa avviene l’indomani con somma gioia della donna e pericolosa gelosia del marito. Sennonché non appena le riprese del film iniziano sotto lo sguardo dell’acuto regista Jeremy Irons, l’attrice inizia a perdere contatto con la realtà: confonde se stessa con il personaggio, il tempo si smaterializza e i conigli sembrano uscire dalla tv. Tutto, sembra, sotto il sofferente sguardo della donna di cui all’inizio.

Il doppio. Si conferma il tema cardine della cinematografia di Lynch. Ma se è la protagonista a confondere realtà e fantasia, il film fa molto più che mostrare due mondi. IE è come un fiore che si schiude: più va avanti, più si moltiplicano mondi e personaggi. Il risultato è l’impressione di vedere non uno ma più film e qui si capisce il titolo tutto in maiuscolo che quando compare all’inizio sembra quasi straripare dallo schermo: è il film stesso che quasi rifiuta lo stretto spazio dello schermo e vuole andare oltre, uscire fuori. Qui, a mio parere, si inserisce la scelta di stile del regista, ovvero quella del digitale.

La regia e il digitale. Come qualcuno ha già scritto in precedenza, la scelta del digitale non è infelice: ci rimette (poco, a dire il vero, a patto che vediate il film in una sala moderna e adatta) la qualità dell’immagine ma la tecnica si rivela funzionale alla storia e all’idea lynchiana del cinema: con il digitale, Lynch sta addosso ai suoi attori e all’azione; deforma gli spazi e si incolla alla pelle, segue nei minimi dettagli movimenti ed espressioni, gioca con la luce e con le ombre di cui è fatto il suo cinema. Il digitale si fa strumento per risvegliare i sensi ormai assopiti dello spettatore al cinema canonico ed elimina tutti i limiti che rischiavano di ingabbiare la creatività del regista che grazie al digitale può dare libero sfogo, senza freni, a tutta la sua inventiva. Creando, così, tutti quei mondi di cui è sublime autore, va dritto a quella che è stata la definizione più abusata ma certamente più adatta per IE: un’esperienza extra-sensoriale.

“Non guardate il film, lasciate che sia il film a guardare voi.” Il consiglio di Justin Theroux, uno dei protagonisti, è sicuramente calzante per il decimo film di Lynch. IE è un’orgia di sensazioni costruite con un delicato equilibrio che affascina, conquista e ci conduce nell’universo del regista che per quanto confuso ed angosciante, risulta sempre essere accogliente. La parabola di Laura Dern è coinvolgente non solo per la monumentale bravura dell’attrice, ma perché va a toccare corde e sensibilità comuni, come l’universo femminile, le incontrollabili attrazioni sessuali, il senso stesso del cinema e ciò che questo film dovrebbe essere. Ed è su quest’ultimo che vorrei azzardare una personalissima interpretazione.

Chi è la donna in pericolo? Al termine del film, la sensazione che ne ho ricevuto io è che la vera donna in pericolo del film non è tanto Laura Dern quanto la “donna perduta” che apre e chiude il film e che sembra essere salvata dalla Dern stessa. Questa donna, reale o irreale che sia, sembra seguire tutto ciò che avviene nel film nell’angosciosa attesa che Nikki\Sue arrivi a salvarla travalicando tutti i confini fra mondo reale e sogno. Quasi metaforizzando il potere catartico dell’arte cinematografica, la “donna perduta” viene salvata dall’attrice. Sta in questo, a mio parere, uno dei sensi più prepotenti di IE. Cerco di spiegarmi meglio: ciò che è imponente del cinema (e dell’arte in generale) è la forza che ha nel farci identificare con un personaggio di cui seguiamo le vicende; il nostro identificarci con un personaggio fittizio dimostra che ciò che stiamo guardando, per quanto falso, può diventare vero in quanto noi come pubblico siamo capaci di provare, tramite identificazione, tali sensazioni. Sta in questo la micidiale forza del film di Lynch: è un film nel film che disvela il potere extra-sensoriale che un film può ottenere arrivando al pubblico e non fermandosi alla sua sterile realizzazione. Infatti, l’attrice Nikki non arriva a liberare la “donna perduta” limitandosi ad interpretare il film ma anche e soprattutto vedendolo al cinema: siamo noi pubblico, dunque, a salvare la “donna perduta” utilizzando il nostro intuito, quell’intuito che proprio come ha detto Lynch “servirà a ciascuno spettatore per dare risposta alle domande poste dal film. Basta uscire dai confini della logica e abbandonarsi.” In questo senso, ho percepito la scena finale della “donna perduta” come un vero e proprio colpo di scena, metodo quanto mai nuovonella carriera di Lynch.

“Ogni azione ha una conseguenza.” Mesi fa scrivevo dei cortometraggi di Lynch e azzardavo che il corto Darkened Room poteva essere l’ideale trailer di INLAND EMPIRE. Mai affermazione mia fu più azzeccata: Lynch, infatti, fa collimare in IE tutti i mondi da lui creati negli ultimi 5 anni. La vestaglia di seta con la bruciatura di sigaretta arriva proprio da Darkened Room (dove, fra l’altro, c’è una donna in pericolo chiusa in una stanza!); il giardino che viene invaso dagli artisti itineranti lo abbiamo già visto nel corto inserito in Room to dream dove, fra l’altro, comparivano due delle molte personalità femminili che popolano IE; infine, prorompente, compare anche il serial Rabbits che diventa protagonista e terra di confine tra reale e irreale e acquista quel senso, in termini di trama, che ai tempi della sua realizzazione (nel 2002) era sfuggente e si limitava a puro esperimento sui tecnicismi cinematografici. Si può dire che Lynch, un po’ per gioco un po’ perché se lo può permettere, cita se stesso e perfino l’atmosfera alla Twin Peaks, ammessa dallo stesso autore, si materializza nel taglialegna che compare nei titoli di coda.

La durata. Forse l’unico punto debole che offre il fianco ai critici più feroci. In realtà, la durata, almeno per me, è quella giusta: quasi 3 ore dove non c’è un minuto di noia o di stanca sono un miracolo! Non solo, ma Lynch usa tutto lo spazio a disposizione per riempire l’immagine e perfino i titoli di coda diventano strumento per lanciare indizi utili ad un’eventuale interpretazione della pellicola.

INLAND EMPIRE. Più che la vetta artistica di Lynch, è la vetta del pensiero Lynchiano cinematografico: INLAND EMPIRE è un atto d’amore come lo era Mulholland Drive, un omaggio al cinema e al potere che ha il cinema e dunque alle responsabilità artistiche a cui deve far riferimento ogni buon regista. Molti diranno che Lynch è un megalomane, che ci prende in giro, che INLAND EMPIRE è un pasticcio. Io dirò che sono grato a Lynch perché appartiene a quella minuscola schiera di registi (sulla scena mondiale) che ancora credono che un film non è lanciare un messaggio ma comunicare sensazioni indelebili. E rischiare, rischiare soprattutto, affrontando tutte le critiche del caso. Non è facile avere un coraggio del genere ma quanto meno a Lynch si deve il rispetto che richiede la sua carriera: unica, inarrivabile, coraggiosa ed imperdibile. Tutti aggettivi che ben riassumono INLAND EMPIRE.

P.S. Domani torno a vederlo. Ne scriverò ancora dopo la seconda visione. Intanto, discutiamone!

10.2.07

Ho finito pochi minuti fa di vedere INLAND EMPIRE...

...ma ho bisogno di tempo per riordinare le idee e le sensazioni che ne ho ricevuto.
Quindi, voi che lo avete visto, pazientate l'arrivo (a breve) del post dedicato al film per poterne discutere tutti insieme.

9.2.07

INLAND EMPIRE: in quali città? Eccole!

Ecco le città (e provincia) in cui è in programmazione INLAND EMPIRE: Ancona, Bari, Bologna, Brescia, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Livorno, Mantova, Milano, Modena, Napoli, Padova, Palermo, Pordenone, Rimini, Roma, Siena, Torino, Treviso, Udine. Fonte: 35mm.it che è sicuramente il miglior sito per avere notizie certe sulla programmazione Lynchiana! Spero siate stati fortunati quanto me!

9 febbraio: David Lynch's INLAND EMPIRE

8.2.07

Prendi i soldi e gira!

Chiunque conosca un poco l'ambiente cinematografico, sa bene che la cosa più difficile da reperire per la realizzazione di un film sono i soldi; senza i quali non si può neanche provare ad iniziare un vero film degno di tale nome. Eppure, due attori vogliono a tutti i costi realizzare il film che hanno in mente; Ettore Belmondo e Bruno Governale hanno così ben pensato di lanciare un sito (The Role Player, che è anche il titolo del film) attraverso il quale tutti possono diventare co-produttori della pellicola partendo da una quota di partecipazione di 8 euro. In questo modo, chiunque partecipi, potrà collaborare alla realizzazione del film proprio come un vero produttore, proponendo quindi idee, suggerimenti, intervenire dunque su tutti gli aspetti della pellicola. Nelle intenzioni degli autori è un modo efficace per combattere la crisi del cinema italiano. Così facendo, in pratica pre-vendono il loro film prima che sia girato, garantendone realizzazione e distribuzione.
Qualcuno parla di genialata. Io la trovo una buona idea ma con i suoi limiti: come mettere in accordo centinaia di co-produttori? E qual è il guadagno finale di un'opera così realizzata? Vedremo come andrà a finire...

7.2.07

Il numero vero delle copie di INLAND EMPIRE

Circola in rete la notizia che INLAND EMPIRE sarà distribuito in Italia in sole 5 copie! Ho contattato di nuovo la Bim per avere notizie certe e le ho ottenute. La notizia delle 5 copie è falsa e la posso smentire tranquillamente! Il vero numero di copie, però, non è per nulla consolatorio: 25 copie in tutta Italia e in questo 25 rientrano complessivamente sia le copie doppiate in italiano che quelle in lingua originale sottotitolato! A questo punto, resta da vedere quali cinema metteranno in programmazione l'ultimo attesissimo film di David Lynch. Certo, per noi del sud si preannunciano amare sorprese.
Buona fortuna!

Divorzio all'italiana

Periodo movimentato questo per Nanni Moretti. Dopo l'ultimo mese passato fra le polemiche inerenti alla sua nomina come direttore artistico del Festival di Torino e l'annuncio di rinunciare ai film per rendere al meglio il suo nuovo compito, adesso il regista de Il Caimano ne ha fatta un'altra: ha ufficializzato il divorzio con il suo storico socio, Angelo Barbagallo, con cui aveva fondato la casa di produzione Sacher Film e prodotto tutti i suoi film dal 1980 oltre ad altre pellicole italiane di notevole successo di pubblico e critica. Barbagallo parla di una "separazione serena, consensuale, senza traumi e dissapori, da vecchi amici." La scelta è motivata, almeno ufficialmente, dalla inconciliabilità degli attuali impegni di lavoro: Moretti al Festival e Barbagallo produttore della prossima fiction di Giordana.

5.2.07

Polanski vuole fare "il botto"

Polanski si è detto pronto per mettersi all'opera su quello che sarà probabilmente il suo film più impegnativo e difficile: il regista polacco è infatti intenzionato a portare sul grande schermo la storia dell'eruzione del Vesuvio nel 79 a.C. Il film verrà tratto da Pompei, il best-seller di Robert Harris che in questo periodo sta scrivendo la sceneggiatura.

La via verso l'Oscar

Scorsese si è aggiudicato per il suo The Departed il DGA (Directors Guild of America), importante riconoscimento del sindacato dei registi, ovvero quello che viene considerato un ottimo viatico per l'Oscar alla regia. Infatti, in passato, 51 dei 57 vincitori del premio hanno poi vinto l'Oscar per la miglior regia.

3.2.07

Sequel Departed

Un sequel per The Departed! Dopo il successo mondiale del film e le sue numerose candidature all'Oscar, Hollywood Reporter ha riportato la notizia in base a cui si sarebbe già cominciato a lavorare sul sequel del film. Scorsese avrà pieno controllo su ogni passo della lavorazione e vi saranno alcune novità, fra cui una new-entry nel cast: Robert De Niro, che tornerebbe così a lavorare con Scorsese per l'ennesima volta.

2.2.07

I Film del Mese: Febbraio 2007

  • Black book di Paul Verhoeven (2);
  • La cena per farli conoscere di Pupi Avati (2);
  • Miss Potter di Chris Noonan (2);
  • Una notte al museo di Shawn Levy (2);
  • Vero come la finzione di Marc Forster (2);
  • L'amore non va in vacanza di Nancy Meyers (9);
  • INLAND EMPIRE di David Lynch (9);
  • Arthur e il popolo dei minimei di Luc Besson (9);
  • Complicità e sospetti di Anthony Minghella (9);
  • Hannibal Lecter - Le origini del male di Peter Webber (9);
  • Mi fido di te di Massimo Venier (9);
  • Tenacious D e il destino del rock di Liam Lynch (9);
  • La voltapagine di Denis Dercourt (9);
  • Apnea di Roberto Dordit (16);
  • The covenant di Renny Harlin (16);
  • Lettere da Iwo Jima di Clint Eastwood (16);
  • Notte prima degli esami oggi di Fausto Brizzi (16);
  • 4 minuti di Chris Kraus (16);
  • L'ultimo re di Scozia di Kevin Macdonald (16);
  • Alpha Dog di Nick Cassavets (23);
  • Barnyard - Il cortile di Steve Oedekerk (23);
  • Bordertown di Gregory Nava (23);
  • Diario di uno scandalo di Richard Eye (23);
  • Il piacere e l'amore di Nuri Bilge Ceylan (23);
  • Saturno contro di Ferzan Ozpetek (23);
  • Scrivimi una canzone di Marc Lawrence (23);
  • Uno su due di Eugenio Cappuccio (23);
  • Il velo dipinto di John Curran (23).

Non sto neanche a specificare quale sia il film da me più atteso perchè ormai è superfluo. Ma voi sentitevi liberi di comunicare i vostri!