Buried di Rodrigo Cortés
(2010) Usa\Spa\Fra

Buried è anche una sfida. Quella del regista Rodrigo Cortés che si impone 90 minuti di film girati all’interno di una bara sepolta. E lo fa per davvero senza farsi mancare nulla: la macchina da presa si muove, allarga e stringe, compie carrelli, zoomate (bellissima la scena ad alta tensione segnata da improvvisi zoom in avanti sul viso del protagonista) e perfino panoramiche. Cose apparentemente impensabili all’interno di una bara eppure Cortés lo fa e lo fa anche costruendo numerosi pretesti per non appiattirsi su un’unica fotografia monolitica. E la musica ci mette del suo, con un uso degno di Hitchcock (quest’ultimo sarebbe stato orgoglioso di questo film e fra l’altro la sua influenza si sente dappertutto, compresa nell’omaggio neanche tanto velato a Vertigo nei titoli di testa).
Buried è anche una vittoria, quella di Ryan Reynolds che costringe i suoi muscoli all’interno di una cassa e gioca tutta la sua interpretazione giocando al ribasso, alla sottrazione e per questo motivo senza mai diventare patetico o eccessivo ma semplicemente perfetto per il ruolo. Non male per uno che non si è mai particolarmente distinto per le sue doti, fino ad oggi.
3 commenti:
Il 2010 è stato un anno generoso, ma Buried è il film che mi ha stupita e colpita più di tutti. Un colpo di fulmine senza ritorno.
Come da buon thriller il film ha avuto un finale inaspettato che mi ha colpito positivamente:) non noioso poi, nonostante ci fosse un unico attore in pochi metri quadri, senza flashback tra l'altro.
Non era facile tenere alta la tensione ed il ritmo con una bara, un uomo, un accendino ed un cellulare. Cortes ci è riuscito, anche se a volte è calante...
Ciao bel blog, ho anche io un blog di cinema, se ti va seguimi...
ciao
Cinepolis
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