11.5.08

Alpha Dog

Alpha Dog di Nick Cassavetes
(2006) USA

Alpha dog è il membro del gruppo che emerge, si impone d'autorità sugli altri e guida il branco. Seppur questa è una storia corale, è pur sempre l'alpha dog a muovere i comportamenti e le azioni degli elementi che compongono la sua gang e sarà lui (è il bravissimo Emile Hirsch di Into the wild) a dare inizio ad una violenta vicenda dal tristissimo epilogo.
L'unico motivo d'interesse per vedere questo film è che è la fedele trasposizione di fatti realmente accaduti e bisogna tenerlo bene a mente mentre lo si guarda, perché altrimenti il discreto sforzo che sta dietro alla lavorazione del film rischia di non trovare sbocco. La regia di Cassavetes è piuttosto fluida ma soffre di molti difetti, come l'eccesso di elementi del tutto trascurabili quali gli inserti da documentario con interviste ai protagonisti (interpretati però dagli attori), mentre risultano essere molto più efficaci di uno sterile annuncio alla 'la storia narrata si ispira a fatti realmente accaduti' le didascalie che compaiono durante il film e che tendono a ricordare la veridicità dei fatti riportati. Il resto lo fa l'impietosa messa in scena dei protagonisti: giovani sbandati dalla mente dirottata, che non hanno nessun aiuto dai genitori ma che anzi soffrono la loro mancanza d'autorità e di morale, abbagliati dalle luci del successo criminale e dei soldi facili, dalle droghe e dal sesso a portata di mano. Quel che resta è il fatto che un ragazzino innocente di 15 anni non uscirà sano da questa storia e risulterà l'unico a pagare veramente lo strazio di una certa cultura ben radicata in determinate zone dell'America. Il cast, poi, ce la mette tutta: nel primo tempo gioca ad accaparrarsi la simpatia del pubblico, nel secondo tempo fa vergognare quello stesso pubblico per aver pensato di poter empatizzare con loro. In questo molto efficaci anche gli adulti (Sharon Stone è ormai condannata a ruoli di donne sfregiate dai fatti della vita e comunque le riesce molto bene) che sembrano rimanere ai margini e invece hanno la loro bella dose di responsabilità.
C'era da aspettarsi molto peggio da questo film, invece riesce a centrare il punto nonostante gli evidenti limiti. Ah, sopresa delle sorprese: Justin Timberlake (al suo esordio cinematografico) dimostra di saper recitare. Ma più di tutti conquista il giovanissimo Anton Yelchin nel ruolo dell'adolescente sequestrato.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Anch'io l'ho apprezzato, trovandoci forse meno difetti di te. Mi pare in giro invece non se ne sia parlato granché bene--

Massimo Manuel ha detto...

Ho letto in giro che al Sundance è piaciuto moltissimo, ma in via generale questo è film che (per le tematiche, per i protagonisti, per l'approccio) può risvegliare molti pregiudizi, con il rischio di minare la lucidità di chi giudica.