29.6.06

Il caimano in Francia

Cinque settimane di programmazione, 200.149 spettatori e oltre un milione di euro d'incasso: questi i numeri de Il caimano nelle sale d'oltralpe. Il film di Nanni Moretti, uscito in Italia scorso 24 marzo incassando 6.752.000 euro, è stata acquistata nei maggiori mercati europei e americani, eccetto Usa e Spagna ancora in trattative. La pellicola coprodotta dai francesi di Bac Films viene proiettata in Francia su 154 schermi.

28.6.06

Non ha l'età...

Demi Moore è seriamente preoccupata nonchè 'tragicamente' disoccupata. Arrivata all'età di 44 anni si sente troppo vecchia per un cinema che a donne di mezza età come lei non offre più quasi nulla. Ma la Moore non si dà certo per vinta così facilmente: "Per cercare di rimediare ai cambiamenti causati dagli anni che passano ricorrerò senza dubbio alla chirurgia estetica".
Ma siamo sicuri che il vero problema della Moore sia l'età?

25.6.06

Ozpetek sul set

Come annunciato in un post precedente, Ferzan Ozpetek è pronto a tornare dietro la macchina da presa. Le riprese di Saturno contro (non più Mentre Lorenzo dorme) inizieranno il 28 agosto a Roma; il cast è composto da Margherita Buy, Stefano Accorsi (già in coppia ne Le fate ignoranti), Pierfrancesco Favino, Milena Vukotic, Lunetta Savino, Giorgio Faletti e al suo esordio sul grande schermo la presentatrice tv Ambra Angiolini. Il cast non è stato ancora completato e forse si aggiungerà Isabella Ferrari per una parte da coprotagonista. Ozpetek ha detto di questo nuovo film: "Saturno contro è piu che altro un film sull'incontro di due generazioni, quella dei trentenni e dei quarantenni. Due fasce d'età che oggi, rispetto al passato, hanno moltissimo in comune. Vivono cioè appieno la nostra epoca. Ma entrambe si trovano in questo momento ad un bivio delle loro vite. Hanno pressocché realizzato i loro obiettivi. Ma ora che succede?"
Uscita prevista: febbraio 2007. Articolo completo qui.

24.6.06

Per chi ama Peter Parker...

Internet si conferma uno strumento utile alle logiche di marketing che accompagnano i film e, come già accaduto in altre occasioni, anche per una delle pellicole più attese la rete si conferma alleata. Il network di blog professionali d'informazione Blogosfere ha infatti inaugurato un nuovo blog: si chiama Spiderman 3 e permette a tutti gli appassionati dell'eroe Marvel di prepararsi al terzo capitolo della serie, anche se il film è ancora lontano dall'uscire visto che la data prevista è maggio 2007. Non solo news e indiscrezioni sul film ma anche l'occasione di ripercorrere la storia dell'uomo ragno dal fumetto ad oggi, attraverso notizie sugli adattamenti cinematografici, le serie animate e i videogiochi realizzati.

21.6.06

Uno sguardo altrove:The short films of David Lynch

Come ogni buon regista, David Lynch ha realizzato dei cortometraggi all'inizio della sua carriera; ma a differenza di molti altri registi, ha continuato a realizzarne anche quando è diventato un autore affermato e riconosciuto nel mondo. Per la sezione Uno sguardo altrove, buttiamo un occhio a questi rari short films di Lynch quasi introvabili per rendere omaggio alla sua arte in occasione dell'annunciato Leone d'Oro alla carriera per il prossimo Festival del Cinema di Venezia.
Six Men Getting Sick (1966) è il primo cortometraggio di Lynch che conosciamo; è un minuto di animazione mandato in loop per sei volte (difatti il sottotitolo è Six Times) di sei uomini che si ammalano tra atroci sofferenze.Lo stesso si può dire di The Alphabet (1968), con la differenza che qui invece, oltre ad immagini disegnate ed animate dallo stesso regista, compaiono scene filmate di una donna che ha strani incubi nel suo letto. Stesso meccanismo per The Grandmother (1970), immagini animate alternate ad immagini filmate. Questa mini-trilogia che battezza Lynch alla regia contiene già tutti i semi dell'opera del regista: immagini deliranti ed angosciose, l'uso del suono extra-diegetico come forte elemento per creare l'atmosfera di terrore a cui si mira, fortissima volontà di sperimentazione uscendo dai canoni della cinematografia. Non c'è una vera storia, una trama che si svolge all'interno di questi cortometraggi: fatta eccezione, forse, per The Alphabet dove si può intuire che ciò che vediamo è frutto degli incubi di una donna (interpretata dall'allora moglie del regista Peggy Lynch), in questi tre short-films assistiamo a semplice rappresentazione cinematografica, ad immagini che catturano la nostra attenzione e impressionano il nostro occhio con una punta di paura; tutto ciò, insomma, che ha sempre caratterizzato quella parte del cinema di David Lynch dove la trama è solo un pretesto per realizzare raffinate messe in scena e per ottenere dallo spettatore particolari stimoli emozionali come ansia ed inquietudine. L'abbandono dell'animazione e il passaggio ad uno stile più asciutto e grottesco avviene con The Amputee (1974), dove vediamo una donna priva delle sue gambe (Catherine E. Coulson...sì, proprio la mitica "Signora Ceppo" di Twin Peaks!) che viene medicata da un infermiere (interpretato dallo stesso Lynch) piuttosto maldestro che finisce con lo scappare quando si rende conto di aver sbagliato qualcosa e dalle gambe della donna comincia ad uscire un abbondante fluido liquido! L'ironia della scena sta non solo nei maldestri movimenti dell'infermiere che tenta di arginare il danno ma anche nella totale indifferenza della paziente: l'infermiere le fa punture, le apre le ferite, le inserisce strumenti all'interno dei moncherini eppure lei non ha la minima reazione, continua a scrivere una lettera e a fumare indisturbata! La macchina da presa è fissa e non compie alcun movimento, proprio come nel web-serial Rabbits che Lynch realizzerà nel 2002. E sempre nel 2002 David Lynch girerà Darkened Room, cortometraggio di 12 minuti circa che sembra quasi il trailer dell'ormai prossimo film INLAND EMPIRE: infatti, vediamo solo una donna (probabilmente incinta) terrorizzata da un'altra donna (ed un'altra donna ancora che apre il cortometraggio e che ha delle visioni di questa sua amica in pericolo). Tutto in questo short film è strano: la situazione della donna in pericolo, la stanza in cui è segregata, lo strano uomo che si intravede dalla porta; eppure, in pieno effetto David Lynch, ti prende e ti coinvolge: non sappiamo quale pericolo corra la donna ma soffriamo con lei perchè sappiamo da pochi elementi come quelli appena descritti che sta correndo un grave pericolo e ne abbiamo paura pur non conoscendolo. E quando sei in tensione e non sai nemmeno il perchè, allora il regista deve aver fatto davvero un buon lavoro!
Nel prossimo post di Uno sguardo altrove scriverò di due web-serial di David Lynch: il grottesco cartone animato Dumbland e l'allucinante mini-serie Rabbits.

17.6.06

Battiato alla terza regia

Franco Battiato è al lavoro per il suo terzo film da regista, dopo le ottime prove di Perdutoamor e Musikanten. Titolo provvisorio: Niente è come sembra, le cui riprese sono già iniziate ma sono come un work-in-progress che procederà a singhiozzi, da agosto a gennaio, in set diversi dalla Sicilia al nord Italia. "E' un film che costa molto poco, non pensavo di farlo, ma poi, durante il recente viaggio in India, ne ho sentito la necessità come l'ultimo atto di una trilogia. Nel primo film c'è una lezione tantrica, nel secondo la regressione nella trasfigurazione delle anime ed ora il terzo è tutto sulla spiritualità. Nella parte centrale, che è il succo del film, s'incontrano diversi personaggi con la scusa di festeggiare il compleanno del padrone di casa. Che è un uomo di scienza, disposto a credere, ma con molti dubbi. Nella stanza ci si confronta animatamente sul perché dell'esistenza. Ci sono il credente e l'ateo. Alla fine Alejandro Jodorowsky legge i tarocchi". Battiato si confessa molto preso dal mezzo cinematografico: "Il cinema mi sta dando il piacere di ricominciare e di sperimentare, mi diverto senza compromessi."
Per chi è ammiratore di Battiato come me, consiglio di leggere questa intera intervista che spazia su tutte le espressione artistiche dell'artista catanese.

16.6.06

David Lynch:mai premio fu più giusto!

E' confermata la presenza di David Lynch al prossimo Festival del Cinema di Venezia. E non solo verrà probabilmente proiettato in anteprima l'attesissimo INLAND EMPIRE (scritto rigorosamente in stampatello come pretende l'autore!), nuova opera del regista ma sappiamo per certo che a Lynch verrà conferito un giustissimo Leone d'Oro alla carriera. Sembra sia scoppiata anche una piccola polemica al riguardo: Muller ci teneva al premio a David Lynch mentre Croff si sarebbe mostrato piuttosto freddo all'idea ma il comitato organizzativo del Festival ha smentito queste voci e ha confermato che il Leone d'Oro a Lynch è stato votato con la piena unanimità durante una riunione di ieri mattina. E io ne sono al quanto felice!
P.S. Catherine Deneuve sarà presidente della giuria a Venezia.

15.6.06

Se ci sarà una quarta volta,mi candido io!

In questo blog c'è sempre spazio per David Lynch. Ma essendo il suo prossimo film coperto da un assoluto mistero, ci dobbiamo accontentare di un gossip. Ebbene, il regista conferma la sua originalità anche nella vita privata: nel maggio scorso si era sposato (per la terza volta nella sua vita!) con Mary Sweeney, preziosa collaboratrice del regista con cui ha scritto Una storia vera e montato 4 film e due serie televisive (fra cui anche Twin Peaks); ebbene, siamo a giugno e Lynch ha già chiesto il divorzio! Il regista ha motivato la separazione parlando di incompatibilità fra i due.
Ora, dico io: non so come sia essere sposati a David Lynch ma so per certo che bisogna essere proprio scemi per lasciarselo scappare dopo neanche un mese!!!

14.6.06

Scary Movie 4

Scary Movie 4 di David Zucker
(2006) USA

Io sono del parere che per realizzare un film demenziale bisogna essere dannatamente bravi! Prendete la saga de Una pallottola spuntata: un capolavoro di comicità sana, dove in ogni inquadratura ci sono non uno ma tanti elementi che ti fanno scoppiare in una fragorosa risata. Non a caso il regista di quella serie era lo stesso di questo Scary Movie 4, David Zucker, un maestro in quanto a comicità demenziale. Eppure siamo lontani da Frank Drebin perchè quella di Scary Movie è una saga contemporanea che nasce come parodia dell'horror moderno tanto in voga negli ultimi anni. Eppure, se con Scary Movie 3 Zucker aveva firmato un autentico gioiello di comicità che offuscava i due capitoli precedenti, in questo quarto episodio perde colpi; si ride di meno, le scene comiche e le battute sono meno elaborate e meno pungenti, le parodie piuttosto grossolane. Si ride comunque, sia chiaro, ma con meno gusto del solito. Forse è la scelta dei comprimari a fallire: Bill Pullman, per quel poco che fa e per quanto si sforzi, non fa ridere più di tanto e non si capisce la brevità del ruolo di Leslie Nielsen (ma in quella brevità si ride parecchio!). Come al solito, è Anna Faris a tenere banco, straordinaria commediante che da sola vale l'intera pellicola, coadiuvata dalla sempre divertentissima Regina Hall, una vera professionista.
La prossima volta consiglio un pò più di tempo per la realizzazione del film, senza fare corse matte per cavalcare il successo del precedente. La qualità ne gioverebbe.

Il ritorno di Halloween

Una delle icone più amate del cinema horror moderno starebbe per tornare sugli schermi cinematografici. Si tratta di Michael Myers, protagonista della saga di Halloween. Il regista che se ne occuperà dovrebbe essere Rob Zombie che ultimamente si è fatto notare con La casa dei 1000 corpi e La casa del diavolo. Zombie vorrebbe portare al cinema una visione personalissima del personaggio; nelle sue intenzioni non è un sequel, un prequel o un remake ma un modo per ripartire da zero e creare un nuovo inizio alla saga di Halloween. L'uscita prevista è per ottobre 2007.
Ci auguriamo che Rob Zombie non faccia il passo più lungo della gamba.

13.6.06

Censura preventiva per Romero?

George Romero è alle prese con la censura preventiva del suo prossimo film, Diamond Dead, opera che vanta un cast con Johnny Depp, David Bowie, Marilyn Manson e Ozzy Osbourne; Ridley Scott produce. Sembra che lo scandalo sia stato sollevato dal fatto che Marilyn Manson interpreta la parte di Gesù Cristo che fumerebbe addirittura degli spinelli e pronuncerebbe oscenità. Per questo motivo un gruppo di cristiani ha già iniziato una petizione per fermare la produzione del film.
Va anche detto che Romero ha sempre avuto grossi problemi a realizzare film e solo ultimamente è ritornato al successo con Land of the dead.

12.6.06

La solida coppia

Sarà ancora una volta Ennio Morricone a realizzare la colonna sonora per Giuseppe Tornatore, al momento impegnato con il suo nuovo film La sconosciuta, uscita prevista il prossimo ottobre. Il Maestro della musica ha dichiarato: "Con Giuseppe c'è un affiatamento particolare. Io ascolto lui e lui ascolta me. Col passare degli anni è diventato ancora più musicale e ci prendiamo molto."

11.6.06

Il regista nel pallone

Carlo Verdone, durante un'intervista, ha dichiarato l'intenzione di girare un film sul calciogate. "Un episodio sullo scandalo calcio? Lo devo assolutamente fare. Ogni tanto bisogna andare sulla cronaca perchè la realtà supera la fantasia. Tutto quello che è successo mi ha amareggiato e infastidito. E' qualcosa di cui si sospettava ma non fino a questo punto." Sarebbe la prima volta che Verdone lavorerebbe ad un soggetto di cronaca.
Inoltre, Verdone ha annunciato l'inizio delle riprese del seguito di Manuale d'amore intorno alla prima settimana di luglio.

10.6.06

Demme&Foster ancora insieme

Dopo 15 anni Jonathan Demme tornerà a dirigere Jodie Foster, già protagonista de Il silenzio degli innocenti. L'ha annunciato lo stesso regista a nel corso dell'ultimo appuntamento della serie 'Viaggio nel cinema americano'. "Io e Jodie stiamo lavorando al copione di una commedia romantica ambientata a New York" ha detto Demme.

7.6.06

Il giardino delle vergini suicide

The virgin suicides di Sofia Coppola
(1999) USA


Per il suo esordio alla regia, Sofia Coppola ha puntato su qualche sicurezza: ad esempio, un cast giovane che in quanto tale è facile da gestire; una storia nostalgica che mischia insieme il sapore dell’adolescenza e la malinconia degli adulti. Una storia, questa, molto particolare: cinque sorelle che finiscono con il suicidarsi. La narrazione parte a ritroso, quindi cerchiamo di capire il perché di quegli insani gesti e scopriamo la famiglia protagonista con un padre (James Woods al suo meglio) piuttosto ingenuo e succube di una moglie (un’agghiacciante Kathleen Turner) convinta di fare del bene alla sua famiglia ma costringendola piuttosto a vivere in un bigottismo esasperato e violento che fa più danni che altro.
Le scelte di regia della Coppola sono piuttosto semplici ma efficaci; a parte qualche sequenza pasticciona (la presentazione del personaggio di Josh Hartnett stona con i toni del film così come la sua apparizione da adulto è alquanto superflua), per il resto è una regia misurata e contenuta; la ragazza ha assimilato abbastanza la lezione del padre e si sente le spalle coperte ma sarebbe ingiusto etichettarla come figlia di papà. Sofia Coppola all’epoca aveva del potenziale interessante, come dimostra la scena finale del film con quel party con le maschere a gas che quasi chiude e sintetizza i temi che la storia voleva andare a toccare. La fotografia è livida e ben orchestrata, la colonna sonora azzeccata. Il giardino delle vergini suicide è un ottimo prodotto per essere un film d’esordio.

5.6.06

A History of Violence

A history of violence di David Cronenberg
(2005) USA

David Cronenberg sa fare il suo mestiere. E sa anche intuire quando è il caso di mettere da parte certe velleità artistiche e scendere a patti con il sistema cinematografico hollywoodiano senza tradire se stesso e la sua storia. E dunque si è calato in questo progetto a lui prontamente offerto per la regia: la storia di un uomo eccessivamente tranquillo che si ritrova nel mezzo di una rapina da cui si riesce a salvare grazie ad un'esplosione di violenza a lui apparentemente estranea. Da quel momento, la sua vita prende una brutta piega e lo costringerà ad affrontare fastidiosi fantasmi del passato. Cronenberg usa questo soggetto come pretesto per raccontare l'insidiosa violenza che fa parte della società moderna e di cui, forse, l'uomo 'civile' è portatore sano. Il presunto eroe protagonista (Viggo Mortensen che finalmente si dà da fare per dare spessore ad un personaggio) è un uomo che non esita a terribili esplosioni di violenza non appena vede minacciato il suo territorio e la sua famiglia. E chi di noi non farebbe lo stesso in tali condizioni? Certo, si scoprirà poi che quest'uomo non è chi dice di essere ma questo fa parte del (blando e sciocco) processo narrativo della storia, mentre il concetto della violenza come insita in ogni uomo e pronta a manifestarsi in caso di minaccia è il vero tema che affronta Cronenberg e lo fa con una regia che alterna momenti di totale tranquillità ad improvvise scene di terribile violenza ad ogni strato sociale: nei media, nella vita adolescenziale, nel sesso (e c'è una scena di sesso sulle scale che è una delle migliori che io abbia mai visto!).
Il film riesce bene, non delude ma neanche esalta. Gli attori sono tutti bravi (Ed Harris è divino, Maria Bello è perfetta) e la regia si mantiene volutamente su toni bassi ma mai tediosi. E se dovessi scegliere fra questo e quel sopravvalutatissimo mattone che fu ExistenZ, sceglierei questo pur conoscendone i limiti.

4.6.06

Uno sguardo altrove: Friends

Ok, signori puristi, storcete pure il naso! Eppure, io non sarei onesto con me stesso se non gettassi uno sguardo altrove non ad un serial ma ad un genere tutto televisivo: la sit-com. Partiamo dal presupposto che non amo la sit-com, non mi pare di averne mai seguita una che io ricordi. Fatta eccezione per Friends! Perchè non si può ignorare un fenomeno planetario che è stato capace di tenere alti gli ascolti e, pensate, addirittura la qualità, nell'arco di ben 10 anni. Quindi, criticatemi pure, signori puristi, ma io amo questo prodotto e cercherò di spiegarvi perchè.
Friends nasce dalla mente di David Crane e Marta Kauffman e narra le vicende di 6 amici che abitano nel Village di New York; i tipici 25enni americani, giunti a quel punto della vita in cui si cercano certezze ma è difficile trovarle, sia che le si cerchi nel lavoro o nei sentimenti. Così li vediamo districarsi fra relazioni sentimentali, avanzamenti (o arretramenti) di carriera, il tutto sempre sul filo dell'ironia perchè, si sa, nelle sit-com tutti hanno sempre la battuta pronta per sdrammatizzare anche la più pesante delle situazioni. Ma è questo il bello: Friends ha tutte le caratteristiche della sit-com, perchè allora dovrebbe distinguersi dalle altre? Io vedo due ragioni ben valide. La prima è sicuramente il cast: i 6 attori scelti hanno saputo calarsi così bene nei ruoli da risultare affiatati come dei veri amici (e non stupisce che poi lo siano diventati davvero nella realtà) e ognuno ci ha messo del suo senza prevaricare gli altri; abbiamo così 6 protagonisti ben definiti che sanno far ridere, con tempi comici impeccabili e ben incastrati nelle dinamiche del gruppo. Fra i 6, a me piace considerare il più bravo Matthew Perry, un vero attore comico di razza che sa far ridere e recitare sia con una battuta che con un movimento del corpo, mimica compresa. La seconda ragione con cui Friends si distingue sono i suoi autori: vuoi perchè ben ispirati da quel sestetto così preparato, vuoi perchè bravi, hanno saputo sfornare 10 stagioni dello show senza mai perdere un colpo, senza mai scadere nel volgare, senza mai deludere nessuno degli affezionati spettatori. Perchè il miracolo di Friends sta anche in questo: gli spettatori si identificano con i protagonisti o li idealizzano come gli amici perfetti, si affezionano alle storie e non possono fare a meno di seguirli. Io stesso sono praticamente cresciuto, dalla prima all'ultima puntata, con le vicende di questi 6 amici e vi assicuro che si è realizzata una sincera empatia che mi ha fatto sorridere e commuovere insieme a loro! E Friends ha talmente colpito l'immaginario americano che numerose star (anche premi Oscar) hanno fatto a gara per apparire nel serial; per citarne solo alcune di quelle comparse: Susan Sarandon, Sean Penn, Robin Williams, Brad Pitt, Danny DeVito, Julia Roberts, Bruce Willis e la lista sarebbe lunga.
Sembra poco, eppure sta tutto qui il segreto di Friends: un gruppo strepitoso di attori con a disposizione degli autori fecondi e mai banali. Sembra poco, dicevo, ma non lo è: due condizioni del genere sono difficili da soddisfare e mi sento di dire che Friends ci è pienamente riuscito senza mai deludere.
Ecco, signori puristi, criticatemi pure adesso ma non ci posso fare niente: Friends è stato, a mio parere, un prodotto televisivo eccezionale di tutto rispetto! Questo post è un atto dovuto!

3.6.06

I sequel sono 'duri a morire'

Ormai è sicuro: il quarto capitolo di Die Hard ci sarà! Il protagonista sarà sempre Bruce Willis e dietro la macchina da presa ci sarà il giovane Len Wiseman. Il film avrà come titolo Die Hard 4.0 e stavolta l'agente John McClane torna in pista per combattere un'organizzazione terroristica che agisce sul web.
La saga di Die Hard ha fatto storia non solo per l'enorme successo (740 milioni di dollari d'incasso complessivi) ma perchè ha rigenerato e dettato nuove regole per il genere degli action-movie.

I segreti di Brokeback Mountain

Brokeback Mountain di Ang Lee
(2005) USA


Mi tolgo subito il pensiero rispondendo alla domanda principe: questo film meritava di vincere l'Oscar come miglior film al posto di Crash? La risposta è: si! Si perchè Ang Lee ha diretto con tecnica sublime senza voglia di strafare; si è limitato a seguire la tragica storia dei protagonisti senza invadere, senza morbosità, soprattutto senza retorica e cose simili. E' semplicemente la storia di due uomini che si amano profondamente ma che non riescono a vivere apertamente i loro sentimenti a causa dell'ambiente in cui lavorano e in cui vivono, i paesaggi montani di un'america rurale ancora troppo retrograda. Questi due uomini saranno capaci di condurre ognuno la loro vita senza mai smettere di amarsi o di vedersi nel corso di venti anni; una tragica storia di amore e sentimento negato, di vita non vissuta, di rimpianti impossibili da sopire. La storia è forte ma non sarebbe stata così ben realizzata se non fosse stato innanzitutto per le scelte di regia, magari un pò troppo artificiose ma efficaci nel fotografare paesaggi bellissimi che fanno da sfondo alla storia; in secondo luogo, è da sottolineare l'impeccabile recitazione dei protagonisti: Heath Ledger, sarò onesto, non pensavo fosse chissà che attore eppure in questa recitazione sofferta e odiosa non si è risparmiato; lo stesso si può dire di Jake Gyllenhaal che conferma le sue grandi doti e recita senza mai andare sopra le righe, senza mai risultare (un pericoloso rischio) una caricatura stessa del personaggio, senza mai sbagliare. Una menzione speciale alla bravissima Michelle Williams, davvero efficace nel ruolo di una moglie piena di rancore.
Brokeback Mountain narra una drammatica storia d'amore omosessuale in ambienti bigotti, a cavallo fra gli anni '60 ed '80, dove l'amore fra uomini si finge non esista. Eppure c'è e questa storia è talmente commovente da non aver lasciato indifferente quasi nessuno visto l'enorme successo della pellicola. E se lo merita.

2.6.06

C.S.I. ft. Quentin Tarantino

Questa sera alle ore 21.oo su Italia1 andrà in onda il capitolo finale della quinta stagione di C.S.I. scritto e diretto dal regista Quentin Tarantino. Io non seguo il serial ma non mi perderò questo appuntamento e consiglio a tutti voi di seguirlo perchè il lavoro di Tarantino dietro la macchina da presa fa ben sperare. Buona visione!

Match Point

Match Point di Woody Allen
(2005) (UK/USA/Lux)

La storia di un giovane allenatore di tennis che compie una clamorosa scalata sociale, durante la quale ha anche il tempo di sposarsi e ingravidare un'amante, diventa nelle mani di Woody Allen il pretesto per una fredda riflessione sulla casualità degli eventi nella vita, su come non esista nè un destino nè un'entità superiore che muove le fila; è tutto affidato al caso, il più delle volte alla fortuna, un concetto che fa quasi paura all'uomo moderno. Eppure, la storia a questo mira: a dimostrare come un semplice, piccolo evento può determinare il corso di un'intera vita. Dunque, la parabola di Jonathan Rhys Meyers (tanto sensuale quanto bravo a farsi dirigere da Allen) e la sua tresca con Scarlett Johansson (forse la recitazione più genuina ed affascinante della pellicola) mira ad essere cinico e 'bastardo' quanto basta per renderlo semplicemente reale. La regia di Woody Allen prosegue lucida come nel suo stile, il primo tempo forse scorre un pò troppo lentamente e la mancanza di colonna sonora (e dove non manca, c'è solo musica lirica) non aiuta. Ma il secondo tempo si riscatta con quella virata verso il thriller violento, specie nell'ultima mezz'ora; da sottolineare un'affascinante sequenza onirica che dimostra come non sia affatto difficile placare i sensi di colpa. E il parallelo tra una palla di tennis che rischia il 'match point' e un anello la cui sorte deciderà la vita di molte persone è geniale.
Match Point inaugura il periodo londinese di Woody Allen (anche i prossimi due film del regista dovrebbero essere ambientati nella capitale inglese) e rinnova il suo gusto per quell'originalità e quel cinismo (che io preferirei chiamare "onestà" o "realismo") che da sempre lo contraddistinguono. Questo è un gran bel film, non c'è dubbio!

1.6.06

Crash: Nota al margine

Nella recensione di Crash di qualche giorno fa ho dimenticato di dire una cosa fondamentale: se quello può essere definito un buon film è anche grazie ad un bellissimo lavoro di colonna sonora realizzato dal musicista Mark Ishman. E quindi volevo caldamente consigliarvi di procuravi almeno due brani di quel film: A really good cloak (sottofondo di quando sparano alla bambina) e Flames (tema del film). Sono due bellissime canzoni senza le quali Crash non avrebbe ottenuto quell'ottimo risultato d'insieme.

I Film del Mese:Giugno 2006

I film in uscita il mese di giugno 2006. Fra parentesi, il giorno d'arrivo nelle sale. Eventuali errori ed omissioni saranno corretti quanto prima.
  • Cappuccetto rosso e gli insoliti sospetti di Cory&Todd Edwards (1);
  • Vita da camper di Barry Sonnenfeld (1);
  • The Breed di Nicholas Mastandrea (1);
  • Poseidon di Wolfgang Petersen (1);
  • La dignità degli ultimi di Fernando E. Solanas (1);
  • Radio America di Robert Altman (1);
  • L'estate del mio primo bacio di Carlo Virzì (1);
  • 10 canoe di Rolf de Heer (1);
  • 11:11 La paura ha un nuovo numero di Michael Bafaro (2);
  • Omen - Il presagio di John Moore (6);
  • Hooligans di Lexi Alexander (9);
  • Antonio guerrierio di Dio di Antonello Belluco (9);
  • American Dreamz di Paul Weitz (9);
  • Il calamaro e la balena di Noah Baumbach (9);
  • L'inferno di Danis Tanovic (9);
  • Bombòn - El perro di Carlos Sorin (9);
  • O'Jerusalem di Elie Chouraqui (9);
  • Half light di Craig Rosenberg (16);
  • Due per un delitto di Pascal Thomas (16);
  • Hawaii, Oslo di Erik Poppe (16);
  • Ultraviolet di Kurt Wimmer (16);
  • Verso il sud di Laurent Cantet (23);
  • Il custode di Tobe Hooper (23);
  • The Sentinel di Clark Johnson (23);
  • Les enfants du siecle di Diane Kurys (23);
  • Curioso come George di Jun Falkenstein (23);
  • Hot Movie di Aaron Seltzer e Jason Friedberg (23);
  • Slither di James Grunn (30);
  • Chiamata da uno sconosciuto di Simon West (30);
  • Specchio magico di Manoel De Oliveira (30).

Scegliete! E votate anche il titolo più stupido, visto che c'è un'ampia scelta!