24.12.05

The Village

The Village di M.Nigh Shyamalan
(2004) USA

E' l'opera definitiva, una conferma che Shyamalan è una costante affidabile del cinema americano. Per l'ennesima volta, riesce a catapultarci in un mondo altro che tanto altro non è; come al solito, sembra ti stia narrando una storia sovrannaturale e invece ti sta raccontando del più puro dei sentimenti, l'amore. E lo fa senza mai tradire i due binari intrapresi. Da un lato terrorizza con intelligenza, dall'altro narra nascita ed estremo sacrificio di un amore dolce e senza freni; entrambe le cose sono esemplificate in un paio di sequenze da antologia: una mano tesa nel buio, in attesa dell'angelo custode... e un feroce inseguimento in un bosco molto più inquietante di Blair Witch, braccati dall'innominabile creatura. E nella storia di questo villaggio chiuso in se stesso, ottuso fino al punto di allontanarsi da chiunque per la paura dell'altro, è impossibile non leggere una metafora di questi nostri tempi immorali. E un messsaggio finale: abbiamo bisogno dell'altro, non possiamo esistere solo per noi stessi. Per queste e altre ragioni, 'The Village' è forse il film più autoriale di Shyamalan. Il regista cura, come sempre, ogni singolo dettaglio e l'affresco finale è impeccabile, grazie all'apporto di un fantastico cast e di un colpo di scena finale più elaborato del solito.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

l'ho trovato forse il film più interessante di Shyamalan, non solo nella grandiosità di un uomo che sa perlomeno raccontare attraverso le immagini, ma soprattutto perché racconta la situazione attuale dell'america post 11 settembre. Paurosa, scettica, chiusa al mondo, che usa la paura per continuare la propria politica. Per quanto si provi non si fugge al dolore.

Massimo Manuel ha detto...

Esatto! E' quello di cui ho accennato parlando dell'impossibilità di "non ignorare una metafora di questi nostri tempi immorali".