19.10.07

La recta provincia (Rome FilmFest 2007)

La recta provincia di Raoul Ruiz

Rome FilmFesto 2007
FUORI CONCORSO

Raoul Ruiz è da sempre un regista atipico, sperimentatore, decisamente un artista inusuale nel panorama internazionale. Il regista cilena porta Fuori Concorso qui a Roma la sua ultima opera, La Recta Provincia. Un film che è una vera e propria sfida alla pazienza dello spettatore e alla tecnica cinematografica. Ruiz, infatti, confeziona un film di due ore e mezza che è la parabola di una madre e di un figlio tonto (i due attori sono davvero eccezionali, la Castro e Ignacio Aguero) che vanno alla ricerca di un mucchio d’ossa a cui dare degna sepoltura. Sul loro cammino incontreranno diavoli, streghe, la Madonna e pure Gesù decisamente invecchiato. La storia parla da sé ma bisogna vederlo per capire: La Recta Provincia è una pellicola che fa del surrealismo il suo punto di forza, insieme al montaggio che frammenta il tempo e lo spazio. La storia, infatti, più volte si confonde e non distingue fra passato, presente e futuro, laddove molteplici storie si incrociano tipo scatole cinesi e ci dicono sempre qualcosa in più sulla nutrita galleria di personaggi che abitano il film. Detta così, sembrerebbe un gran bel film; La Recta Provincia, invece, non regge la sfida che tenta perché a lungo andare si fa ripetitivo, irritante, didascalico, pure noioso (tantissime le persone che hanno abbandonato la sala durante la proiezione, nonostante la presenza del regista) e ci vuole una bella dose di pazienza per arrivare fino alla fine. E’ difficile, poi, capire dove voglia andare a parare il regista fra tanti simbolismi barocchi e una fastidiosa emblematicità cristiana (fastidiosa non perché cristiana ma perché ripetuta ed eccessivamente gonfiata). Ad un certo punto si arriva a sperare che il film finisca e basta, senza neanche voler conoscere la fine.
Questo film di Ruiz è un film riuscito solo a metà. Laddove la storia fallisce, però, vince la regia. La costruzione delle scene è impeccabile e bellissima, nonostante la desolante ambientazione e le difficoltà di tradurre in immagini alcuni passaggi della storia. La regia tenta una spinta innovatrice non indifferente e da non sottovalutare.

1 commento:

Fabrizio ha detto...

Definire questo film "inusuale" è poco...io tra le etichette avrei aggiunto "PESANTE"...