31.10.07

Parola di Muccino

Sono ormai molti i siti a riportare la seguente dichiarazione del buon Gabriele Muccino, il nostrano regista che come è noto è stato chiamato a lavorare ad Hollywood con ottimo successo (La ricerca della felicità) e sulla tv americana con pessimi risultati (Viva Laughlin): "In Italia purtroppo c'è un modo di affrontare il cinema un pò cialtronesco. Nel nostro paese le troupe non credono nei film che stanno facendo, sono imprigrite e disincantate. Non condividono il progetto fino in fondo. A Hollywood, invece, i film costano molto e questo è un sistema che non perdona".
E se lo dice lui...

30.10.07

"Credetemi, ne avete bisogno!"

Decameron. Politica, sesso, religione e morte di Daniele Luttazzi.
Ogni sabato alle 23.30 su La7

29.10.07

Cartolina da Roma, Film Fest 2007 (III)

La foto qui accanto è per testimoniare lo spavento d'incontrare Dario Argento. Spavento che non mi ha impedito di 'flashargli' la faccia!
Qui di seguito, invece, una rapida carrellata di personaggi, eventi e affini. Mi sembrava superfluo riportare la cronaca delle conferenze stampa che ormai avrete potuto leggere dappertutto. E' un modo, più che altro, di conservare un ricordo, una cartolina di questo evento.
Enjoy!

28.10.07

Rome FilmFest 2007:appunti di viaggio semiseri


  • Francis Ford Coppola sdraiato a firmare autografi (sopra, in uno degli scatti che ho realizzato) durante l'affollatissima conferenza stampa del suo film è l'immagine più bella della Festa. Forse uno dei pochi che davvero ha cercato il contatto con il pubblico: non la smetteva più di firmare autografi, è stato trascinato via con la forza.
  • A Roma hanno ancora grossi problemi di organizzazione. Anche i possessori di pass (fra cui io) hanno avuto difficoltà a reperire biglietti. E se non erano difficoltà, erano eresie. Una su tutte, la Notte d'Argento: due giorni prima mi dicono che i biglietti in vendita sono terminati; il giorno dopo mi dicono che i biglietti riservati agli accreditati sono finiti ma di ritentare l'indomani; torno alla vendita e stavolta spuntano dei magici biglietti 'posto in piedi' a 3 euro; l'indomani ritento per gli accrediti: quando mi metto in fila ci sono, arrivato il mio turno sono finiti, allora riprovo alla vendita e... magia! i biglietti ci sono!!!
  • L'Auditorium è il luogo ideale dove fare questo Festival: è una piccola città che ti fa respirare il cinema durante la manifestazione.
  • Grazie all'accredito ho potuto assistere a moltissime conferenze stampa nonchè alle proiezioni riservate alla stampa. Questo per dire che consiglio caldamente a tutti di avere un pass ma di acquistare comunque i biglietti per gli eventi, visto che gli accreditati hanno l'obbligo di comprare biglietti solo 24 ore prima dell'evento. E' un consiglio per l'anno prossimo ovviamente.
  • Il premio a Juno mi sa di calcolato. Il film vincitore dell'anno scorso non è mai stato distribuito in Italia (ecco perchè non vi ricordate il film vincitore dell'anno scorso!). Cioè, un film vince un festival in un paese e in quel paese non viene distribuito. Un segnale terribile. Ecco perchè l'americano Juno che di sicuro uscirà (forte anche dei consensi del precedente Thank you for smoking) mi sa di calcolato.
  • Tom Cruise è alto quanto me. E io non sono poi così alto. Inoltre, Robert Redford si porta gli anni meglio di come se li porta Tom!
  • Anselma Dell'Oglio fa un pò paura. Per fortuna non aveva il marito con sè. Caprara, invece, è un uomo pacioso che si stende sulla sedia durante la proiezione. E che tamburella le mani al ritmo della musica! Mereghetti è il più distinto di tutti e anche il più venerato. Natalia Aspesi è deliziosa proprio come te l'aspetti.
  • Il livello delle domande durante le conferenze stampe era bassissimo. Uno si aspetta che sia il pubblico a tirare fuori stronzate, invece erano sempre i giornalisti. Tra i vari "si aspetta un'Oscar da questa interpretazione?" rivolti a diversi attori e attrici e la mitica ragazza che, dopo una domanda, voleva consegnare un regalo a Cruise ed è stata fulminata dagli sguardi (e non solo) degli organizzatori, rimarranno nella storia le autorevoli domande fatte a Coppola: "farebbe un remake di Apocalypse Now?" - "ha intenzione di fare Il Padrino 4?" - "visto che adesso produce vino, se ne è bevuto tanto sul set?" Ma andate a cagare! Però le reazioni di Coppola a queste domande erano ferocemente divertenti!
  • La Bellucci è molto più bella dal vivo! E soprattutto, in francese sembra recitare molto meglio!
  • Ho visto un film che aveva sottotitoli in inglese, sottotitoli in italiano, sottotitoli per non udenti. C'erano in pratica tre proiettori accesi su un solo schermo!
  • La Notte d'Argento è stata un fiasco anche dal punto di vista dei 'vip': non c'era nessuno se non una Pamela Prati sempre più travestito e Federico Zampaglione (il cantante dei Tiromancino, ora neo-regista) senza manco la Gerini. Altri non ne ho visti. E anche la conferenza stampa era semi-deserta.
  • Terrence Malick è riuscito a venire a Roma senza farsi fotografare da nessuno. Come è possibile? Come, dico io?!?
  • Mentre gironzolavo per l'Auditorium, mi hanno buttato di forza dentro ad una conferenza stampa per fare numero!
  • Ci sono alcune giornaliste che sono pettegole matricolate. Mi bastava ascoltarle 5 minuti per capire come funzionava il mondo del giornalismo all'interno dell'Auditorium, sapendo benissimo chi aveva fatto cosa a chi e perché.
  • La mostra onirica di Fellini era bellissima ma è stata ancora più bella la mostra al Palazzo delle Esposizioni su Stanley Kubrick. Ricca di cimeli originali appartenuti al regista e elementi di scena, è una bella occasione per un viaggio approfondito nella memoria del più grande di tutti i tempi.

Per ora mi fermo qui. Seguirà altro, soprattutto foto e video.

27.10.07

Rome FilmFest 2007: i premi

  • Miglior film: Juno di Jason Reitman (nella foto regista e sceneggiatrice da Repubblica.it
  • Miglior interpretazione femminile: Jang Wenli (And the spring comes)
  • Miglior interpretazione maschile: Rade Serbedzija (Fugitive pieces)
  • Premio speciale della giuria: Hafez di Abolfazl Jalili
  • Alice nella città - Sezione K12: Canvas di Joseph Greco; Sezione Young Adult: Meet Mr Daddy di Kwang Su Park
  • Miglior Premiere: Into the wild di Sean Penn (menzione speciale 'Premio del cuore' a Giorni e nuvole di Silvio Soldini
  • Miglior Extra: Forbidden lies di Anna Broinowski

Per un commento ai premi e alla Festa rimando al post successivo.

25.10.07

La terza madre (Rome FilmFest 2007)

La terza madre di Dario Argento
Rome FilmFest 2007
PREMIERE

No, non ci siamo proprio. Avevano lanciato questo film come il grande ritorno di Dario Argento al suo cinema più puro, degno del grande successo che gli era stato tributato. Il regista s’è sperticato qua e là a dire che l’horror di oggi è solo sadismo e niente approfondimento e psicologia, mentre lui invece ha capito in che direzione andare. Poi ti becchi questo film nella tanto attesa Notte d’Argento (evento notturno con proiezione di Suspiria, Inferno, poi passerella su black carpet molto gotica e infine La terza madre con tutto il cast in sala) e ti ritrovi a maledire tutti quelli che hanno dato fiducia al ‘rinato’ regista. Partiamo da un presupposto: Dario Argento è un grande nel girare le scene di sangue e le scene di terrore, un vero maestro. Ma La terza madre è proprio scarso come film: una storia di un banale unico (l’urna ritrovata nel cimitero che fa scatenare il finimondo… effettivamente, una storia mai sentita!); risvolti inesistenti visto che tutto ciò che succede è pari a niente e mi ha ricordato quei videogame interrattivi dove superi un livello, poi c’è l’animazione video e via ad un livello successivo: ecco, La terza madre è così e sconvolge proprio perché è così, cioè di un imbarazzante atroce; la tanto agognata psicologia dei personaggi, poi, si riduce a traumi infantili e poteri occulti inutili.
E’ chiaro che la colpa di maggior parte dei difetti del film è della sceneggiatura e ci sono stati in cinque a scriverla, compreso lo stesso Argento. Ma su qualcosa si poteva rimediare e invece manco quello. E’ solo un pretesto per mettere in scena i pochissimi momenti migliori, ovvero le scene di sangue e splatter in cui, come detto, Argento è maestro. E poi? Il nulla. Zero storia, zero suspence, zero sfondo sociale. Solo una sequela imbarazzante di scene che faticano pure a stare insieme. Insomma, il collasso. E dispiace, davvero tanto perché ci speravamo un po’ tutti. Il problema, però, è che Dario Argento ci crede, ne è convinto: lui è tornato il grande di una volta! Contento lui…
Nota a margine: prima della proiezione, dopo un mini-concerto di Claudio Simonetti, ci sono stati applausi scroscianti per tutto il cast e per ogni nome che spuntava nei titoli di testa. Applausi così insistiti che poi s’è capito il trucco: mezzo pubblico era composto solo da fan di Argento. Le risate è che al termine gli applausi sono stati tiepidi ed è volato pure qualche fischio.

Giorni e nuvole (Rome FilmFest 2007)

Giorni e nuvole di Silvio Soldini
Rome FilmFest 2007
IN CONCORSO

Ambientato in una Genova fatta di palazzi e fabbriche, la vicenda di Antonio Albanese e Margherita Buy è quella di due sposi da vent’anni, vita agiata e da benestanti, che improvvisamente si ritrovano in difficoltà causa perdita del lavoro di lui. Da qui in poi i due dovranno non solo cercare di sopravvivere fra difficoltà economiche e ricerca disperata di un lavoro sicuro che sembra non esistere più ma far fronte anche alla crisi sentimentale a cui tutto ciò irrimediabilmente porta. Un film di Silvio Soldini, insomma, dove l’attualità del precariato non è solo cornice ma parte integrante di una intensa storia moderna. E sono contento di poter dire che fra i (pochi) film che ho visto a questo Roma FilmFerst, Giorni e nuvole è forse quello che mi è piaciuto di più. Intanto per il realismo di ciò che viene raccontato: la vicenda può scuotere, commuovere, fare incazzare e soffrire non solo perché affronta un tema quanto mai attuale nell’Italia di oggi ma perché lo stile narrativo la rende universale; non solo italiana, non solo di persone benestanti ma qualcosa che può accadere un po’ a tutti e sempre dolorosamente. Il merito di Soldini, insomma, è quello di non far scivolare il film nel melodramma consumato ma nel mantenere tesi i risvolti (non così prevedibili) della storia in maniera sincera. In questo ottimamente aiutato da un Antonio Albanese bravissimo nel dipingere un uomo che si scontra con il malessere di chi si sente inutile in quanto disoccupato e una Margherita Buy che svicola il solito ruolo di nevrotica che le hanno affibbiato e arricchisce invece una donna spaventata dal futuro. Si evince dal film, inoltre, che alla base ci deve essere stato un lavoro di sceneggiatura non indifferente, qualcosa di solido su cui costruire questo film. Che è un bel film, una sorpresa, una dolce sferzata di ottimismo nei confronti del cinema italiano che a Venezia sembra aver fallito e qui a Roma sembra essersi vendicato.

Noise (Rome FilmFest 2007)

Noise di Henry Bean
Rome FilmFest 2007
PREMIERE

Quando ho letto la trama di questo film ero tremendamente incuriosito: un uomo infastidito dal rumore molesto della città in cui vive (New York!), soprattutto gli antifurti delle auto.Visto che non viene ascoltato dalle autorità che dovrebbero risolvere il problema, decide di fare da sé e va in giro a distruggere tutto ciò che emette rumore. Quando la polizia lo arresta, è costretto ad agire nell’ombra per non farsi acciuffare. Un plot originale, non c’è che dire. Il bello è che in conferenza stampa hanno chiesto al regista Henry Bean da dove gli fosse venuta l’idea; la sua risposta: “non è un’idea originale, è la mia storia! Io andavo in giro a danneggiare le auto moleste. Quando mi hanno arrestato, però, io ho smesso. Ho immaginato, invece, come sarebbe andata se avessi continuato.” Il risultato è un film brillante, terribilmente ironico (unico modo per raccontare una vicenda così buffa ma al tempo stesso cruciale) e abbellito da un’arguta satira. Tim Robbins nel ruolo del protagonista è perfetto, eccellente, totalmente immedesimato nel ruolo; William Hurt è divertentissimo nei panni di un sindaco cafone e ottuso. La regia, poi, regge bene nonostante un inizio piuttosto macchinoso e contorto. Alla fine, se la vicenda risulta credibile ed interessante è solo grazie al lavoro di Bean che sa equilibrare farsa e sociologia squisitamente, uno stile che mi ha ricordato tantissimo il Thank you for smoking di Jason Reitman. C’è un momento nel film, poi, memorabile: la voce fuori campo del protagonista si rivolge al pubblico e dice “posso sembrare un spassoso ma io sono un personaggio di fantasia. Forse. Voi invece siete reali e cosa fate voi per cambiare qualcosa? Ve ne state lì a divertirvi e nient’altro!” E’ un momento in cui avviene un corto circuito genuino: il disagio che si prova in quel momento è quello dello spettatore che non guarda ma si sente guardato dal film.
Consigliabile.

21.10.07

Elizabeth:The Golden Age (Rome FilmFest 2007)

Elizabeth: The Golden Age di Shekhar Kapur
Rome FilmFest 2007
PREMIERE

Durante la conferenza stampa, Shekhar Kapur ha così riassunto buona parte del suo film: “non è un’opera contro la religione; è un’opera contro i fondamentalismi.” Sarà anche questo il punto di forza di Elizabeth: The Golden Age, ovvero la sua attualità nonostante narri le vicende della potente regina d’Inghilterra. E solo un gran bel film può riuscire nell’intento di coniugare storia e attualità, potenza e bellezza. Offre lo spunto narrativo la figura carismatica della regina Elizabeth, superbamente interpretata da una regale Cate Blanchett che solo con lo sguardo o con una smorfia rende tutte le sfaccettature del suo complesso personaggio. Complesso perché la regina è una donna potente e glaciale, ma irrimediabilmente sola, vergine per scelta perché terrrorizzata dall’idea di contrarre malattie o morire di parto (cosa non rara a quei tempi); quando il suo regno protestante si ritroverà ad essere attaccato da una guerra santa proclamata dai fanatici cattolici della Spagna, per la regina si paventa lo spettro della caduta. Ad affiancare il ritratto storico ci sono anche le disperate vicende personali di Elizabeth, la sua ricerca di un ‘degno’ marito e il tradimento di Mary Stuart. Tutto questo Kapur lo rende al meglio in un film perfetto, sontuoso, talvolta eccessivamente barocco ma gli si perdona anche questo perché, nella sua complessità, Elizabeth: The golden age non dura neanche molto; non si dota, cioè, della presunzione di dover ammorbare lo spettatore per le tematiche trattate. Riesce con equilibrio a narrare l’intera vicenda con pochi passaggi narrativi all’apparenza sbrigativi, in realtà saldamente girati con scelte di regia eccellenti: ci sono momenti dove davvero un movimento della macchina da presa comunica un’intera sfumatura o pensiero di un personaggio, così come i protagonisti stessi riescono a colorare i loro personaggi con poche battute (a questo proposito, Geoffrey Rush duella con la Blanchett in un duetto recitativo splendido).
Elizabeth: The Golden Age è un bellissimo film e Roma non può che vantarsi di essere riuscita ad ottenere la prima mondiale. Il pubblico, se attento, impazzirà per l’elegante costruzione delle scene (costumi e scenografie), non si lascerà sfuggire la storia della regina vergine ed esulterà e piangerà con lei. Proprio questa pellicola è una regina che con ricercatezza, stile e calcolati eccessi visivi riesce a conquistare anche il pubblico più distante.

Le Deuxième Souffle (Rome FilmFest 2007)

Le deuxième souffle di Alain Corneau

Rome FilmFest 2007
CONCORSO

Alain Corneau adatta l’omonimo romanzo di José Giovanni per portare sullo schermo questo Le Deuxième Souffle che è un vero e proprio omaggio ai film noir vecchio stampo, dove i protagonisti sono uomini d’onore leggendari e i nemici degli squallidi aguzzini che con il loro avvento cambiano per sempre le regole della malavita francese. Il film, partendo dall’evasione del protagonista Daniel Auteuil, ricostruisce una Parigi e una Marsiglia degli anni ’60 con inusitata perfezione ed eleganza, senza tralasciare alcun particolare e senza eccedere nei risvolti della storia. Per questo motivo, forse, il film all’inizio stenta a decollare, perché i complessi meccanismi narrativi devono essere ben introdotti. Ma poi il film si perfeziona e tra ambientazioni claustrofobiche, che ci fanno provare lo stesso senso di prigionia del protagonista, e sanguinose battaglie per il potere dove la morte è sempre rappresentata con crudeltà e mai con compiacimento, Corneau riesce nell’intento di riportare sullo schermo un genere ed una ambientazione ormai difficili da ritrovare. Perfino i movimenti di macchina e i tagli delle inquadrature sono un omaggio nell’omaggio, perché il film non solo si rifà al vecchio ma tenta di rielaborare anche ciò che di nuovo si è tentato nella recente storia del noir.
Non era, forse, il film ideale con cui aprire il FilmFest: la passerella è stata disertata e la sala non era totalmente piena. Forse si è voluto insistere soprattutto per la presenza della Bellucci (che, per inciso, in francese rende molto meglio come attrice!). Ma è un film comunque godibile, che non ti affatica per la sua lunga durata e tiene desta trama e azione. E Daniel Auteuil è gigantesco, un attore di una bravura eccezionale.

Cartolina da Roma, Film Fest 2007 (II)

Conferenza stampa di Younth without youth. Piera Detassis introduce Tim Roth e vado in visibilio. Poi introduce Francis Ford Coppola e mi sembra di morire. Buona parte del cinema mondiale è seduto su di una sedia davanti a me! Coppola è affabile, ironico, pungente con i giornalisti (quasi tutti) che fanno domande stupide. Ci tiene a precisare che la polemica con i Nicholson, Pacino e De Niro (un giornale gli ha attribuito le parole "non li stimo come attori oggi") è del tutto infondata e vuole parlare del suo film, trattando con affetto i protagonisti seduti accanto a lui. Solo a fine conferenza stampa mi sono accorto che davanti a me, in sala, erano seduti Sofia e Roman Coppola. Che al termine si sono volatilizzati mentre il padre si è steso sul palco e ha firmato autografi a tutti.
Splendido! Quanto prima posterò foto e video.

19.10.07

La recta provincia (Rome FilmFest 2007)

La recta provincia di Raoul Ruiz

Rome FilmFesto 2007
FUORI CONCORSO

Raoul Ruiz è da sempre un regista atipico, sperimentatore, decisamente un artista inusuale nel panorama internazionale. Il regista cilena porta Fuori Concorso qui a Roma la sua ultima opera, La Recta Provincia. Un film che è una vera e propria sfida alla pazienza dello spettatore e alla tecnica cinematografica. Ruiz, infatti, confeziona un film di due ore e mezza che è la parabola di una madre e di un figlio tonto (i due attori sono davvero eccezionali, la Castro e Ignacio Aguero) che vanno alla ricerca di un mucchio d’ossa a cui dare degna sepoltura. Sul loro cammino incontreranno diavoli, streghe, la Madonna e pure Gesù decisamente invecchiato. La storia parla da sé ma bisogna vederlo per capire: La Recta Provincia è una pellicola che fa del surrealismo il suo punto di forza, insieme al montaggio che frammenta il tempo e lo spazio. La storia, infatti, più volte si confonde e non distingue fra passato, presente e futuro, laddove molteplici storie si incrociano tipo scatole cinesi e ci dicono sempre qualcosa in più sulla nutrita galleria di personaggi che abitano il film. Detta così, sembrerebbe un gran bel film; La Recta Provincia, invece, non regge la sfida che tenta perché a lungo andare si fa ripetitivo, irritante, didascalico, pure noioso (tantissime le persone che hanno abbandonato la sala durante la proiezione, nonostante la presenza del regista) e ci vuole una bella dose di pazienza per arrivare fino alla fine. E’ difficile, poi, capire dove voglia andare a parare il regista fra tanti simbolismi barocchi e una fastidiosa emblematicità cristiana (fastidiosa non perché cristiana ma perché ripetuta ed eccessivamente gonfiata). Ad un certo punto si arriva a sperare che il film finisca e basta, senza neanche voler conoscere la fine.
Questo film di Ruiz è un film riuscito solo a metà. Laddove la storia fallisce, però, vince la regia. La costruzione delle scene è impeccabile e bellissima, nonostante la desolante ambientazione e le difficoltà di tradurre in immagini alcuni passaggi della storia. La regia tenta una spinta innovatrice non indifferente e da non sottovalutare.

Cartolina da Roma, FilmFest 2007

Ancora presto per buttare giù due righe di considerazione. Quello che posso dire è che l’atmosfera è davvero molto bella. E che Monica Bellucci lo è ancora di più!
Ho seguito la conferenza stampa dei film Have dreams will traver della sezione Alice nella città, La giusta distanza di Carlo Mazzacurati e l’attesissima conferenza di Elizabeth: the golden age con Cate Blanchett (bella come una dea, ma così tanto che a stringerle la mano avevo quasi paura di romperla) e Geoffrey Rush (simpaticissimo e mattatore), nonché del regista Kapur.
Non disponendo di una connessione non posso dilungarmi più di tanto, ma spero presto di scrivere qualcosa e di allegare foto e video. Buona festa.

17.10.07

Roma FilmFest 2007

Oggi prendo il volo in direzione Roma, in occasione della seconda edizione del Roma FilmFest. Spero di riuscire ad aggiornare il blog 'live' dai luoghi dello stesso festival. In caso contrario, ci si risente la settimana prossima.
Stay tuned!

16.10.07

Death Proof - A prova di morte

Grindhouse - Death Proof di Quentin Tarantino
(2007) USA

E' evidente che io non ho gli strumenti per capire questo film o per esprimere un giudizio dopo averlo visto. Non conosco il cinema 'grindhouse' a cui si ispira, non afferro tutte le citazioni che ci stanno dentro e via dicendo. Lo metto ben in chiaro prima di dire che a me questo film non è piaciuto per nulla.
Inconsistente è la parola che meglio lo esprime. Lontano mille miglia dalle opere più belle e affascinanti di Tarantino (che per me rimarrà sempre il regista più sopravvalutato dei nostri tempi), Death Proof è un film che, strappato via dai produttori dalla sua naturale cornice di episodio inserito in un film in due parti con mani diverse alla regia, perde tutto il senso che avrebbe avuto in tale contesto. Non si spiega altrimenti l'assoluto non-sense della storia, tanto per citare una di quelle cose che per me sono difetti e per molti altri sono i pregi di Quentin. E' proprio il regista, che ormai sfiora l'autismo, a rendersi ridicolo da solo: vorrebbe imprimere il suo marchio ad un opera che è un omaggio ad altri tempi e non trova niente di meglio da fare per raggiungere lo scopo che inserire estenuanti dialoghi tra le protagoniste che dopo dieci minuti già ti annoiano e ti fanno distrarre dal film. Per carità, il lungo piano sequenza nella seconda parte del film durante i suddetti dialoghi è bellissimo. Ma basta questo a sopportare chiacchiere che per 30 secondi ti suggeriscono le psicologie dei personaggi e per i restanti minuti ti annoiano a morte? Riconosco un merito a Quentin Tarantino: sa creare personaggi cult dal nulla, vedi il protagonista Kurt Russell. Salvo, poi, non dare nessun sviluppo a quel personaggio se non un'impietosa fine che fa ridere. A proposito, vorrei sapere se la lunga sequenza finale del film è sembrata ridicola, da morir dal ridere, solo a me o anche a qualcun'altro.
Ecco, finalmente l'ho scritto: Death Proof è un film che ha molto poco da offrire. Irritante, come la scelta di marchiare la prima parte del film con quei difetti da pellicola anni '70, giusto per suggerire cosa si sta omaggiando. Ma che scelta estrosa! C'erano tempi in cui Quentin Tarantino sapeva omaggiare anche il cinema più rozzo (vedi Kill Bill) senza scadere nel ridicolo. Questo, invece, è un film buffo, che personalmente avrò dimenticato dopo due giorni. Fatta eccezione per la bellissima scena del primo omicidio/incidente, di questo film non rimarrà nulla.

15.10.07

Il film a sorpresa di Roma

E' stato svelato il film a sorpresa della seconda edizione della Festa del Cinema di Roma. Si tratta di Peur(s) du noir, un film d'animazione composto da più registi internazioniali, tra cui il nostrano Lorenzo Mattotti. Dalla scheda sul sito della festa, si evinche che il film è stato presentato come "una sorprendente sfida al linguaggio cinematografico tradizionale, un’esperienza visiva e narrativa irripetibile; realizzato nel corso di oltre un anno di lavoro da alcuni tra i più affermati disegnatori." Si annuncia come un film d'animazione atipico, con atmosfere molto nere, sullo stile del Persepolis visto a Cannes.

13.10.07

David Lynch in quel di Palermo

Oggi, alle 18.30, David Lynch sarà a Palermo nella chiesa di Santa Maria dello Spasimo, palcoscenico del Palermo Teatro Festival, due mesi fra teatro, cinema, letteratura e musica. L'intero week-end è dedicato al regista di INLAND EMPIRE. Ieri sera, infatti, ha aperto gli incontri Enrico Ghezzi con una lezione sul cinema di Lynch. Oggi, invece, sarà la volta del regista stesso che terrà un incontro per "presentare la nuova Fondazione di meditazione trascendentale 'Paese globale della pace mondiale' attraverso la quale Lynch vuole promuovere la conoscenza della scienza vedica di Maharishi Mahesh Yogi e l'applicazione pratica dei suoi programmi per migliorare la qualita' di vita della societa'."

12.10.07

La storia infinita de Lo Hobbit

Ricorderete tutti la disputa sulla regia de Lo Hobbit, sequel della saga Il Signore degli Anelli. Il progetto, a seguito di una serie di cause legali, era sfuggito dalle mani di quello che doveva essere il suo regista naturale, Peter Jackson, ed era stato offerto a diversi nomi fra cui Sam Raimi. Era anche circolata una voce per tranquillizzare i fan (avevano minacciato il boicottaggio se non fosse stato Jackson a dirigere) perchè gira e ti rigira Jackson sarebbe tornato al suo posto.
E infatti è di questi giorni la notizia di un riavvicinamento tra la New Line Cinema e Peter Jackson, riavvicinamento che farebbe prefigurare un suo coinvolgimento nella realizzazione de Lo Hobbit. Il suo ruolo, però, è tutto da decidere: c'è chi parla di regia cinematografica e chi, invece, consiglia di non farsi troppo illusioni: Jackson potrebbe partecipare solo come produttore esecutivo. Garantendo, quindi, una sua supervisione al film il cui regista sarebbe ancora da decidere.

11.10.07

Il ritorno di F.F.Coppola

E' forse il film più attesso all'ormai prossima Festa del Cinema di Roma, nonchè nelle sale di tutto il mondo. Un'altra giovinezza (pessima italianizzazione di Youth without youth) segna il grande ritorno alla regia di Francis Ford Coppola, dopo quasi 10 anni di silenzio. Un'opera atipica, sperimentale, girata a basso budget e completamente auto-prodotta dal grande regista. Il film approderà in anteprima mondiale al Roma FilmFest il 20 ottobre per poi sbarcare nelle sale italiane il 26.
Credo sia interessante segnalare le parole del regista stesso pubblicate su Repubblica.it nonchè il bellissimo trailer. Personalmente, è uno dei film che non vorrò perdere in quel di Roma.

10.10.07

Spielberg parla di Indy 4

A seguito delle rivelazioni fatte da una comparsa e del furto di materiale fotografico dal set, Steven Spielberg ha deciso di rompere il silenzio sul prossimo Indiana Jones and the Kingdom of the Crystal Skull. Non ha rivelato nulla di sensazionale alla stampa, ma ha tenuto a precisare innanzitutto che nonostante le insistenze di George Lucas (che avrebbe preferito il digitale) il quarto episodio di Indy è interamente girato in pellicola allo scopo di non tradire i 'sapori' a cui la saga si è da sempre ispirata. Per lo stesso motivo, gli effetti speciali con computer grafica si limitano al 30%, avendo privilegiato la realizzazione degli effetti direttamente sul set. Riguardo la trama, Spielberg ha un pò confermato quanto detto dalla comparsa che ha tradito il silenzio stampa, confermando che la storia sarà ambientata negli anni '50 e che è vero che i nemici di Harrison Ford saranno i russi. Nessuna conferma, invece, riguardo l'eredità che dovrebbe ricevere Shia LaBeouf: Spielberg non ha confermato futuri episodi della serie interpretati dal suo giovane pupillo.

8.10.07

The Air is On Fire, da oggi alla Triennale di Milano

Che cosa viene prima? Il Lynch regista o il Lynch pittore, fotografo, designer, musicista? La domanda potrebbe sembrare oziosa ma aiuta a capire meglio la grandezza di una delle poche, vere personalità uscite dal cinema americano negli ultimi decenni, per il quale la regia è solo una delle possibili espressioni di una creatività da autentico artista. Avrebbe dovuto essere chiaro già guardando i suoi film, dove le diversità di ispirazione e l'intercambiabilità dei medium (cinema sperimentale, televisione, lavoro su commissione, produzione mainstream, film di nicchia, pellicola o video) scompaginano le sicurezze con cui di solito vengono incasellati e giudicati gli «autori». Adesso questa mostra, che la Triennale offre meritoriamente ai milanesi dopo la vernice parigina, ribalta un'altra volta le prospettive, mostrandoci un Lynch più nascosto e segreto, «artigiano» prima che artista, bricoleur e improvvisatore, che però sa guardare alla pittura dei maestri e ammette sinceramente i debiti verso i grandi del Novecento. Ma che è capace di rielaborare ogni suggestione all'interno di una visione personalissima e geniale insieme, dove gli incubi e le angosce dell'oggi diventano materia d'espressione artistica, e le ossessioni più nascoste e personali sono i grimaldelli per entrare nella mente di tutti. Per raccontarci un mondo dove bellezza e paura vadano a braccetto.
(Paolo Mereghetti dal Corriere.it)

Bohemian Rhapsody miglior videoclip

I Queen sono abituati da oltre 35 anni a stracciare record di ogni tipo. Adesso se ne aggiudicano uno nuovo: quello di miglior videoclip della storia. Un sondaggio inglese indetto dalla compagnia telefonica O2, infatti, ha consultato più di mille appassionati di musica che hanno decretato il videoclip di Bohemian Rhapsody (storico successo dei Queen) il migliore di tutti i tempi. Una tendenza confermata anche dai lettori del Corriere.it che attraverso il voto stanno confermando la sentenza.
Il videoclip di Bohemian Rhapsody fa già parte della storia poiché è il primo video musicale mai realizzato, che ha fatto da apri strada a tutti gli altri nonchè alla nascita di Mtv. Secondo posto per Thriller di Jackson diretto da Landis, una pietra miliare che determinò il nuovo corso dei videoclip. Terzo posto per Cry Me a River di Justin Timberlake (sic).

6.10.07

Twin Peaks Gold Set:edizione italiana

Ai tempi della notizia ufficiale della pubblicazione di Twin Peaks Gold Set Edition eravamo già pronti a fare fuoco e fiamme per far sì che il cofanetto arrivasse anche in Italia. Fra l'altro, il nostro pessimismo ci faceva vedere tempi lunghi per un'eventuale edizione in R2. E invece il dorato cofanetto che racchiude le due stagioni di Twin Peaks più numerosi extra arriva anche in italia. E pure piuttosto presto. Data di pubblicazione ufficiale: 6 novembre, a soli pochi giorni dalla pubblicazione americana! Il prezzo dovrebbe aggirarsi intorno alle 125 euro.
La scheda del prodotto riportata su Dvd.it (dalla quale si evince che in Italia il cofanetto si chiamerà Twin Peaks - The complete mistery, vai a capire perchè!) conferma che dovrebbe trattarsi della stessa e identica edizione curata da Lynch per l'America, adattata in Regione 2 e con le lingue di alcuni paesi europei fra cui l'Italia. La parte degli extra viene liquidata con uno sbrigativo 'Inediti contenuti speciali' ma tutto fa sperare che siano gli stessi dell'edizione madre. E quali sono questi contenuti? La pagina di Amazon.com mette in conto, oltre alle intere due serie più il pilota in entrambe le edizioni conosciute (americana ed internazionale): scene eliminate (sembra si aggirino sui 6 minuti in tutto, un pò pochino); documentario esclusivo Secrets from another place; A slyce of Lynch, conversazione davanti a una tazza di caffè fra David Lynch, Kyle MacLachlan e Madchen Amick di 30 minuti; documentario Return to Twin Peaks di 20 minuti; mappa interattiva della città; le introduzioni della signora del ceppo; la parodia di Twin Peaks con MacLachlan ad opera del Saturday Night Live; il video di 'Falling', sigla del serial; Northwest Passage, documentario di 30 minuti sulla realizzazione dell'episodio pilota; Freshly Squeezed, documentario di 20 minuti sulla realizzazione della prima serie; Into the night, documentario di 30 minuti sulla realizzazione della seconda serie; Where were from, documentario di 30 minuti sulla realizzazione delle musiche della serie.
Insomma, sono contento di aver scelto e di aver suggerito d'aspettare l'evolversi delle cose. Credo che saremo tutti premiati per la pazienza!

5.10.07

Twin Peaks 2 O.S.T. - copertina e tracklist

Su Amazon.com è possibile vedere la copertina di Twin Peaks - Season Two Music and More, in uscita americana il 23 ottobre. Raccoglie le musiche della seconda stagione del serial più qualche 'extra'. La tracklist della raccolta (musiche di Angelo Badalamenti, alcune in collaborazione con David Lynch) è anch'essa visionabile sulla pagina di Amazon dedicata al prodotto; ve la riporto qui di seguito: 1. Love Theme Intro 2. Shelly 3. New Shoes 4. High School Swing 5. Hayward Boogie 6. Blue Frank 7. Audrey's Prayer 8. I'm Hurt Bad 9. Cop Beat 10. Harold's Theme 11. Barbershop 12. Night Bells 13. Just You 14. Drug Deal Blues 15. Audrey 16. Josie and Truman 17. Hook Rug Dance 18. Packards' Vibration 19. Half Heart 20. Laura's Dark Boogie 21. Dark Mood Woods 22. Love Theme Farewell.

Furto ad Indiana Jones: arrestato sospetto

La polizia di Los Angeles ha arrestato un sospetto accusato di essere l'autore del furto di materiale inedito dal set del nuovo Indiana Jones, tale Roderick Davis. Alcuni poliziotti sotto copertura avrebbero finto di essere interessati all'acquisto del materiale, combinando un incontro con l'uomo. Sono in corso accertamenti.

4.10.07

Indiana Jones, spoiler e furti

E' di qualche giorna fa la notizia che una comparsa del nuovo Indiana Jones, tale Tyler Nelson, ha violato il muro di segretezza che è stato eretto sul nuovo episodio della saga diretto da Steven Spielberg (segretezza per cui l'intero cast è stato obbligato a firmare un contratto che prevede il silenzo su ogni dettaglio riguardante il film). L'attore ha spifferato che il nemico di Jones sarà l'esercito sovietico "perché entrambi sono alla ricerca di un preziosissimo teschio di cristallo nella giungla del Sud America". Indiana finirà ostaggio dei russi (verrà anche legato ad una sedia dalla nemica Cate Blanchett), sotto la minaccia che venga fatto del male alla sua ex-compagna (Karen Allen, protagonista femminile de I predatori dell'arca perduta) nonchè madre di suo figlio (Shia LaBeouf). La produzione non conferma nè smentische gli spoiler ma è di ieri la notizia che hanno avviato un'azione legale nei confronti del giovane Nelson; sembra anche che Spielberg si sia infuriato a tal punto da aver tagliato tutte le inquadrature in cui l'uomo appariva.
Le sfortune del nuovo Indy non finiscono qui. Proprio ieri sono stati rubati dei computer con materiale fotografico inerente al film. La produzione ha fatto sapere che probabilmente tenteranno di vendere tale materiale ma ha consigliato ai media di non comprarlo, poichè si tratta di materiale sottratto illegalmente.

3.10.07

Legione d'Onore a David Lynch

David Lynch ha ricevuto la Legione d'Onore Francese, la massima onorificenza della Francia, direttamente dalle mani di Sarkozy. (CORREZIONE GRAZIE ALL'INTERVENTO DI UN ANONIMO NEI COMMENTI: Lynch aveva già ricevuto l'onorificenza nel 2002, acquisendo il primo dei cinque gradi, quello di Cavaliere. Adesso è passato al secondo grado, con la nomina di Ufficiale.) Il Presidente Francese si è così espresso: "David Lynch è un genio. Ciò che è davvero strano è che la gente pensa che sia un tipo un pò originale. E' invece un uomo profondamente normale. Ciò che è strano è la vita, non la prospettiva da cui la guardi." Lynch, da par suo, ha detto: "Il mio francese è povero ma il mio cuore è ricco oggi. Non è un segreto che amo la Francia, la sua arte e il suo amore per l'arte." Alla cerimonia erano presenti anche Roman Polanski e Sharon Stone. Leggi gli articoli in giro per il web.
Ricordiamo che il rapporto tra la Francia e Lynch è sempre stato idilliaco. Tra le altre cose, Lynch ha vinto la Palma d'Oro a Cannes con Cuore Selvaggio e la Palma come miglior regia per Mulholland Drive.

Babel

Babel di Alejandro Gonzalez Inarritu
(2006) Usa\Fra\Mex

Camera perennemente a mano, anche nelle inquadrature fisse, ad eccezione di pochi momenti fondamentali. Totale assenza di raccordo tra una scena e l'altra. Montaggio apparentemente 'sballato' che smaterializza il tempo e ne confonde la percezione. Queste sono le costanti del cinema di Inarritu, unite a storie di dolore profondissimo e tragico dove a farla da padrona è sempre il caso: i personaggi dell'autore non sembrano avere colpe se non quelle di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Tutti elementi che rendevano affascinante 21 grammi e che ritroviamo qui; a differenza del film precedente, però, qui c'è una linearità più rigorosa (anche se solo apparente) ed una storia di più ampio respiro, che si muove tra i quattro angoli del mondo: una giapponese, due americani, due mexicani e una famiglia di marocchini influenzano le proprie vite senza saperlo, in luoghi e momenti lontani. Oltre al tempo, quindi, è anche lo spazio (che divide i protagonisti) a smaterializzarsi, a rendere vicino ciascuno di loro per un semplice motivo: a qualsiasi etnia o cultura si appartenga, c'è una cosa che rende uguali tutti gli essere viventi. L'umana disperazione che ci contraddistingue.
Babel è un film difficile, che sembra non iniziare mai mentre invece si è nel cuore della vicenda senza accorgersene fin da subito. E' un film che racconta una storia infelice e difficile in un'ottica cinematografica che è un concentrato di stile e di rottura con il cinema classico; è anche una riflessione sul mezzo, su come non sia importante la vicenda quanto come la si narra. Di Inarittu, intoltre, percepisco la volontà di non far immedesimare eccessivamente lo spettatore con i personaggi, quasi prendendo le distanze da quel dolore che non è nostro ma solo loro, solo di chi lo sta vivendo. In tutto questo, Brad Pitt raggiunge un nuovo livello recitativo della sua carriera e gliene va dato merito.
Non un film memorabile, ma Inarittu si conferma una presenza importante del panorama cinematografico.

2.10.07

Il Labirinto del Fauno

El labirinto del fauno di Guillermo del Toro
(2006) Spa/Mex/Usa

Il regista del Toro è l'autore che oscilla tra maxi-produzioni USA e piccoli film più personali ma sempre sul filo del fantastico. Il labirinto del fauno è probabilmente l'opera più matura e rappresentativa del suo stile. E' la storia di una bambina che all'ombra della guerra civile spagnola, nel 1944, deve subire le angherie di un patrigno fascista; ferita nell'anima da quei tempi bui, la piccola trova rifugio in un mondo altro dove lei stessa è una principessa. Ma dovrà prima superare tre prove per essere proclamata tale ed ottenere il regno e l'immortalità. E' una storia che gioca tantissimo con elementi mitologici e detta così sembrerebbe una favola. Il problema è che una favola nera. Nerissima. Con una dose altissima di violenza, che quasi non ci si aspetta di veder comparire sullo schermo; non solo il sangue scorre in abbondanza ma del Toro non si fa scrupolo a mostrare il tutto in primo piano. Probabilmente per illudere lo spettatore ad un deciso distacco tra il mondo reale e il mondo fantastico che non si realizza poi tanto. E' nel mondo fittizio che il regista dà prova di una fantasia niente male: crea una serie di personaggi e di mostri visivamente molto forti, magari non originali (ma come detto, siamo nel campo dei riferimenti mitologici) ma pur sempre di gran presa e pure paurosi. Questo insieme di elementi rende il film difficile da collocare: non è certo adatto ai bambini per la violenza di cui prima ma quale adulto accetterebbe di vederlo mettendo da parte le sue resistenze su un mondo fatto di fate e fauni? Infondo il film parla anche di questo: di come l'innocenza dei bambini possa resistere a qualsiasi forza maligna. Ma il finale del film è, se è possibile, ancora più nero: la fantasia vince ma a che prezzo? In ogni caso, il film ne esce vincitore perchè è girato con mano sicura ed esperta, interpretato benissimo e allestito ancora meglio: meritatissimi, infatti, i tre Oscar vinti (trucco, scenografia, fotografia). Forse un montaggio un pò troppo affrettato è un difetto che può saltare all'occhio.

Da oggi sono un fan di Guillermo del Toro, anche perchè è forse l'unico che crea mondi fantasy di proprio pugno e non andando a saccheggiare saghe letterarie come Signore degli Anelli o Cronache di Narnia.

1.10.07

I Film del Mese: Ottobre 2007


  • Michael Clayton di Tony Gilroy (5);
  • Cemento armato di Marco Martani (5);
  • Surf's Up - I re delle onde di A. Brannon, C. Buck (5);
  • Rush Hour - Missione Parigi di Brett Ratner (5);
  • Mr. Brooks di Bruce A. Evans (5);
  • Angel di Francois Ozon (5);
  • SMS - Sotto mentite spoglie di Vincenzo Salemme (12);
  • Stardust di Matthew Vaughn (12);
  • Becoming Jane di Julian Jarrold (12);
  • Resident Evil:Extinction di Russell Mulcahy (12);
  • The Invasion di Oliver Hirschbiegel (12);
  • Ratatouille di B. Bird, J. Pinkava (17);
  • La giusta distanza di Carlo Mazzacurati (19);
  • Waitress - Ricette d'amore di Adrienne Shelly (19);
  • 3:10 to Yuma di James Mangold (19);
  • Molto incinta di Judd Apatow (19);
  • Un'altra giovinezza di Francis Ford Coppola (26);
  • 2061 - Un anno eccezionale di Carlo Vanzina (26);
  • Giorni e nuvole di Silvio Soldini (26);
  • Elizabeth - The Golden Age di Shekhar Kapur (26);
  • Il caso Thomas Crawford di Gregory Hoblit (26);
  • Die Hard - Vivere o morire di Len Wiseman (26);
  • Seta di Francois Girard (26);
  • La terza madre di Dario Argento (31).

Scegliete. Io spero di riuscivere a vedere Argento, Coppola, Soldini e Girard al Roma FilmFest.

Manuale d'amore 2 - Capitoli successivi

Manuale d'amore 2 - Capitoli successivi di Giovanni Veronesi

(2007) ITA

Forte del successo del primo capitolo, Veronesi e la stessa squadra produttiva tornano alla carica. E in effetti il risultato al botteghino è stato entusiasmante. Un pò meno quello artistico perchè la formula escogitata da Veronesi per il primo capitolo (quattro episodi legati dal filo dell'amore) già sembra essere un pò ripetitiva. Qui l'attenzione si sposta non tanto sull'amore ma sui suoi estremi, che siano erotici, omosessuali o quant'altro. Il punto è che a me Giovanni Veronesi piace: ha un qualcosa nello scrivere e nel dirigere che fa emergere la sua personalità e questo è già tanto per un regista italiano. Solo che questo film sembra stia sempre per decollare e invece non accade mai. Infatti si ride poco e questo non è necessariamente un segnale negativo ma le sfumature che resero originale Manuale d'amore qua risultano un pochino forzate. Interessanti, invece, le tematiche sociali toccate come la legge sulla fecondazione assistita o il matrimonio gay. Poi c'è da dire che Veronesi sa scegliersi molto bene gli attori e li dirige ancora meglio e difatti il cast è forse ciò che rende davvero speciale il film. Non solo, ma quando hai la fortuna di poter cucire un ruolo addosso ad uno come Carlo Verdone di certo vai sul sicuro. Con il risultato che è sempre il suo l'episodio più 'melancomico'.
Va detto, comunque, che forse Veronesi è l'unico che ancora ci crede nella commedia italiana e un pò ci prova a svecchiarla e a renderla contemporanea. Impresa ardua ma i risultati non sono neanche da cestinare.