29.11.07

Aggiornamento: il musicista David Lynch

Un anonimo commentatore, che ringrazio, segnala la possibilità di poter già acquistare in Italia il cd Polish Night Music di cui abbiamo appena parlato. Lo potete acquistare qui.

28.11.07

Ipse Dixit: il fine giustifica i mezzi

Jean-Luc Godard: "Da giovane ogni tanto rubavo soldi per andare al cinema e piu' tardi per fare film. Era necessario, o perlomeno mi sembrava necessario. Una volta ho rubato soldi in famiglia e li ho dati a Jacques Rivette per il suo primo film."
(da Ansa.it)

27.11.07

Il musicista David Lynch

I giovanotti di Dugpa segnalano l'avvenuta pubblicazione americana del singolo "Ghost of love" tratto dalla INLAND EMPIRE Soundtrack. Come b-side compare una canzone inedita cantata sempre da David Lynch, dal titolo "Imaginary girl". Dal titolo si può intuirla come una canzone strettamente legata ad INLAND EMPIRE e mai pubblicata. Stessa sorte toccata ad una serie di composizioni ad opera di David Lynch e Marek Zebrowski che vedranno però la luce entro breve. Si tratta di quattro brani registrati negli studi di Lynch tra il 2004 e il 2006, per la durata totale di 77 minuti di musica da ascoltare rigorosamente "quando scende il buio", come consigliano gli autori. I quattro brani ("Night - City back street", "Night - A landscape with factory", "Night - Interiors", "Night - A woman on a dark street corner") verrano pubblicati in un cd speciale dal titolo Polish Night Music e verrà messo in vendita sul sito di Lynch, ma probabilmente apparirà anche su Amazon.
Insomma, di vederli in Italia manco a parlarne (io qui da noi non ho neanche visto la soundtrack di IE). Quindi: munitevi di carta di credito.

24.11.07

Y tu mamà también

Y tu mamà también di Alfonso Cuaròn
(2001) Mex

E' questo il film che ha donato il successo sia a Cuaròn che a Diego Luna e Gael Garcia Bernal, i due splendidi, va detto, protagonisti di questo piccolo film che è piccolo come lo potrebbe essere un gioiello di grande valore.
Y tu mama tambien è la storia di due diciassettenni, legati da profonda e adolescenziale amicizia, che intraprendono un viaggio in macchina per raggiungere un posto che non sanno neanche esistere, una spiagga dal mitico nome di 'la bocca del cielo'. Il viaggio è solo un pretesto per portare con l'avvenente Luisa (Maribel Verdù), donna più grande di loro che accetta l'offerta solo per tagliarsi fuori da una vita deprimente che le ha riservato un'ultima, dolorosa scoperta che decide di non rivelare a nessuno. Lo scopo dei ragazzi è semplicemente portarsela a letto. E quando uno dei due ci riesce il delicato equilibrio di questo triangolo si rompe inesorabilmente, mettendo a rischio soprattutto l'amicizia dei due compari.
Il tutto in un emozionate 'road trip' attraverso il Mexico, ambientazione fondamentale che con le sue contraddizioni fatte di estrema miseria e allegro disincanto proietta esattamente ciò che anima i protagonisti del film. Elemento non trascurabile visto che uno dei pregi della pellicola è il fatto che non si limita il più delle volte a 'mostrare' quanto piuttosto a 'suggerire' l'evolversi della storia, dei sentimenti dei protagonisti e del viaggio. Un viaggio fatto soprattutto di dialoghi senza pudore, sesso parlato e compiuto, un viaggio destinato ad un epilogo (anche sessuale) forse non inaspettato a livello di trama ma decisamente amaro, di quella malinconia che davvero non t'aspetti e in realtà hai avvertito per tutta la durata del film. E sta qua la vittoria di Cuaròn: ci emoziona delicatamente, senza abusare di noi e dei suoi meravigliosi personaggi.
Unico neo: la regia è quasi alla stregua del Dogma di von Trier e ci può stare visto il 'tumultuoso' viaggio a cui assistiamo; ma l'utilizzo della macchina da presa nella prima parte del film (mentre non siamo in viaggio, insomma) infastidisce non poco e un fa pensare a una mancata visione d'insieme del film. Ma ci può stare.

23.11.07

La conversazione

The conversation di Francis Ford Coppola
(1974) USA

La conversazione viene considerato un film minore nella cinematografia di Coppola da qualcuno, da altri è visto invece come un film altrettanto importante. Io mi ascrivo nella seconda categoria perché è un film che non ha nulla di invidiare a pezzi grossi come Il padrino o Apocalypse Now.
La conversazione inizia con un incipit fra i più belli nella storia del cinema, sia a livello visivo che a livello narrativo. E rientra in quel gruppo di film che nel corso degli anni '70 (vedi anche Ereserhead di Lynch) hanno cominciato ad approfondire il concetto di design sonoro, considerato non più componente marginale del film ma elemento fondamentale che addirittura in questo film si sostituisce ai dialoghi o a blande colonne sonore (fatta eccezione per il bellissimo tema musicale al pianoforte). E' un film, infatti, in cui l'udito è parte integrante della storia e il sound design riesce a rendere splendidamente le difficoltà di un intercettatore (un magnifico Gene Hackman) che altro non è che una spia privata al soldo di chiunque. Finchè un giorno la sua morale e i suoi sensi di colpa si scontreranno con il suo mestiere. Ovviamente, nel pieno del suo stile, Francis Ford Coppola ci infila tutta una serie di elementi che non si limitano a cornice ma diventano parte integrante della storia. E un modo di rendere ogni scena che è il suo stile allo stato puro: solo Coppola, per esempio, può far ripetere tre volte di fila lo stesso movimento di macchina senza infastidire lo spettatore; solo Coppola costruisce ogni scena (davvero tutte, non ne fa eccezione una) con una precisione inusitata e un'arguzia visiva che tiene sempre desta l'attenzione del pubblico, oltre che ad essere artisticamente invidiabile.
E' per me un film fondamentale del cinema americano. Un film d'autore che non ha bisogno di grandi mezzi per andare dritto al cuore. Perfetto.

21.11.07

Frames: Magnolia

"Piovono rane dal cielo?"

20.11.07

Ipse Dixit

Harold Pinter: "Hollywood e' sempre stato un cesso di posto. Ma da questo schifo sono riusciti a produrre i film piu' sorprendenti. Non ne è un esempio The Bourne Ultimatum: un film che manca di qualsiasi intelligenza."
(da Ansa.it)

19.11.07

Uno sguardo altrove: Dexter

Il gusto e le esigenze degli spettatori televisivi sono irrimediabilmente cambiati. Ne sono la prova i serial che si sono affermati negli ultimi anni (Nip/Tuck, Dr. House M.D.) dove le immagini crude, le vicende realistiche e la nerissima atmosfera in cui si svolgono dimostrano come ormai anche il grande pubblico vuole qualcosa di più, dove i confini tra bianco e nero non siano poi così definiti. Ne è prova il nuovo serial americano del momento.
Dexter (Michael C. Hall) è un ematologo forense della polizia di Miami. E' un bell'uomo, ama il suo lavoro, ha una sorella che stravede per lui e una ragazza con cui sta instaurando una relazione seria, gli piace fare gite in barca e mangiare alla guida della sua auto. C'è un solo problema: Dexter è un sociopatico. La sua vita brillante si trasforma nella notte, quando diventa un feroce serial killer dalla sorprendente lucidità che uccide tutti coloro che, per un motivo o per un altro, non sono stati assicurati alla giustizia seppur colpevoli. Il suo disturbo lo porta a fingere anche nella vita di tutti i giorni: Dexter non prova sentimenti, è letteralmente vuoto dentro, incapace di qualsiasi relazione affettiva e sessuale (frequenta una ragazza solo per facciata e perché quella ragazza, a causa di uno stupro, ha terrore del sesso). L'unica eccitazione gli proviene dal sangue e dunque dal suo lavoro di giorno e dalla sua malattia di notte.
Il serial Dexter muove i passi direttamente da Dr. House ma compiendo un'ulteriore evoluzione: il medico House è un cinico che sacrifica tutti i suoi valori per il bene della medicina; per quanto contestabile, dunque, ha una morale inattaccabile. Dexter, invece, non ha scusanti perché non ha morale: non uccide per semplice vendetta (e già questo sarebbe molto poco etico) ma per soddisfare un bisogno malato, quello di uccidere. Per affrontare un tema così forte, gli ideatori hanno scelto il giusto dosaggio di crudezza (sangue e cadaveri in abbondanza) ed ironia (i dialoghi fuoricampo del protagonista accentuano lo scarto tra la sua sociopatia e la brillante vita che conduce). Il tutto in una fotografia che risalta il luccicare malsano di una Miami divorata dalle perversioni, dove forse il più 'sano' di tutti sembra essere proprio Dexter che quanto meno arriva laddove la giustizia non può.
Ora si tratta di vedere dove vorrà arrivare questo serial. Perché fermo restando che l'impatto dei primi episodi è affascinante e coinvolgente, risulta palese (almeno a me) l'impossibilità di qualsivoglia identificazione con il protagonista; può fare simpatia, può suscitare ammirazione perché è un professionista del suo mestiere ma rimane ugualmente un folle che uccide a sangue freddo e il fatto che uccida cancri della società non basta a dargli credito. Dexter, infatti, cerca le prove prima di uccidere: con quelle stesse prove potrebbe assicurare i criminali alla galera, ma preferisce ucciderli e conservarne una goccia di sangue come trofeo. Un serial killer, dunque. Quel genere di individuo che nei serial o nei film è il nemico da scovare ed eliminare. L'amoralità come ultima frontiera del serial americano è stata raggiunta. Quale il prossimo passo?

17.11.07

Uno sguardo altrove: Silent Hill

Perché dedicare un post al videogame Silent Hill? Perché chiunque ci abbia giocato sa bene di trovarsi davanti non ad un semplice gioco ma a qualcosa che si avvicina tantissimo ad un'esperienza cinematografica.
Silent Hill nasce nel 1999 e in Italia parte molto in sordina. Distribuito in poche copie, riesce ad affermarsi solo attraverso il passaparola e lo scambio. Motivo del successo? Il gioco diventa in breve un vero e proprio cult per due ragioni: la paura e il taglio cinematografico.
Per quanto riguarda il primo profilo, Silent Hill, a pari dei film storici di genere thriller e horror, terrorizza davvero, fa sobbalzare dalla sedia e ti fa seguire le avventure del protagonista con vera e propria apprensione. Il motivo di questa tensione è l'ambientazione del gioco: Silent Hill è una piccola cittadina turistica che improvvisamente viene avvolta da una nebbia fittissima e dalla desolazione più totale. Henry, il protagonista, arriva in città ma a causa di un incidente d'auto smarrisce la figlioletta di 7 anni. Dovrà buttarsi a capofitto in quella nebbia per ritrovarla. E ad ogni angolo che si dovrà girare, ad ogni edificio che si dovrà esplorare, voi avrete i nervi a fior di pelle perché la ricostruzione è impeccabile. Di tale ambientazione, il punto forte (rimasto nella storia) è il design sonoro: in Silent Hill si passa dal silenzio più totale (vista l'ambientazione) all'introduzione di suoni metallici irritanti, spaventosi, che aumentano con l'avvicinarsi di un pericolo; ogni volta che si sente uno di quei suoni, si ha terrore ad ogni passo da compiere. A tutto ciò si aggiunge una fotografia dai colori acidi e saturi, una trama ben congegnata e un'ampia giocabilità (il gioco può concludersi in 5 modi differenti, a seconda delle azioni compiute). Il secondo profilo, il taglio cinematografico, è il marchio distintivo di Silent Hill: il gioco è girato come un vero e proprio film; seguiamo il protagonista attraverso carrellate, movimenti di macchina e animazioni che sono scene a tutti gli effetti. Una caratteristica già tentata in Resident Evil ma che qui raggiunge il suo compimento più pieno, diventando pietra miliare e punto di riferimento per tutti i videogame a venire. Una cura del particolare cinematografico che non si vedeva dai tempi di The Dig (videogame di George Lucas e Steven Spielberg).
Silent Hill ha prodotto 4 videogame e ora ne sta per arrivare un quinto, senza contare la trasposizione cinematografica di molto fedele allo spirito del gioco. Seppur un pò datato, consiglio caldamente Silent Hill e tutti gli episodi a venire e ringrazio Zed per avermi spinto, qualche tempo fa, ad intraprendere quest'avventura.

16.11.07

2 a 0 per gli sceneggiatori

Lo sciopero degli sceneggiatori di Hollywood aveva fino ad ora provocato danni solo alla televisione, con lo stop di numerosi talk-show e serial. Adesso arriva la prima vittima eccellente, un vero e proprio film di Hollywood. Si tratta di Angeli e Demoni, sequel de Il Codice Da Vinci, sempre per la regia di Ron Howard con Tom Hanks. Il film (con location a Roma) è stato sospeso proprio a causa dello sciopero degli sceneggiatori; la data di uscita (Natal 2008) è stata per forza di cose spostata al 15 maggio 2009.
Intanto, la trattativa per lo sciopero riprenderà il 26 novembre.

14.11.07

Frames: Wonder Boys (2000)

[Narrando] "Così, eccoci qui. Da qualche parte nella notte, un editore di Manhattan si aggirava per le strade di Pittsburgh; uno scrittore di successo al suo fianco, un cane morto nel suo bagagliaio."

13.11.07

Festival del Cinema Libero, III edizione

Ricevo e con piacere pubblico.
"Ciao Massimo, sono Lilith di Moviezone. Sto lavorando all’organizzazione di un festival del cinema con concorso per registi esordienti e underground. Si tratta del Festival del Cinema Libero, alla sua terza edizione, un festival che punta sul valore etico ed estetico delle opere, un piccolo festival che si pone come un punto di incontro e scambio d’opinioni."
Sul sito della manifestazione troverete il regolamento e il bando per partecipare al concorso, nonché tutte le news per seguire da vicino l'evento.

12.11.07

The Prestige

The Prestige di Christopher Nolan
(2006) Usa\Uk
Per quanto mi riguarda, The Prestige di Nolan è uno dei migliori film che ho visto negli ultimi anni. E il merito va soprattutto al regista stesso che è fra i pochi, in America, a possedere una propria e personalissima visione del cinema che gli permette di realizzare opere che sono la perfetta sintesi di arte e intrattenimento, senza che nessuno dei due elementi prevarichi sull'altro.
Christopher Nolan si è fatto notare con il buonino Memento, si è confermato con il (per me) bellissimo Insomnia e si è concesso al grande pubblico di genere con Batman Begins, senza mai tradire se stesso o le sue aspirazioni ma anzi marchiando le sue opere di quel segno fondamentale che lo rendono autore a tutti gli effetti. La padronanza del mezzo, l'accuratissima messa in scena e la direzione degli attori sono i suoi segni distintivi. In The Prestige, per esempio, c'è una ricostruzione dell'Eta Vittoriana che è sia personale che fedele alla realtà storica. C'è una storia, quelle della spietata lotta fra due illusionisti, che nasconde fra le pieghe il segreto stesso della messa in scena cinematografica; la ricerca dell'illusione perfetta a tutti i costi, la necessità di invaghire un pubblico che non è vittima degli effetti speciali ma compiaciuto spettatore. E la costruzione psicologica dei personaggi è encomiabile, laddove luci e ombre intervengono a dipingere non solo atmosfere ma sentimenti ed emozioni. Sul ricchissimo cast, inoltre, nulla da ridire ma una menzione speciale se la merita Christian Bale che fra gli attori della sua generazione è decisamente quello che spicca a buon ragione.
The Prestige è quel genere di film che si consiglia sia agli amanti delle storie che sanno tenerti in tensione, sia ai cultori del cinema. Perché il film non è etichettabile, non si ascrive ad un genere: proprio perché è Nolan allo stato puro e il regista sa imporre il suo sguardo senza far mancare nulla a tutto il resto.

10.11.07

Haiku

Franco Battiato: "Tarantino sostiene che il cinema italiano fa schifo? Io penso lo stesso di lui... Non ho preconcetti nei confronti di nessun genere cinematografico ma non amo affatto il trash di Tarantino."

8.11.07

Nanni Moretti presenta Torino

Nanni Moretti ha presentato in conferenza stampa, nella sala del suo Cinema Sacher, il programma della 25.ma edizione del Torino Film Festival, di cui da quest'anno è direttore artistico. Il Festival (23 novembre - 1 dicembre) presenta alcune novità, come le sezioni La zona (dedicata alle più nuove frontiere del cinema) e il ciclo di incontri pomeridiani, L'amore degli inizi, dedicato alle opere prime di cinque registi affermati che discuteranno con Moretti dei loro esordi (visto che il Torino FilmFest si propone come trampolino soprattutto per gli esordienti). Nessun film italiano in concorso ma nella sezione Panorama italiano ritroviamo In fabbrica di Francesca Comencini (documentario), Vogliamo anche le rose di Alina Marazzi, Lascia perdere Johnny (esordio alla regia di Fabrizio Bentivoglio), Nelle tue mani di Peter Del Monte e La signorina effe di Wilma Labate. Film d'apertura è The Savages di Tamara Jenkins, mentre il vero colpaccio di Torino è il film di chiusura, ovvero il nuovissimo di David Cronenberg, Eastern Promises.
Non sono mancate le polemiche con il Roma FilmFest. Nanni Moretti: "Abbiamo dovuto rinunciare ad alcuni titoli, che hanno preferito andare alla Festa di Roma. come il cartone animato Paura del buio che, non l'ho detto io, è stato mandato allo sbaraglio. Ma non è polemica, è un fatto di calendario e oggettivamente non si può far finta di niente. Però, se c'è un festival, come quello di Torino che va avanti da 24 anni e uno, come quello di Venezia, che è al 75esimo appuntamento, perché mettersi a ottobre? "

7.11.07

Sceneggiatori americani in sciopero

E' probabilmente noto a tutti ciò che sta accadendo in America nel settore dello spettacolo e quali conseguenze sta avendo. Per dirla in breve: dopo mesi di trattative arenate, il sindacato degli sceneggiatori ha proclamato lo sciopero ad oltranza finchè la situazione non verrà risolta. Il motivo di fondo sono i guadagni sui nuovi medium che trasmettono prodotti coperti da copyright: in pratica gli sceneggiatori chiedono di guadagnare il giusto anche sulla nuova distribuzione (Internet, cellulari e così via) dei loro prodotti. Un diritto che Hollywood vuole concedere solo a percentuali bassissime, almeno per ora. Il risultato è bizzarro: le produzioni cinematografiche per ora non temono nulla perché , ovviamente, i progetti in corso sono stati scritti anche diversi anni fa; per loro il pericolo arriverà solo con tempi lunghi. La televisione, invece, ha immediatamente accusato il colpo: diversi e popolarissimi talk-show hanno dovuto sospendere la programmazione (David Letterman Show e Jay Leno Show, per esempio e fra l'altro i due noti conduttori, insieme a tante altre star, sono solidali con gli sceneggiatori) e ora sono a rischio i serial tv. Molti, infatti, saranno costretti a fermarsi fin dove sono arrivati: 24, per esempio, è arrivato a soli 9 episodi e Marc Cherry, creatore e sceneggiatore di Desperate Housewives, si è detto preoccupato perché la serie è arrivata ad un punto cruciale, cioè la morte di un personaggio importante che chiude un episodio senza rivelare chi sia questo personaggio, con il rischio di lasciare la questione insoluta per settimane e settimane.
Nell'attesa degli sviluppi, credo sia importante sottolineare l'aspetto più curioso di tutta la vicenda: a scatenare tutto questo putiferio sono le nuove tecnologie che aprono inediti canali di distribuzione. Quei canali, insomma, che fino a qualche anno fa i produttori di Hollywood indicavano come il cancro dell'industria dello spettacolo e che invece adesso vogliono piegare ai propri guadagni. Se non puoi batterlo, insomma, fattelo amico. A discapito non solo degli sceneggiatori ma soprattutto delle maestranze: se lo sciopero si prolungherà, infatti, sono a rischio 200.000 posti di lavoro.

6.11.07

C'era una volta Dario Argento...

Mi preme buttare giù due righe di riflessione all'ombra della cocente delusione de La terza madre (a tal proposito, sottoscrivo in toto la recensione di Mereghetti). Parole che nascono da una full-immersion nel mondo di Dario Argento che ho avviato in questi giorni proprio per capire da dove il regista italiano sia partito e dove è arrivato.
Ad esempio, in questi giorni ho potuto rivedere dei classici di Argento come Phenomena o i bellissimi Suspiria e Profondo Rosso. Film che messi a confronto con i recenti Non ho sonno, Il cartaio o il nuovissimo La terza madre fanno addirittura sorgere il dubbio che siano stati scritti e diretti dalla stessa persona. E' anche vero, però, che già nei primi film è possibile ritrovare elementi che nella carriera recente di Argento sono diventati i suoi difetti più imperdonabili. Non mancando in Phenomena, ad esempio, dialoghi piuttosto puerili che ricordano quelli de La terza madre. Ma Phenomena rimane comunque un gran bel film, che si distingueva all'epoca. Così come Profondo Rosso rasenta il capolavoro nel suo genere: una maestria nella composizione delle imamgini, delle inquadrature e nell'utilizzo delle musiche e degli attori che è quasi impossibile ritrovare nel moderno Dario Argento.
C'è da chiedersi, a questo punto, se è Dario Argento ad essere cambiato o è il pubblico ad essere cambiato. Io sarei per la seconda ipotesi: i primi film del regista colpivano per proprietà del mezzo, stile ben definito e volontà di proporre il nuovo in un genere che è sempre sull'orlo del logoramento. Il problema è che tutto ciò è rimasto immutato. Ma tra Profondo Rosso e La terza madre ne è passato di tempo e ne sono successe di cose nel mondo del cinema horror e thriller, cose che non possono essere ignorate per rimanere fedeli ossessivamente a se stessi ma che vanno affrontate, assimilate e rielaborate per arricchire il proprio stile.
Vedere Suspiria e vedere poi La terza madre provoca una fitta al cuore. L'orgoglio patrio per Dario Argento si trasforma in rabbia ed imbarazzo. Perché lui non si è sforzato di andare oltre, di tenere il passo. E troppo spesso ha sfiorato il ridicolo. Per questo in Dario Argento, dopo l'ultima cocente delusione, non riporrò più alcuna fiducia e continuerò a godermi i suoi primi, piccoli classici, artigianali e splendidi.

Super cast per il nuovo Tornatore

Il cast delineatosi per il nuovo film di Giuseppe Tornatore, dal titolo Baaria, è particolarmente ricco. Sembra che l'idea sia di riunire 45 attori professionisti circondati da numerosi esordienti. Gli ultimi arrivati in ordine di tempo sono Vincenzo Salemme e Laura Chiatti, che si vanno ad aggiungere a Raoul Bova, Leo Gullotta, i frattelli Rosario e Beppe Fiorello, Giorgio Faletti, Aldo Baglio in prestito dal trio con Giovanni e Giacomo, Ficarra e Picone, Gabriele Lavia, Angela Molina, Nicole Grimaudo, Nino Frassica, Enrico Lo Verso, Spiro Scimone.
Il regista siciliano torna alla regia dopo l'ultimo pluri-premiato La sconosciuta e torna ad una ambientazione a lui familiare, la Sicilia, già esplorata in film come Malèna e Nuovo Cinema Paradiso. Il kolossal Leningrad a cui Tornatore lavora da anni è ancora una volta rimandato.

4.11.07

Un'altra giovinezza

Youth without youth di Francis Ford Coppola
(Usa/Ita/Ger/Fra/Rom) 2007

Abbiamo atteso per dieci anni il suo ritorno. Aveva deciso di ripresentarsi al pubblico e alla critica proprio a Roma, rendendoci orgogliosi di ciò. In conferenza stampa Coppola era raggiante e fiero del suo lavoro. E invece? E invece Un'altra giovinezza è una sonora delusione. Ma per non essere impietosi sarà bene prima sottolineare ciò che c'è di buono in questo film.
Innanzitutto, va dato a Francis Ford Coppola il merito del coraggio. Coraggio di sperimentare, coraggio soprattutto di aver realizzato un'opera che non sembra neanche sua, talmente è difficile ritrovare il suo stile in questo film. Coraggio di aver realizzato un film che difficilmente può essere etichettato o associato ad un qualsiasi altro referente nel cinema. Coraggio per aver scelto proprio questo salto nel buio per segnare la sua rinascita artistica. Le intenzioni, insomma, erano ottime. E' il risultato ad essere deludente. Un'altra giovinezza è un film incredibilmente ostico, difficile da seguire, a tratti pure noioso e al limite del ridicolo, quasi imbarazzante! Alcune intuizioni stilistiche sono pregevoli (le immagini capovolte per segnalare l'incombenza di un sogno, ad esempio) ma basta questo a far sì che un film rasenti la sufficienza? Insomma, basta l'imponente base culturale a cui si ispira il film per giustificarne la complessità? No, secondo me no.
Il lungo incipit del film è bellissimo. Ma poi tutto diventa confuso e snervante. Dei tanti elementi del film (il thriller, la filosofia, la religione, l'oriente), il lato sentimentale è curiosamente il meno riuscito: momenti melodrammatici scontati e del tutto banali (quando partiva la musichetta straziante poi...) che andavano a stridere con tutto il resto. E' un film, insomma, su cui si doveva lavorare di più; tagliando magari alcuni momenti del tutto superflui (come la lunga parentesi indiana, ad esempio) e prediligendo un approfondimento delle tematiche che rimangono così oscure. Perchè non si faccia confusione, è bene dire che non sto dicendo che il film non m'è piaciuto perché non ne ho compreso la trama. Anzi, quando la storia di un film è solo pretesto io mi elettrizzo ancora di più. Ma qui non solo la trama non è pretesto ma è proprio il film a non andare oltre gli obiettivi che si prefigge: si impalla, barcolla e declina inesorabilmente, con anche delle notevoli forzature nei simbolismi e nelle metafore.
Un'altra giovinezza è un atto coraggioso e sperimentale, non riuscito neanche a metà. Ma è comunque un film che deve essere visto perché da qui a qualche anno se ne parlerà ancora. E a volerla dire tutta, anche Apocalypse Now ebbe la stessa accoglienza (sembra che la delusione per il nuovo Coppola sia abbastanza diffusa) per poi essere riconosciuto universalmente come capolavoro. Chissà, insomma, potremmo ritornare a parlarne per rivedere queste posizioni. Nel frattempo... delusione cocente!
P.S. Tim Roth, in compenso, è meraviglioso!

2.11.07

X-Files pronto a tornare

E' da anni che la notizia gira senza mai avere una conferma definitiva e sicura. Adesso c'è. Il secondo film di X-Files si farà.
L'occasione sarà ghiotta per rivivere le mitiche atmosfere che il serial durato 9 anni ha portato in tutto il mondo. Rivedremo sullo schermo riunirsi la coppia Mulder e Scully (David Duchovny e Gillian Anderson), mentre sia alla sceneggiatura che alla regia dovrebbero esserci Chris Carter, ideatore e vera mente di X-Files. Non si sa ancora molto della trama della pellicola, ma un paio di notizie certe ci sono: il film verrà girato a Vancouver (sede storica delle prime 5 stagioni del serial, che poi si spostò a Los Angeles) e ha già una data di uscita nelle sale americane, cioè il 25 luglio 2008.
A sei anni dalla conclusione del serial, a dieci anni dal primo capitolo cinematografico, X-Files è pronto a tornare sul grande schermo. L'attesa è tanta, anche per vedere cosa succederà: il successo non è poi così garantito, visto ormai il molto tempo trascorso dalle ultime avventure dei due agenti dell'FBI. Staremo a vedere.

1.11.07

I Film del Mese: Novembre 2007


  • L'uomo privato di Emidio Greco (2);
  • The Bourne Ultimatum di Paul Greengrass (2);
  • Il campeggio dei papà di Fred Savage (2);
  • Ai confini del paradiso di Fatih Akin (9);
  • I Vicerè di Roberto Faenza (9);
  • Come tu mi vuoi di Volfango De Blasi (9);
  • Lo spaccacuori di Farrelly Bros. (9);
  • I guardiani del giorno di Tibur Berkmambetov (9);
  • Il passato di Hector Babenco (9);
  • Sleuth di Kenneth Branagh (9);
  • Meduse di E. Keret, S. Geffen (9);
  • Il nascondiglio di Pupi Avati (16);
  • L'abbuffata di Mimmo Calopresti (16);
  • Matrimonio alle Bahamas di Claudio Risi (16);
  • La leggenda di Beowulf di Robert Zemeckis (16);
  • Matador di Richard Shepard (16);
  • 1408 di Mikael Hafstrom (23);
  • Milano-Palermo il ritorno di Claudio Fragrasso (23);
  • Across the Universe di Julie Taymor (23);
  • Mein Fuhrer di Dani Levy (23);
  • Lezioni di cioccolato di Claudio Cupellini (23);
  • Factory Girl di George Hickenlooper (23);
  • August Rush di Kirsten Sheridan (30);
  • Charlie viene prima di tuo marito di Mark Helfrich (30);
  • The Nightmare Before Christmas 3D di Henry Selick (30);
  • Diario di una tata di Shari Springer (30);
  • Lascia perdere Johnny di Fabrizio Bentivoglio (30);
  • Fred Claus di David Dobkin (30);
  • The Kingdom di Peter Berg (30).

Noto, con piacere, che è scomparso Next dalle uscite di novembre!