
E' probabilmente noto a tutti ciò che sta
accadendo in America nel settore dello spettacolo e quali
conseguenze sta avendo. Per dirla in breve: dopo mesi di trattative arenate, il sindacato degli sceneggiatori ha proclamato lo sciopero ad oltranza
finchè la situazione non verrà risolta. Il motivo di fondo sono i guadagni sui nuovi medium che trasmettono prodotti coperti da copyright: in pratica gli sceneggiatori chiedono di guadagnare il giusto anche sulla nuova distribuzione (I
nternet, cellulari e così via) dei loro prodotti. Un diritto che Hollywood vuole concedere solo a percentuali bassissime, almeno per ora. Il risultato è bizzarro: le produzioni cinematografiche per ora non temono nulla perché , ovviamente, i progetti in corso sono stati scritti anche diversi anni fa; per loro il pericolo arriverà solo con tempi lunghi. La televisione, invece, ha immediatamente accusato il colpo: diversi e popolarissimi talk-show hanno dovuto sospendere la programmazione (
David Letterman Show e
Jay Leno Show, per esempio e fra l'altro i due noti conduttori, insieme a tante altre star, sono solidali con gli sceneggiatori) e ora sono a rischio i serial
tv. Molti, infatti, saranno costretti a fermarsi fin dove sono arrivati:
24, per esempio, è arrivato a soli 9 episodi e
Marc Cherry, creatore e sceneggiatore di
Desperate Housewives, si è detto preoccupato
perché la serie è arrivata ad un punto cruciale, cioè la morte di un personaggio importante che chiude un episodio senza rivelare chi sia questo personaggio, con il rischio di lasciare la questione insoluta per settimane e settimane.
Nell'attesa degli sviluppi, credo sia importante sottolineare l'aspetto più curioso di tutta la vicenda: a scatenare tutto questo putiferio sono le nuove tecnologie che aprono inediti canali di distribuzione. Quei canali, insomma, che fino a qualche anno fa i produttori di
Hollywood indicavano come il cancro dell'industria dello spettacolo e che invece adesso vogliono piegare ai propri guadagni. Se non puoi batterlo, insomma, fattelo amico. A discapito non solo degli sceneggiatori ma soprattutto delle maestranze: se lo sciopero si
prolungherà, infatti, sono a rischio 200.000 posti di lavoro.
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