26.2.09

Uno sguardo altrove: Lie to me

Il cinematografico Tim Roth è il protagonista di Lie to me, nuovaserie (diretta nemica degli ascolti per Lost) che pesca a piene mani dalle tendenze televisive di questi anni e ha molti debiti nei confronti soprattutto di Dr. House.
Il dottor Lightman (Roth) ha fondato un'agenzia di investigazione molto particolare: collabora con l'FBI ma non si occupa di spionaggio, ottiene incarichi dalla polizia ma non deve dare la caccia ai delinquenti. Il dottor Lightman ha fondato il suo successo sugli studi di una vita: l'analisi delle espressioni facciali e corporali, attraverso le quali sa comprendere quando un individuo sta mentendo. Grazie a questa stupefacente capacità, riesce ad indagare laddove le autorità falliscono (macchina della verità compresa, i cui limiti vengono anche spiegati nel corso degli episodi). Ovviamente, una qualità del genere finisce con l'influenzare anche la vita privata: Lightman non sopporta i bugiardi, capisce quando qualcuno mente ma deve anche moralmente decidere quando è il momento di intervenire.
La storia di per sé è avvincente e la frase d'apertura di ogni episodio (gli eventi narrati non corrispondo a fatti reali) ironicamente stride con i volti noti che spesso vengono mostrati come esempi di bugiardi (con particolare insistenza su Bill Clinton!). Tra i punti di forza della serie, oltre quel gran pezzo d'attore di protagonista che si diverte ad esagerare come non mai, c'è sicuramente un contorto discorso sul senso delle bugie e sulla necessità di mentire. "Tutti mentono" ripete in continuazione il Dr. House e da questa considerazione il medico più famoso di oggi tratta con il dovuto disprezzo ogni persona che ha davanti; il Dr. Lightman, invece, intrattiene rapporti più cordiali con gli altri essere umani, non impedendosi di giudicarli ogni qual volta sparano una balla, rendendo molto difficile la convivenza.
Nel meccanismo della serie, inoltre, si instaura un gioco all'apparenza stupido ma che stuzzica più di un corto circuito: quando un personaggio mente, il Dr. Lightman non manca di spiegarci da cosa lo ha capito (e molte di queste cose si ritrovano anche negli studi di psicologia moderni), mettendoci dinanzi al fatto che abbiamo davanti un attore che sta interpretando (e dunque mentendo) un individuo che mente. Riusciamo a smascherare, in qualche modo, il grande inganno della recitazione e possiamo anche intuire lo sforzo che questa richiede, in questo caso ancora di più. L'abilità del serial sta nel ricordarci che questo gioco di finzione tipico dell'attore è in realtà la maschera che ciascuno si porta dietro nella realtà. 
Prima serie in corso negli USA, sono previsti 12 episodi per ora. 

1 commento:

Anonimo ha detto...

Nonostante venga messo contro il "mio" Lost questo Lie to me mi incuriosisce moltissimo. Ciao, Ale