30.12.08

Cloverfield

Cloverfield di Matt Reeves
(2008) USA

Non c'è riuscito The Blair Witch Project a cambiare le regole del cinema e non ci riuscirà neanche Cloverfield. Tirare in ballo il primo film è doveroso nel parlare del secondo perché entrambi sfruttano il medesimo espediente narrativo: la memoria di una videocamera viene ritrovata, guardando ciò che contiene scopriremo cosa quella videocamera ha inquadrato e cosa dunque ha distrutto New York, il tutto come se lo stessimo vivendo in prima persona e azzerando i presupposti finzione. The Blair Witch Project ovviamente aveva mezzi più modesti e si faceva forte solo dell'idea, Cloverfield non può contare sulla novità e allora utilizza la stessa narrazione aggiungendogli però una mole stupefacente di effetti speciali. Così il film di dieci anni fa era molto più sconvolgente nell'avvicinarsi al pubblico; la pellicola moderna invece non fa altro che mettere in scena il trito e ritrito attacco del mostro alla grande metropoli cercando però l'identificazione con il vissuto dei protagonisti. Certo, le similitudini non finiscono qui se si ricorda che The Blair Witch Project rappresentò anche uno dei primi e più riusciti tentativi di viral marketing, avviando la pubblicizzazione del film (e soprattutto la sua proposizione come documento realistico) molto prima dell'uscita nelle sale, stessa cosa che ha fatto anche il team di Cloverfield (c'è J.J. Abrams nel mezzo) ma soltanto per far sì che se ne parlasse il più possibile e dunque non cercando le stesse pretese del suo antenato. Insomma, il gioco è collaudato per quanto rischioso.
Alla pellicola di Reeves però non si può obiettare nulla essendo puro intrattenimento e realizzata con notevole efficienza, non facendosi mancare quello che è il sottofondo di poche ma buone pellicole catastrofiche degli ultimi anni: non l'evento in sé ma la reazione degli individui che lo affrontano. Non stupitevi quindi se avrete un brivido non tanto alla visione del mostro ma all'immagine di diversi idioti che piuttosto che scappare fotografano con il celluare le macerie della statua della libertà. Allo stesso modo, l'idiota che sta riprendendo con la videocamera ci dà modo di scoprire che cosa è successo a Manhattan ed ecco allora che rivaluteremo il nostro giudizio frettoloso sull'ossessione di digitalizzare tutto anche nei momenti peggiori, estremo tentativo di scavalcare la nostra mortalità. Non poco per una pellicola d'intrattenimento.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Mmmmm... no... continua a non convincermi.
Ottima operazione di marketing, ma dal punto di vista cinematografico mi lascia molto perplesso.
Non credo mi dannerò l'anima per procurarmelo :-)