12.2.07

INLAND EMPIRE

INLAND EMPIRE di David Lynch

(Usa\Pol\Fra) 2006

La storia. Una donna in lacrime guarda in tv una bizzarra quanto inquietante sit-com interpretata da tre conigli antropomorfi. Altrove, una strana signora preannuncia (con frasi enigmatiche) ad un’attrice (eccola, Laura Dern!) i rischi che corre ad essere scelta come protagonista di un film maledetto, la quale cosa avviene l’indomani con somma gioia della donna e pericolosa gelosia del marito. Sennonché non appena le riprese del film iniziano sotto lo sguardo dell’acuto regista Jeremy Irons, l’attrice inizia a perdere contatto con la realtà: confonde se stessa con il personaggio, il tempo si smaterializza e i conigli sembrano uscire dalla tv. Tutto, sembra, sotto il sofferente sguardo della donna di cui all’inizio.

Il doppio. Si conferma il tema cardine della cinematografia di Lynch. Ma se è la protagonista a confondere realtà e fantasia, il film fa molto più che mostrare due mondi. IE è come un fiore che si schiude: più va avanti, più si moltiplicano mondi e personaggi. Il risultato è l’impressione di vedere non uno ma più film e qui si capisce il titolo tutto in maiuscolo che quando compare all’inizio sembra quasi straripare dallo schermo: è il film stesso che quasi rifiuta lo stretto spazio dello schermo e vuole andare oltre, uscire fuori. Qui, a mio parere, si inserisce la scelta di stile del regista, ovvero quella del digitale.

La regia e il digitale. Come qualcuno ha già scritto in precedenza, la scelta del digitale non è infelice: ci rimette (poco, a dire il vero, a patto che vediate il film in una sala moderna e adatta) la qualità dell’immagine ma la tecnica si rivela funzionale alla storia e all’idea lynchiana del cinema: con il digitale, Lynch sta addosso ai suoi attori e all’azione; deforma gli spazi e si incolla alla pelle, segue nei minimi dettagli movimenti ed espressioni, gioca con la luce e con le ombre di cui è fatto il suo cinema. Il digitale si fa strumento per risvegliare i sensi ormai assopiti dello spettatore al cinema canonico ed elimina tutti i limiti che rischiavano di ingabbiare la creatività del regista che grazie al digitale può dare libero sfogo, senza freni, a tutta la sua inventiva. Creando, così, tutti quei mondi di cui è sublime autore, va dritto a quella che è stata la definizione più abusata ma certamente più adatta per IE: un’esperienza extra-sensoriale.

“Non guardate il film, lasciate che sia il film a guardare voi.” Il consiglio di Justin Theroux, uno dei protagonisti, è sicuramente calzante per il decimo film di Lynch. IE è un’orgia di sensazioni costruite con un delicato equilibrio che affascina, conquista e ci conduce nell’universo del regista che per quanto confuso ed angosciante, risulta sempre essere accogliente. La parabola di Laura Dern è coinvolgente non solo per la monumentale bravura dell’attrice, ma perché va a toccare corde e sensibilità comuni, come l’universo femminile, le incontrollabili attrazioni sessuali, il senso stesso del cinema e ciò che questo film dovrebbe essere. Ed è su quest’ultimo che vorrei azzardare una personalissima interpretazione.

Chi è la donna in pericolo? Al termine del film, la sensazione che ne ho ricevuto io è che la vera donna in pericolo del film non è tanto Laura Dern quanto la “donna perduta” che apre e chiude il film e che sembra essere salvata dalla Dern stessa. Questa donna, reale o irreale che sia, sembra seguire tutto ciò che avviene nel film nell’angosciosa attesa che Nikki\Sue arrivi a salvarla travalicando tutti i confini fra mondo reale e sogno. Quasi metaforizzando il potere catartico dell’arte cinematografica, la “donna perduta” viene salvata dall’attrice. Sta in questo, a mio parere, uno dei sensi più prepotenti di IE. Cerco di spiegarmi meglio: ciò che è imponente del cinema (e dell’arte in generale) è la forza che ha nel farci identificare con un personaggio di cui seguiamo le vicende; il nostro identificarci con un personaggio fittizio dimostra che ciò che stiamo guardando, per quanto falso, può diventare vero in quanto noi come pubblico siamo capaci di provare, tramite identificazione, tali sensazioni. Sta in questo la micidiale forza del film di Lynch: è un film nel film che disvela il potere extra-sensoriale che un film può ottenere arrivando al pubblico e non fermandosi alla sua sterile realizzazione. Infatti, l’attrice Nikki non arriva a liberare la “donna perduta” limitandosi ad interpretare il film ma anche e soprattutto vedendolo al cinema: siamo noi pubblico, dunque, a salvare la “donna perduta” utilizzando il nostro intuito, quell’intuito che proprio come ha detto Lynch “servirà a ciascuno spettatore per dare risposta alle domande poste dal film. Basta uscire dai confini della logica e abbandonarsi.” In questo senso, ho percepito la scena finale della “donna perduta” come un vero e proprio colpo di scena, metodo quanto mai nuovonella carriera di Lynch.

“Ogni azione ha una conseguenza.” Mesi fa scrivevo dei cortometraggi di Lynch e azzardavo che il corto Darkened Room poteva essere l’ideale trailer di INLAND EMPIRE. Mai affermazione mia fu più azzeccata: Lynch, infatti, fa collimare in IE tutti i mondi da lui creati negli ultimi 5 anni. La vestaglia di seta con la bruciatura di sigaretta arriva proprio da Darkened Room (dove, fra l’altro, c’è una donna in pericolo chiusa in una stanza!); il giardino che viene invaso dagli artisti itineranti lo abbiamo già visto nel corto inserito in Room to dream dove, fra l’altro, comparivano due delle molte personalità femminili che popolano IE; infine, prorompente, compare anche il serial Rabbits che diventa protagonista e terra di confine tra reale e irreale e acquista quel senso, in termini di trama, che ai tempi della sua realizzazione (nel 2002) era sfuggente e si limitava a puro esperimento sui tecnicismi cinematografici. Si può dire che Lynch, un po’ per gioco un po’ perché se lo può permettere, cita se stesso e perfino l’atmosfera alla Twin Peaks, ammessa dallo stesso autore, si materializza nel taglialegna che compare nei titoli di coda.

La durata. Forse l’unico punto debole che offre il fianco ai critici più feroci. In realtà, la durata, almeno per me, è quella giusta: quasi 3 ore dove non c’è un minuto di noia o di stanca sono un miracolo! Non solo, ma Lynch usa tutto lo spazio a disposizione per riempire l’immagine e perfino i titoli di coda diventano strumento per lanciare indizi utili ad un’eventuale interpretazione della pellicola.

INLAND EMPIRE. Più che la vetta artistica di Lynch, è la vetta del pensiero Lynchiano cinematografico: INLAND EMPIRE è un atto d’amore come lo era Mulholland Drive, un omaggio al cinema e al potere che ha il cinema e dunque alle responsabilità artistiche a cui deve far riferimento ogni buon regista. Molti diranno che Lynch è un megalomane, che ci prende in giro, che INLAND EMPIRE è un pasticcio. Io dirò che sono grato a Lynch perché appartiene a quella minuscola schiera di registi (sulla scena mondiale) che ancora credono che un film non è lanciare un messaggio ma comunicare sensazioni indelebili. E rischiare, rischiare soprattutto, affrontando tutte le critiche del caso. Non è facile avere un coraggio del genere ma quanto meno a Lynch si deve il rispetto che richiede la sua carriera: unica, inarrivabile, coraggiosa ed imperdibile. Tutti aggettivi che ben riassumono INLAND EMPIRE.

P.S. Domani torno a vederlo. Ne scriverò ancora dopo la seconda visione. Intanto, discutiamone!

30 commenti:

Anonimo ha detto...

Non ho parole per descriverlo.....

Anonimo ha detto...

Le abbiamo lasciato un commento sul Cineblog elogiando la sua rece... a denti stretti ed evitando di sottolineare il suo tradimento, si intende! ;-)

Una buona giornata! ;-)

Massimo Manuel ha detto...

Nooo, non dite così, ragazzi... non è stato un tradimento! =) Semplicemente richiedevano recensioni sul film e io l'ho mandata (la mia medesima, non una scritta apposta)...
Per voi altri sarei disposto a scrivere daccapo un intero pezzo nuovo! =)
Grazie comunque dei complimenti... Siete grandi!

Anonimo ha detto...

Massimo, complimenti davvero! Bellissime parole e sento di condividere l'interpretazione sul finale! Ottima deduzione, mi piace! Io ho preferito non smantellarlo fino a questo punto, almeno per ora; certo è che una seconda visione mi permetterà di farlo! =)

Anonimo ha detto...

Recensione MOZZAFIATO! Film stupendo! Ciao, Ale.

Anonimo ha detto...

Condivido appieno e ti dirò la mia ipotesi:Non è che la donna nella stanza che poi viene salvata(anche io ho pensato a questo) sia l'attrice del film originale polacco?Ho pensato a questo per una serie di ragioni:La dern inizia a duplicarsi dopo che ha saputo che il filmin cui sta prendendo parte è in realtà un remake.Da qui in poi lei inizierà un viaggio metafisico e noi con lei e arriverà a salvare la donna forse vittima di omicidio da parte dell'attore con cui stava girando.E' così folle questa mia ipotesi???
MR.DAVIS

Anonimo ha detto...

Se ci pensi per il tuo mulhollandblog è un momento storico ed irripetibile.
Il giorno della recensione di INLAND EMPIRE, appena uscito nelle sale - fresco-fresco e disponibile a tutti (diciamo così anche se non è vero).

Scrivere una recensione del film in questione è un casino, nel senso che veniamo attraversati da mille altre idee, alcune magari contrastanti con quel che stiamo provando a dire...

“Non guardate il film, lasciate che sia il film a guardare voi”.

In ciò che dici a propostito dell'idea PREPOTENTE veicolata da IE ho fatto delle considerazioni limitrofe, tangenziali alle tue... in poche parole credo che la sequenza conclusiva, i titoli di coda, racchiudono il messaggio dell'intero film (operazione tipica nel suo cinema e realizzata attraverso la marca autoriale del playback).

Insomma mi è piaciuta la tua recensione, ed il tuo blog è davvero interessante. Cercherò di contribuire nei commenti ad ampliare le informazioni presenti sul tuo blog...
a presto

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Massimo Manuel ha detto...

Ho dovuto cancellare il precedente post perchè prodotto da una mente frustrata che non so chi sia... L'ho cancellato perchè scurrile, volgare e fastidioso... Caro tizio anonimo, se vuoi darmi dell'incompetente, sei libero di farlo ma almeno utilizza un linguaggio consono!

@Mr. Davis: No, non è così folle la tua ipotesi, io ho raggiunto considerazioni simili...a mio parere, sicuramente, la Susan del film e la "donna perduta" sono la stessa persona...

@Orson: hai ragione, è un momento storico e ho intenzione di farlo durare un pò... per quanto riguarda il film, abbiamo fatto considerazioni e ragionamenti al quanto simili quindi scrivi pure che ne possiamo discutere tutti insieme...

Kantos ha detto...

su cineblog finalmente c'è un parere contrario a INLAND EMPIRE, e io direi di riflettere in base a quanto detto anche li. la recenzione proviene da un post lasciato da stefania, io ho lasciato i miei commenti, visto che una recensione non basta, spero che massimo ne faccia un altra , cercando di ricavare quanto non va nel film di lynch......cosi da raggiungere un recensione critica un po piu completa.

E`giusto che abbondino le teorie, ma occorre discutere anche di tutte le cose che nel film, almeno a mio parere, rappresentano un indesiderato arresto nella formidabile ricerca cinematografica del nostro preferito.....speriamo in un prossimo film

Anonimo ha detto...

Bene, è bello vedere che altri hanno pensato la tua tesi, soprattutto visto che stiamo parlando di Lynch.Più passano i gg e più ne sono convinto d quesat mia ipotesi:e i conigli ne sono anche la prova(sempre nel ragionamento che porto avanti,ovvio):ad un certo punto diventano in dissolvenza i personaggi polacchi (i conigli nella simbologia solitamente significano il malvagio e i polacchi nella mia teoria sono coloro che erano cattivi nel film).Non so se mi son spiegato?!Spero di si..
MR.DAVIS

Unknown ha detto...

Grande nexus(il tipo censurato...)! Adattissimo per la parte del coniglio nel film!

E' un po' che leggo questo blog e finalmente ho deciso di scrivere....mi è piaciuta un sacco la tua recensione massimo!

Ne ho scritta una anche io su filmup(chissà se mi pubblicheranno!!) che mi piacerebbe condividere con voi:

P.S. il voto che ho dato al film è 1 stella su 10.

L'impero della mente.

UNO, non è il voto, ma è un luogo.
Come si fa a giudicare l'ingiudicabile?

INLAND EMPIRE appartiene a NOI, alla nostra mente, alla nostra fantasia. Lynch ci da voci ed immagini, delle splendide immagini. Il film si apre e ci fa volare in più mondi apparentemente sconnessi tra loro. Sta a noi prendere la macchina da presa per fare il nostro film. Guardare ed elaborare, fino a farne ciò che vogliamo. Perchè noi vogliamo salvare una donna in pericolo....

Il mio IMPERO INTERIORE:

Tra le prime scene si sente una trasmissione radiofonica, ma l'inquadratura non è su una radio bensì su un disco in vinile che gira. Ovviamente il disco non è "pensante" ma si limita a riprodurre meccanicamente quello che contiene. Sensazione personale? Un prodotto confezionato..un prodotto per spettatori conigli (o asini?) che si fanno deridere dal cinema stesso (le risate fuori campo) per come assistono passivi a tutto ciò che vomita la tv comprese le starlettine tutto "tette e culi"(come viene recitato nel film). Guardare dentro al buco generato da una bruciatura di sigaretta sulla seta è il canale che fa nascere ciò. Nel buco c'è il vuoto, lo ZERO che alcuni individui della televisione/cinema propongono e quando guardiamo dentro al vuoto vediamo balletti di donne semi-nude che fanno una sorta di talk-show sulla storia d'amore della protagonista ("stavate bene assieme" "lo sapevo che finiva prima o poi", ecc...). Questo vuoto ha i contorni bruciati che intaccano quello che dovrebbe essere il cinema, una splendita vestaglia di seta purissima.

Tutte le vicende che si svolgono, hanno una interpretazione personale. C'è la Dern (mamma mia quanto è brava..) che per dirla alla Pirandello è una, nessuna e centomila. Siamo noi a dirigerla come vogliamo: attrice, moglie, amante, puttana non importa. Il pubblico ha una un ruolo fontamentale in questo film. Finalmente non siamo solo spettatori.

Come al solito dopo la visione (e le visioni ;-)) di Lynch l'unica cosa di cui sono certo è la morte. Forse...........

Andrea F.

Unknown ha detto...

ho visto ora che c'è un altro "andrea" in questo blog...siccome sono l'ultimo arrivato, come posso cambiare il mio nome, tipo in andrea2? Altrimenti mi firmo Andrea F. alla fine così ci capiamo meglio...

Ciao,
Andrea F.

Massimo Manuel ha detto...

@Andrea: sinceramente, il mio parere sul film l'ho già espresso...non so perchè mi chiedete di parlarne male, io non ci riesco... a me va bene così... ovviamente la mia recensione positiva è solo uno spunto... tutti voi siete liberissimi di scrivere ciò che non vi è andato giù del film... siamo qui anche per discutere...

@Mr.Davis: le tue teorie riguardano la trama del film, un aspetto che fino ad ora non ho volutamente approfondito... io credo di averlo capito il film ma ciò che mi preme sottolineare è che la comprensione della trama non è necessariamente funzionale alla interpretazione del film... in ogni caso, in questi giorni discuteremo anche della trama...

@Andrea F. : mi pare di capire che il film non ti sia piaciuto però una frase che hai scritto la faccio mia: "finalmente non siamo più spettatori passivi." Sta in questo, secondo me, la grandezza degli ultimi film di Lynch...

Nella mia rencesione, ho affrontato il tema del film nel film e del significato del cinema... qualcuno di voi ha ricevuto sensazioni diverse dalle mie? Fatecelo sapere...

Anonimo ha detto...

Caro amico "lynchiano" ieri ho visto INLAND EMPIRE incuriosito dalla tua recensione e da quella pubblicata sul mio blog, ma non scritta da me. Ho cercato di dare una mia interpretazione, tu che sei un grande esperto del cinema di Lynch, ti scongiuro, dammi un tuo giudizio estetico!

Unknown ha detto...

@massimo manuel: no no, il film non solo mi è piaciuto, mi ha completamente entusiasmato!! Il voto che ho dato (1 stella su 10) è puramente "astratto". Infatti inizio la mia recensione con UNO (non scritto in numero) non è il voto ma è un luogo...

per quanto riguarda la mia frase "finalmente non siamo più spettatori passivi" volevo aggiungere che con questo capitolo della sua immensa attività, Lynch compie un passo importante e sperimenta sulla sua pellicola una sorta di "cinema interattivo" dove appunto lo spettatore non si può limitare solo a immagazzinare cose già scritte o dette ma può creare da sè un film tutto personale.

Ciao,
Andrea F.

Anonimo ha detto...

Andrò a vedere il film nel weekend. Per ora non leggo nulla, altrimenti mi rovino tutto. Ti farò sapere.
;)

Anonimo ha detto...

in Rabbits we trust, "un film non è lanciare un messaggio ma comunicare sensazioni indelebili" concordo all'INLAND per INLAND.

Anonimo ha detto...

Rosico alla grande.
Dalle mie parti non arriverà mai!
Bella la tua recensione.
Byez

Massimo Manuel ha detto...

@dcql: beh, pensavo che la recensione lasciasse trapelare il mio giudizio estetico...

@Andrea F: scusami, non avevo compreso allora... =) E concordo con te su ciò che scrivi...

@deliriocinefilo: la citazione di Lynch ben rende ciò di cui tratta lo stesso film...

@stevemcqueen: mi dispiace, non siete i soli...numerose città sono rimaste scoperte...una vera infamità...

@Zed: attendo il tuo parere...fammi sapere!

E tutti voi...lanciate nuovi spunti da approfondire! Io intanto preparo un altro post, un INLAND EMPIRE: seconda visione!

Anonimo ha detto...

Massimo a me sembrava invece che tu stessi già analizzando la trama x un certo verso..
E cmq sono d'accordo cmq con te:io nn ho cercato a tutti i costi un senso alla trama(sarebbe una forzatura altrimenti)ma mi son limitato a ricoleggare i pezzi del puzzle.E questo è il risultato finale,nel mio pensiero.
MR.DAVIS

Massimo Manuel ha detto...

Facciamo così, Mr. Davis: farò un post in cui discutere solo della trama... vedremo cosa ne esce! =)

Anonimo ha detto...

dall'intervista a Lynch sul venerdi' di repubblica della scorsa settimana: "perchè chiedere a un film di avere un senso quando la vita non lo ha?"...
e questo chiude ogni discorso...

Anonimo ha detto...

Ben detto!:-))
MR.DAVIS

Massimo Manuel ha detto...

Credo che la risposta sia da imputare all'ossessive domande poste a Lynch sul significato dei suoi film... io credo che i film di Lynch abbiano un significato, anche diversi, anche piuttosto profondi ma che tutto ciò non si riduce ad una storia lineare con tanto di trama...il fatto che i suoi film riescano ad arrivare al cuore del significato (che, attenzione, non significa messaggio!) pur non lasciando comprensibile ad una prima visione la storia narrata...beh, questo già mi basta per togliermi il cappello davanti a Lynch! =)
Dico bene?!?

Anonimo ha detto...

"se ne puoi parlare, non stai facendo del cinema"

http://iocritico.splinder.com/

Anonimo ha detto...

L'ho visto qualche sera fa..
Il mio primo contatto con lynch, che ovviamente non sarà l'ultimo.
Posso solo dire che lo voglio rivedere al più presto. Veramente oltre qualsiasi possibilità di immaginazione!

M.M.M. ha detto...

Se oggi fosse domani...

Anonimo ha detto...

"INLAND EMPIRE è un atto d’amore"
definizione più bella e adatta non potevi dare, sono completamente d'accordo, è anche il mio pensiero.

Julien Davenne ha detto...

capolavoro assoluto...!