30.12.08

Tropic Thunder

Tropic Thunder di Ben Stiller
(2008) Usa/Ger

Sono lontani i tempi del cult Zoolander e anche se il regista è lo stesso Tropic Thunder si propone come un ampliamento di prospettiva molto più ambizioso e certamente più curato, laddove il primo era satira e divertita messa in scena e il secondo è satira ma anche cinema d'alto livello. Questo film, infatti, si può descivere come una parodia girata in maniera dannatamente seria che non sfugge all'obbligo delle citazioni cinematografiche (il genere, ovviamente, è quello di guerra) ma parallelamente porta avanti un discorso di decomposizione del cinema americano, una critica arguta e divertita dei meccanismi che vi imperano all'insegna del politicamente scorretto. Memorabile il dialogo di Robert Downey Jr. nel quale egli spiega a Stiller che al cinema un ritardato completo non può avere successo, mentre un ritardato che ha un minimo di qualità si guadagna premi a pioggia ("Sean Penn in Mi chiamo Sam. E' rimasto a mani vuote!"), suscitando anche un pochino di vergogna in noi spettatori che probabilmente tale logica la avvalliamo al botteghino. Ma va bene perché un fondo di verità si palesa come scrupolo di coscienza ed è questo il meccanismo alla base della satira di Ben Stiller. La parodia non si ferma solo a questo e incide con chirurgica cattiveria sugli attori dello star system ribaltando continuamente il punto di vista (il vero nero che rimprovera il finto nero di essere una ridicola macchietta si lascerà sfuggire un "che cavolo stai dicendo" di arnoldiana memoria, diventando così clichè di sé stesso) e trascinando con sé anche chi ad Hollywood si siede dietro le scrivanie del potere, concedendo così a Tom Cruise la breve ma fantastica interpretazione di un produttore villano e disposto a tutto.
Ben Stiller riesce con genuina intelligenza dove in molti hanno fallito: massacra il cinema americano molto più di autori metacinematografici andando a colpire dritto al cuore e senza mai smettere di fare cinema. Poco importa la stucchevole redenzione finale.

P.S. Tra gli autori dello script e produttore compare il lynchiano Justin Theroux, questa sì una bella sorpresa!

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