4.7.07

La sconosciuta

La sconosciuta di Giuseppe Tornatore
(2006) Ita

Tempo fa il mio professore di linguaggi cinematografici ha riassunto la poetica cinematografica di Tornatore in un'unica frase, piuttosto veritiera: Tornatore è un eccellente regista ma non ha nulla da dire. In effetti è vero, il cinema del regista italiano è stilisticamente apprezzabile ma i suoi film mancano di quelle sfumature che rendono completo su tutti i fronti un'opera cinematografica. La sconosciuta non fa eccezione: è un thriller dal ritmo impetuoso e serrato con sfumature noir inedite per le produzioni italiane. Una storia violenta e ansiosa il cui intero impianto narrativo sta tutto sulle spalle della protagonista Irena, un'eccellente Kseniya Rappoport, di cui seguiamo le azioni senza capire perchè fa quello che fa. E quando lo capiamo, Tornatore inizia a escogitare colpi di scena uno dietro l'altro. La storia è ben costruita e il regista non fa mancare il suo tocco, laddove la trama si muove su due binari paralleli tra passato e presente, un classico di Tornatore. La macchina da presa è in continuo movimento, come il corpo e la mente della protagonista; i colori si fanno quasi acidi quando vediamo il passato di Irena, cupi e freddi quando siamo proiettati nel presente. Il cast, poi, è solidissimo: tutti, protagonisti e comprimari, non si risparmiano; Michele Placido costruisce un personaggio sgradevole, quel genere di personaggio che lo spettatore ama odiare e perfino la piccola Clara Dossena stupisce per precisione e bravura. Non si può negare a Tornatore, insomma, la qualità invidiabile di saper dirigere gli attori. Certo, la mano del regista si sente fin troppo: Tornatore vuole apparire pur trovandosi dietro la mdp e a volte esagera nella costruzione delle scene o nell'uso smodato della musica (Ennio Morricone, ovviamente) e soprattutto nella piega finale che prende il film: è a quel punto che lo spettatore si sente preso in giro e non sa più con chi provare empatia. Tornatore cerca in tutti i modi di stupire o tener desta l'attenzione ma finisce con l'incartarsi e il colpo di scena finale appare irreale, non dovuto, forzato.
La sconosciuta ha meritato il successo di critica e pubblico, Tornatore ha confermato la sua eccellenza. Ma è vero: il regista non ha molto da dire, è solo un abile narratore e purtroppo questo non basta a rendere capolavoro un film.

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