29.4.06

Strade Perdute

Lost Highway di David Lynch
(1997) USA

Un'autostrada che sembra non finire mai, con questa immagine si apre Strade Perdute di David Lynch, sulle note di "I'm deranged" ('Sono disturbato') di David Bowie. Poi prosegue con un uomo, Fred (Bill Pullman in una sorprendente quanto magnifica interpretazione), che coltiva un rapporto gelido e distaccato con la moglie (Patricia Arquette) e che ha qualcosa dentro che lo turba. Una serie di videocassette minacciose recapitate sull'uscio di casa, l'apparizione di un sinistro uomo che fa gelare il sangue. Fred viene accusato dell'omicidio della moglie e rinchiuso nel braccio della morte. Una mattina i secondini scoprono che non è più nella sua cella ma che al suo posto si è materializzato dal nulla un ragazzo di nome Pete (Balthazar Getty). Che cosa è successo? E' sul filo di questa domanda che Lynch costruisce l'ennesima disgressione sulla paranoia umana, sulle sue perversioni e la sua fragile psiche. Come all'epoca di Velluto Blu, David Lynch tesse una trama che fonde noir e thriller ma stavolta arricchita da visioni angoscianti e terribili sfiorate dall'ombra del sovrannaturale in pieno stile Twin Peaks. Se Strade Perdute è considerato il capolavoro di David Lynch non è solo per la magistrale regia e per l'atmosfera che solo questo autore sa realizzare ma anche perchè è il punto d'incontro di tutta la sua cinematografia e di tutte le tematiche che la rendono interessante. Soprattutto una: l'uomo come minaccia di sè stesso, affogato dalle sue perversioni e pulsioni più recondite, il tutto giocato sul filo della psicoanalisi e del misticismo. Strade Perdute è decisamente uno degli episodi migliori nella carriera di David Lynch; non va analizzato, non va spulciato, va semplicemente guardato in tutta la sua bellezza. Ogni scena è un tocco di classe e feconda maestria. E' un insieme di immagini e di sensazioni che restano nel cuore e nella mente. Poche righe non bastano a descrivere David Lynch, figuriamoci un suo film.
Il mio amore per questo autore, lo stupore e il coinvolgimento causati dalla visione di ogni sua opera si riconfermano vasti e incondizionati.

28.4.06

Manuale Verdone

Manuale d'amore atto secondo per Carlo Verdone. Ad annunciarlo lo stesso attore, reduce dai successi al botteghino di Il mio miglior nemico, durante uno speciale a lui dedicato su Sky Tg24. Pare che Giovanni Veronesi, regista della forunata commedia, stia preparando un nuovo 'Manuale' su emozioni estreme e "visto che grazie a lui ho vinto David, Nastro d'argento e Ciak d'oro - ha dichiarato Verdone - penso che lo farò". Non è certa invece la partecipazione di Silvio Muccino protagonista di uno degli episodi del film dello scorso anno.

26.4.06

La guerra dei mondi


War of the Worlds di Steven Spielberg
(2005) USA

La guerra dei mondi è un remake fortemente voluto dal regista Steven Spielberg e l’amico Tom Cruise. La storia d’invasione aliena è tratta dal classico di H.G. Wells e ambientato ai giorni nostri. Cruise interpreta un padre separato che ha un rapporto disastroso con i suoi due figli, un adolescente e una bimba (interpretata dalla lanciatissima mini-diva Dakota Fanning) e che si ritrova improvvisamente nel bel mezzo di un attacco catastrofico alla terra da parte di agguerritissimi (e organizzatissimi!) alieni. Insomma, è un plot formidabile per un regista fantasioso come Spielberg. Eppure, ciò che colpisce di questo film è proprio l’approccio che il regista ha deciso di utilizzare per la realizzazione della storia. Infatti Spielberg, dopo un inizio (giustamente) adrenalinico, concentra tutte le sue attenzioni non sulla ‘guerra dei mondi’ ma sulle reazioni di chi questo attacco lo sta subendo, quindi la popolazione americana (come il resto del mondo sta reagendo non ci è dato saperlo, a parte un accenno ai giapponesi). E più che gli attacchi alieni, sono proprio le reazioni degli uomini a spaventare di più lo spettatore. Il senso d’angoscia che trasmettono alcune sequenze è tutto da imputare agli abitanti della terra: una folla inferocita che non si fa scrupoli ad aggredire ed ammazzare per accaparrarsi l’ultima macchina buona per spostarsi; un folle paranoico (un formidabile Tim Robbins) che ha un solo desiderio, la vendetta; una massa disperata che assalta un traghetto perché unica via di salvezza. E’ dunque il panico che riduce l’uomo ad un animale il vero protagonista di questo film. Perfino la classica concezione dell’eroe americano ci viene restituita sensibilmente distorta: non più l’uomo che difende la patria (come il paranoico Tim Robbins) ma l’uomo che pensa solo a sopravvivere e a proteggere i suoi cari seppur nella sua incapacità di gestire la situazione (ovvero Tom Cruise).
Detto questo e spazzato via ogni parallelismo con la paranoia terroristica tutta americana di questi anni (in questo, The Terminal era già molto efficace) restano impresse nella mente scene spielberghiane fantastiche, una su tutte una sequenza girata a bordo (se così si può dire) di un auto in fuga. E devo ammetterlo: per quanto mi stia antipatico, Tom Cruise è dannatamente bravo.

25.4.06

Rossellini Vs. Rossellini

E' guerra aperta fra le gemelle Rossellini alle soglie dei 54 anni. Ingrid si è scagliata duramente contro il cortometraggio realizzato da Isabella per celebrare i cento anni dalla nascita del padre. Giudicato "offensivo e dissacrante" da Ingrid, il cortometraggio è tratto dal libro di Isabella "Nel nome del padre, della figlia e degli spiriti santi" e si intitola "Mio papà ha cento anni". Il film, girato dal regista Guy Maddin, è ambientato in un cinema dove siedono gli spiriti di Roberto Rossellini, Alfred Hitchcock, Charlie Chaplin e David Selznick, tutti interpretati da Isabella. Nel corso dei 17 minuti del corto vediamo un obeso Rossellini attaccare con voce tremula Fellini per aver abbandonato il neorealismo. Questi contrattacca rispondendo che Rossellini ha dimenticato di includere nelle sue pellicole un aspetto centrale della vita come il sesso. "E' solo una distrazione dalla verita" risponde seccato Roberto. Selznick poi critica i film di Rossellini per essere "lenti e noiosi", mentre Hitchcok gli dice: "Per Dio, Roberto, avresti dovuto essere un prete non un regista"."Quando ho visto questo pancione grassoccio e brutto che rappresentava mio padre ci sono rimasta malissimo" ha rivelato all'agenzia Apcom una scandalizzata Ingrid, confermando che le due sorelle non si parlano dall'autunno scorso. "L'immagine di mio padre non appartiene solo a Isabella che decide di farne quello che vuole per scopi commerciali o per le sue vocazioni istrioniche". La sorella sotto accusa ha risposto che si tratta semplicemente di un film simbolico, "una lettera d'amore che sgorga dal cuore". Ingrid, che invece vede il corto come un'operazione commerciale di cattivo gusto, crede che "L'immagine di Roberto Rossellini, la sua statura di artista, di padre del neorealismo viene dissacrata da questo film irriverente. Mio padre sarebbe rimasto molto addolorato da questo film che ne riduce lo spessore umano e artistico".

22.4.06

David di Donatello:I Premi

Trionfo per Nanni Moretti e il suo Il Caimano ai David di Donatello. Il regista si aggiudica sei premi importanti: miglior film, miglior regia (quindi doppia soddisfazione per Moretti), miglior attore protagonista Silvio Orlando (e io tifavo per lui e dunque ne sono felicissimo!), miglior produzione (lo stesso Moretti e Angelo Barbagallo), migliori musiche e miglior fonico in presa diretta. Il suo diretto sfidante, Romanzo Criminale di Michele Placido, acquisisca due premi in più, dunque otto in totale: attore non protagonista (Pierfrancesco Favino), per la sceneggiatura, per la fotografia, per il montaggio, per le scenografie, per i costumi e per gli affetti visivi e il David Giovani. Tra le protagoniste trionfa, un po' a sorpresa, la Valeria Golino de La Guerra di Mario come protagonista e Donatella Finocchiaro come non protagonista per La bestia nel cuore. Ancora, l'albo d'oro 2006 annovera, tra gli altri, il vincitore di Oscar Crash, giudicato miglior film straniero; Arrivederci amore, ciao di Michele Soavi, premiato per la miglior canzone (di Caterina Caselli); Il bravo gatto prende i topi di Francesco Conversano e Nene Griffagnini, miglior documentario; Un inguaribile amore di Giovanni Covini, miglior cortometraggio. Resta totalmente a bocca asciutta Carlo Verdone con il suo Il mio miglior nemico nonostante l'alto numero di candidature. Il David premia, insomma, il cinema socialmente impegnato come quello di Moretti o quello di Placido.
La lista completa dei premi qui.

20.4.06

L'Italia va a Cannes

A contendersi la Palma d'Oro a Cannes il prossimo 17 maggio ci saranno anche Il Caimano di Nanni Moretti e L'amico di famiglia di Paolo Sorrentino. A rappresentare il nostro paese nella sezione 'Un Certain Regard', anche Il regista di matrimoni di Marco Bellocchio. La presentazione ufficiale del Festival con l'intero programma è disponibile qui. Si preannuncia una gran bella edizione!

18.4.06

Venezia vs. Roma

Sembrerebbe che il sindaco di Venezia Massimo Cacciari si stia preparando a fare la guerra alla Festa del Cinema di Roma. A quanto si dice, Cacciari avrebbe dato incarico al direttore dell'ufficio attività cinematografiche del Comune Roberto Ellero e il critico Massimo Benvegnù di organizzare una retrospettiva dal simpatico nome "Hic sunt leones", della durata di due mesi, nella quale proiettare i grandi film che hanno caratterizzato la storia della Mostra del Cinema di Venezia e organizzare incontri con autori e registi. L'intenzione sarebbe fare da traino alla Mostra vera e propria e fare concorrenza al neonato Festival di Roma.
Vedremo delle scintille in questo scontro?

16.4.06

"Fuoco amico" sarà un film

Sembra proprio sia confermata l'intenzione di girare un film sulla vicenda del rapimento della giornalista italiana Giuliana Sgrena e ci sarebbe anche una data: le riprese inizieranno nell'inverno del 2007 e la maggior parte delle riprese dovrebbe avvenire in Marocco. Il film si chiamerà Fuoco amico, proprio come il libro scritto dalla stessa giornalista e da cui, tra l'altro, il film è stato tratto. Il regista sarà Enzo Monteleone che riguardo alla scelta della protagonista femminile ha così commentato: "In Italia ci sono due o tre attrici che per età e caratteristiche sarebbero molto adatte a rivestire il ruolo principale, ma non ne parlo finchè il contratto non sarà firmato." La vicenza della Sgrena è una delle pagine più torbide della storia recente d'Italia e il tema richiede grande delicatezza e sensibilità. Staremo a vedere se il cinema italiano vincerà questa scommessa.

Memento

Memento di Christopher Nolan
(2000) USA

Memento è il film che ha lanciato in alto la carriera di Christopher Nolan ed è una sua autentica creatura, nel senso che ha realizzato questo film scrivendone lui stesso la sceneggiatura e curando in ogni minimo particolare la messa in scena. Perchè di questo film, come gli altri del regista, ciò che più colpisce è l'accuratezza della regia: ogni immagine, anche la più 'sporca', sembra sempre costruita in ogni sua piccola parte con estrema attenzione. Del resto, è la storia stessa a richiedere attenzione: Guy Pearce ha due problemi; uno è cercare l'assassino di sua moglie, l'altro è un disturbo che non gli permette di assimilare ricordi, in pratica non ha memoria breve, dopo due minuti ha dimenticato tutto ciò che è successo nei due minuti precedenti. In queste condizioni, l'uomo non può fidarsi di nessuno e nella paura di poter essere manipolato dovrà stare ben attento a scegliersi amici e complici. Ovviamente il punto di forza del film sta nel raccontare la storia dalla fine all'inizio, proprio come se stessimo guardando il film al contrario: vediamo così il protagonista uccidere un uomo e poi scopriamo alla fine cosa lo ha portato a farlo. La prima mezz'ora Guy Pearce non regge l'attenzione della camera (è presente praticamente in ogni singola ripresa del film) e ti fa pensare che come protagonista non funziona, poi ci si affeziona alla sua storia ma è difficile capire se ci piace il personaggio o l'attore. Quel che certo è che in italiano è doppiato malissimo.
Non si perdona a Nolan, comunque, la discesa che il film subisce verso la fine. La ricerca del 'colpaccio' di scena diventa evidente e stucchevole; sarebbe stato molto più interessante concludere il film con lo stesso tocco noir con cui era iniziato piuttosto che buttarla sullo psico-sociale (ognuno di noi si costruisce una propria realtà). Peccato perchè questo film poteva essere perfetto.

15.4.06

Hopkins e la sua filosofia

Anthony Hopkins dirigerà per la terza volta e metterà tutto se stesso nella sua opera. Infatti, Hopkins ha scritto la sceneggiatura basandola sulle sue personali convinzioni su Dio, sulla vita e sulla morte. L'attore ha inoltre composto le musiche (è un eccellente pianista) ed infine siederà dietro la macchina da presa. Christian Slater e Gena Rowlands faranno parte del cast. Il film, il cui titolo è Slipstream, ha come protagonista uno sceneggiatore (Slater) che ha vissuto la propria esistenza in due stadi: l'universo reale e il mondo interno alla sua testa. Ingaggiato per riscrivere un mistery criminoso ambientato in una tavola calda, e inconsapevole che il suo cervello è sull'orlo dell'implosione, rimane leggermente sconcertato quando i personaggi del film iniziano a comparire nella sua vita e viceversa. La data di inizio riprese è prevista per giugno, locations a Los Angeles.

Gente comune

Ordinary People di Robert Redford
(1980) USA

Ho beccato questo film durante la notte su Rete4 e mi sono appassionato a guardarlo riconoscendo solo il volto giovane di Donald Sutherland.
Gente comune è l'esordio alla regia di Robert Redford, risale al 1980 ed è tratto da un romanzo di Judith Guest. Racconta di una famiglia borghese la cui armonia e serenità viene bruscamente stravolta dalla tragica morte del primogenito. Ognuno, a modo suo, cercherà di reagire seppur ferendo chi gli sta vicino: la madre (una meravigliosa quanto odiosa Mary Tyler Moore) addossando tutta la sua frustrazione sul figlio, quest'ultimo (uno scomposto e bravissimo Timothy Hutton che vinse un meritato Oscar per questo ruolo) tentando il suicidio a cui sopravvive e poi cercando la via della psicoanalisi, il padre (Donald Sutherland, appunto, in un'impeccabile prova d'attore) sforzandosi di tenere unita la famiglia che va in frantumi. Il percorso che seguiranno ciascuno di loro sarà sofferente e impegnativo e non è detto che per il bene comune dovranno rimanere per forza uniti.
Robert Redford dirige con assoluta precisione stilistica e la sua bravura sta nel rappresentare i tormenti interiori di questa fragile famiglia con i loro gesti e i loro comportamenti e in questo Redford dimostra una gran talento nel condurre gli attori proprio dove voleva. I brevissimi flashback che spuntano qua e là come ricordi rimossi perchè troppo dolorosi non sono stucchevoli ma be congegnati e del tutto parti integranti dei complessi risvolti psicologici dei protagonisti.
Nonostante il difficile tema trattato, riesce a farti appassionare alla storia e ad affezionarti ai protagonisti. Oltre a quello già citato, vinse altri 3 premi Oscar:miglior regia, miglior sceneggiatura non originale ( Alvin Sargent) e miglior film.

14.4.06

Il nuovo Ozpetek

Stefano Accorsi torna a lavorare con Ferzan Ozpetek. Saranno infatti lui e Pierfrancesco Favino i protagonisti di Mentre Lorenzo dorme, nuova opera del regista de Le fate ignoranti. L'autore sta concludendo la stesura della sceneggiatura insieme al fido Gianni Romoli. "Rileggendo lo script si ride e si piange. Le cose che scriviamo ci commuovono e quel che fa più piacere è che commuovono anche le altre persone a cui lo abbiamo fatto leggere. E' un lavoro che sta venendo molto bene" ha dichiarato il regista.

13.4.06

Monica Bellucci giurata a Cannes

La nostrana Monica Bellucci farà parte della giuria del prossimo Festival di Cannes, che si terrà dal 17 al 28 maggio. L'ufficiosa notizia sarà formalizzata il 20 aprile all'annuncio del programma completo della manifestazione. Per l'attrice italiana è un nuovo importante traguardo ed un'ennesima consacrazione alla fama mondiale. Come già anticipato dalla direzione del festival, a presiedere la giuria internazionale sarà il regista cinese Wong Kar-wai.

12.4.06

Perduto Amor

Perduto Amor di Franco Battiato
(2003) Ita


L'opera cinematografica d'esordio di Franco Battiato, artista a 360°, colpisce immediatamente l'occhio, dunque è l'immagine innanzitutto a farla da padrona. La costruzione delle scene, l'utilizzo dei colori e l'accuratezza di ogni ripresa fanno risaltare un'esattezza inusuale per un regista alla sua prima prova; la passione e la conoscenza profonda della pittura sono evidenti tanto quanto la volontà di andare oltre un certo cinema classico che scivola tra le pieghe (soltanto pretestuose) dell'appassionata vicenda del protagonista e tende a farsi onirico, a tratti surreale, sicuramente non lineare e canonico. "Bunuel, nel suo film La via lattea, fa camminar persone di diverse epoche nella stessa strada. Una persona che ama il cinema non sta a chiedersi come sia possibile. E' il linguaggio di quel regista." Basterebbero queste sagge parole dello stesso regista a rendere bene l'idea di come sia stato realizzato questo film e con quali intenzioni.
Dunque, la parabola del protagonista Ettore e della sua infanzia siciliana fino alla sua partenza alla volta di Milano non segue sviluppi strettamente lineari, ma è fatta di profumi d'epoca, immagini della terra sicula e geniali intellettuali che non fanno altro che pontificare ed elargire cultura. La prima parte del film, inoltre, è imperniata sulla figura di tre donne, che incarnano la femminilità secondo Battiato (fatta di autonomia, forza e dignità), splendidamente interpretate da Donatella Finocchiaro, Lucia Sardo e Tiziana Lodato. Inoltre, il film è un'orgia di cameo fra cui spiccano Francesco De Gregori, Morgan e Giovanni Lindo Ferretti.
Tutto il resto è puro Battiato. L'arte del cucito, il pensiero filosofico, la musica e il suo progresso, la meditazione, sono generose tracce dell'autore siciliano che firma uno splendido film con cui mostra forte padronanza e conoscenza del mezzo cinematografico. Il tocco finale viene eseguito al montaggio, davvero intelligente e di pregiata fattura. Unico neo: l'eccessivo utilizzo della musica; difetto che per un musicista prestato al cinema è comprensibile.

Spielberg si dà al reality

"Durante tutta la mia carriera ho fatto quello che ho potuto per scoprire nuovi talenti e farli lavorare e questa iniziativa ci permetterà di raggiungere un pubblico più vasto, entrando direttamente nelle loro case." Con queste parole, Steven Spielberg avrebbe confermato la sua collaborazione con il canale televisivo americano Fox per dare vita ad un nuovo reality, On the lot, ovviamente basato sul cinema: il programma vedrà gareggiare 16 giovani talenti del cinema, riuniti nella cornice di Hollywood. I concorrenti dovranno lavorare in gruppo alla produzione di un cortometraggio diverso ogni settimana. E come in ogni reality che si rispetti, sarà il pubblico a valutare le loro opere, oltre che un'apposita giuria composta da critici ed esperti che commenteranno in diretta le opere degli aspiranti cineasti. Non è ancora chiaro, però, quale sarebbe il ruolo di Spielberg all'interno del programma: la Fox ha riferito che il regista potrebbe apparire nella serie, senza però specificare in quali vesti.

11.4.06

Mi ospitano su Pellicola Scaduta 2.0

L'interessante portale Pellicola Scaduta 2.0 offre ospitalità ad un mio articolo, Come inguaiarono il cinema americano. Non è solo un invito a leggere il mio scritto ma anche a tenere d'occhio questo progetto che si profila come emergente ma ben delineato. Io li ringrazio e gli rinnovo i miei complimenti. Per qualsiaso commento all'articolo, potete fare riferimento a questo post. Grazie.

9.4.06

Ci hanno preso per il...

Il Giornale dello Spettacolo avrebbe smentito la notizia dell'accordo tra le grandi multinazionali cinematografiche americane sulla distribuzione dei film su diversi supporti (dvd e on-line) a soli 45 giorni dall'uscita nelle sale cinematografiche. I film, in realtà, resteranno nelle sale per un periodo medio di quattro mesi, prima di essere distribuiti attraverso un altro supporto, sia esso internet, DVD, VHS o UMD.
Sempre attenti al problema in questione, Paolo Protti, presidente dell'ANEC, e Carlo Bernaschi, presidente dell'ANEM, ribadiscono il ruolo strategico che hanno le sale cinematografiche tanto in Italia quanto in America.
Ci hanno preso per i fondelli, insomma. La tanto paventata rivoluzione americana sulla distribuzione cinematografica sarebbe una bufala. A questo punto non so a cosa credere. Meglio aspettare notizie certe.

7.4.06

Uno sguardo altrove:Twin Peaks

Sulla saga di Twin Peaks è stato già scritto tutto e il contrario di tutto. Ho appena terminato una maratona dell’intero serial nell’arco dell’ultimo mese e non posso esimermi dal dedicargli un post nella sezione “Uno sguardo altrove” per numerosi motivi: per l’enorme effetto che Twin Peaks ha avuto sull’immaginario popolare (basti pensare che la rivista ufficiale “Wrapped in Plastic” nata all’epoca dell’exploit del serial viene tuttora periodicamente pubblicata); per la vasta influenza che ha avuto sul mezzo televisivo e sulla concezione stessa di serial da cui nacque ufficialmente la commistione fra telefilm e cinema che innalzerà il genere da figlio minore della cinematografia ad autentico spazio autorale capace non solo di sfornare ottimi registi ed autori ma di attirarli a sé (Quentin Tarantino, per dirne uno, che volle fortissimamente dirigere un episodio di E.R. e più recentemente di C.S.I.); ma soprattutto perché è un’opera (a metà, purtroppo) del grandioso David Lynch e su queste pagine c’è sempre spazio per il grande visionario.
I segreti di Twin Peaks (titolo italiano) apparve in televisione nel 1990 trasformando in tormentone il grande mistero che stava alla base del plot: chi ha ucciso Laura Palmer? Ad occuparsi del caso arriverà nella piccola cittadina americana al confine con il Canada il singolare agente dell’F.B.I. Dale Cooper dai modi investigativi bizzarri ma decisamente efficaci. E in pieno stile da soap-opera, vedremo l’agente Cooper condurre le sue indagini svelando l’intricato velo di ipocrisia che circonda la cittadina dove tutti sembrano felici e perfetti ma in realtà ognuno dei cittadini ha un segreto più o meno terrificante; una miriade di personaggi tutti intrecciati con la vicenda che ha portato all’uccisione di Laura Palmer. La stessa vittima adolescente, reginetta della scuola e figlia esemplare agli occhi di tutti, è in realtà circondata da paurosi segreti e perversioni.
Il tutto è nato dalla mente di David Lynch e di Mark Frost e ci sarebbe talmente tanto materiale su cui discutere che non basterebbe un blog intero; qui ci limiteremo ad analizzare gli aspetti più caratteristici dell’autore di Eraserhead. Innanzitutto, c’è una delle tematiche più care di Lynch: l’ipocrisia della società americana moderna, dove tutti si fingono sereni, perfetti e felici ma in realtà tutti sono oppressi da perversioni ed istinti a lungo repressi. Era già tutto tratteggiato in Velluto Blu, qui viene sublimato e portato all’eccesso attraverso gli abitanti di Twin Peaks che sono un vero e proprio campionario di falsità e malignità allo stato puro. Ma c’è anche tutto il tocco quasi satirico del Lynch nella sottile ironia che scorre negli episodi; nei gesti, nel linguaggio e nelle espressioni di Dale Cooper (un magnifico Kyle MacLachlan alla sua ennesima esperienza con Lynch), autentico saggio ottimista ma dotato di una fredda capacità di analisi che gli fanno affrontare le situazioni più oscure. Quasi un antesignano, se non il padre vero e proprio, di Fox Mulder in X-Files. Inoltre, saranno proprio gli episodi diretti da David Lynch ad introdurre un altro elemento nel già ricco ventaglio di generi che affollavano questo serial, ovvero il paranormale. La mitica “Stanza Rossa” dove appaiono un nano ballerino, un gigante e svariati altri ‘mostri’, entrò prepotentemente nell’immaginario collettivo e stupì tutti per essere un’autentica trovata del tutto de-contestualizzata dagli avvenimenti del serial. Twin Peaks, difatti, era un continuo work in progress dove nulla era studiato a tavolino ma quasi si giocava a rimbalzare all’infinito i colpi di scena, i ribaltamenti della realtà, un incessante mischiare le carte in tavola arricchito dall’elemento sovrannaturale che in perfetto stile Lynch angosciava e terrorizzava lo spettatore. Non dunque una paura da filmetto horror ma una serie di immagini visionarie, partorite dall’inconscio di David Lynch, capaci di far accelerare i battiti del cuore.
Twin Peaks fu pesantemente criticato perché considerato uno “snaturamento” dell’opera di Lynch, soprattutto in quanto determinate devianze sociali venivano giustificate con l’intervento di un demonio (il malefico Bob) e non come risultato di una società ridotta al collasso. Ma a mio parere, invece, è la stessa “Stanza Rossa” a dimostrare il contrario: il luogo onirico dove si combattono il bene e il male è rappresentato da una serie di stanze tutte uguali delimitate da una semplice tenda rossa, come a rappresentare la sottilissima attiguità tra ciò che è morale e ciò che è perverso e dove lo stesso protagonista non riesce più a distinguere ciò che vede. E’, insomma, una micidiale rappresentazione delle angosce odierne inserito in un contesto thriller dal grande appeal. E’ stata questa la grande vittoria di David Lynch, operare in entrambe le direzioni senza rinunciare ai suoi modi e ai suoi tempi. Difatti, i 6 episodi su 29 diretti da Lynch (di cui due dalla durata quasi filmica di un’ora e mezza) sono autentici piccoli capolavori visionari che non hanno nulla da invidiare alle opere più importanti del regista.
Va sottolineato che Twin Peaks può essere idealmente diviso in due parti: la prima stagione e la prima parte della seconda (fino al nono episodio) sono un concentrato di originalità e perfezione che hanno lasciato il segno in chi ha avuto la fortuna di guardarlo; i restanti episodi hanno subito un notevole calo di qualità dovuta all’assenza della supervisione di Lynch che preferì dedicarsi al film Cuore Selvaggio. Finché è stato lo stesso Lynch che, appresa la notizia che il serial sarebbe stato chiuso, ha ripreso in mano le redini della situazione e si è seduto dietro la macchina da presa per dirigere l’ultimo sconvolgente ed inquietante episodio destinato agli annali della tv e che, manco a dirlo, non forniva tutte le risposte che lo spettatore stava cercando. E poco tempo dopo, decise di scrivere la parola fine alla saga trasportandola sul grande schermo con il film Fuoco cammina con me, pre-quel che narra i fatti avvenuti prima della morte di Laura Palmer.
Si può concludere sottolineando che dopo l’avvento di Twin Peaks, il serial televisivo non è stato più lo stesso. Qualcosa era cambiato e non si poteva ignorarlo. Inoltre, nonostante siano passati 16 anni, le vicende di Laura Palmer e della sua provincia americana sono più che mai attuali e il serial stesso di David Lynch e Mark Frost non ha nulla da invidiare ai prodotti moderni ma anzi può ancora insegnare molto. L’impatto che ha avuto all’epoca è tuttora intatto. Questa è una sfida rara da vincere.

6.4.06

Viva l'Italia ancora e i David

Continua la riscossa del cinema italiano che nelle ultime settimane ha conquistato e mantenuto le vette della classifica. Dopo l’inaspettato successo di Notte prima degli esami e il prevedibile exploit de Il mio miglior nemico della coppia Verdone e Muccino, salta in testa alla classifica Il Caimano di Nanni Moretti che diventa non solo il film più visto del week-end ma anche il più visto nella carriera di Moretti. Così abbiamo al primo posto l’ultima fatica dell’autore Nanni, seguito a ruota dalla pellicola di Verdone che, forte dei suoi 16 milioni di euro d’incassi, è per ora il film più visto nel 2006. Un po’ più giù, sesto posto, resiste Notte prima degli esami che è stato a lungo tempo in vetta alla classifica e resiste ancora nonostante sia nelle sale da ormai diverse settimane.
Il 2006 è iniziato alla grande per il cinema italiano. C’è da augurarsi che continui questo trend.
Intanto, hanno rese note le candidature ai David di Donatello 2006. Grandi favoriti: Il Caimano e Romanzo Criminale, con 13 candidature a testa. Io tifo per il bellissimo film di Nanni Moretti nelle categorie più importanti e in particolare per Silvio Orlando. Qui le candidature.

4.4.06

Hollywood al contrattacco

Alla fine è successo e c’era da aspettarselo. E’ un segno dei tempi. I colossi mondiali del settore cinematografico (Warner Bros, Universal, Sony, Paramount, Mgm, 20th Century Fox, manca all’appello la Disney ma sembra che si aggiungerà presto) hanno raggiunto un accordo storico: tutte le pellicole in uscita nelle sale, dopo un tempo brevissimo, 45 giorni, saranno disponibili, in contemporanea, sulla rete e in dvd. L’accordo è stato raggiunto a fatica dopo una lunga ed estenuante discussione delle major che alla fine si sono unite sia per combattere la pirateria che per combattere il languore degli incassi nelle sale. Alla fine, dopo tanta ostinazione, è prevalso un senso di rassegnazione a fronte del successo del mercato dei dvd e la sempre crescente domanda di fruizione via internet; in pratica, come è già successo nel mercato discografico. Ovviamente, non si tratta di una liberalizzazione totale ma definita da precise regole: 45 giorni di finestra dalla uscita nelle sale all’uscita in dvd e sulla rete; questa ultima fruizione, inoltre, avrà precise regole: i film scaricati sulla memoria del computer dal sito Movielink (di cui le major sono proprietarie congiunte) potranno essere copiati su dvd ma i dischetti, a causa di un codice di protezione voluto dagli studios, non potranno essere inseriti nei lettori dvd collegati alle tv; potranno, insomma, essere visti solo sullo schermo del computer. Quanto ai costi, ufficialmente i film avranno lo stesso prezzo, online e nei negozi. Ma mentre i dvd sono venduti a prezzi ridotti dalle grandi catene, su internet non ci saranno sconti e non ci sarrano gli ‘extra’, cioè i contenuti speciali che hanno contribuito a fare la fortuna del mercato dei dvd. A disposizione non solo i titoli nuovi ma anche vecchi classici a prezzi inferiori. Per il download ci vorrà circa un’ora ma sarà possibile vedere il film durante il processo stesso di downloading.
Insomma, siamo davanti ad una rivoluzione vera e propria di cui a lungo si è dibattuto e che negli ultimi tempi ha visto i primi sprazzi sperimentali. Il primo film ad essere distribuito in questa modalità sarà Brokeback Mountain. Ci vorrà un po’ di tempo per vedere i risultati di tutto ciò ma c’è da pensare che non sarà un buco nell’acqua.
Aggiornamento

3.4.06

27 luglio 2007? D'oh!!

Finalmente c'è una data. Dopo tanto attendere, si sa qualcosa di preciso: 27 luglio 2007. E' il giorno in cui negli USA uscirà nei cinema l'attesissimo lungometraggio de I Simpson, il cartoon più celebre e seguito della storia nato nel 1990 dalla matita di Matt Groening. Inutile dire che è uno dei film più attesi degli ultimi anni grazie alla fama di Homer e famiglia, dell'enorme seguito e successo che il cartoon ha ottenuto fin dal suo esordio. Ebbene, da questo fine settimana in America le proiezioni de L'era Glaciale 2 sono accompagnate da un trailer di 25 secondi del film della famiglia gialla più irriverente della tv. Il trailer lo potete vedere qui. L'attesa è spasmodica!!

2.4.06

Film del mese:Aprile 2006

Ecco i film in uscita il mese di aprile. Lista in continuo aggiornamento. Come sempre, fra parentesi la data di uscita.

  • Indian - La grande sfida di Roger Donaldson (7);
  • Tristano e Isotta di Kevin Reynolds (7);
  • Inside Man di Spike Lee (7);
  • Nanny McPhee di Kirk Jones (7);
  • Zathura - Un'avventura spaziale di Jon Favreau (7);
  • Sono tornato al nord di Franco Diaferia (7);
  • Terkel in trouble di Fjeldmark,Vestbjerg,Christoffersen (7);
  • La famiglia omicidi di Niall Johnson (14);
  • Uno zoo in fuga di Steve Williams (14);
  • Running Scared di Wayne Kramer (14);
  • Se solo fosse vero di Mark Waters (14);
  • False verità di Atom Egoyan (14);
  • The Fog - Nebbia assassina di Rupert Wainwright (14);
  • E se domani di Giovanni La Parola (14);
  • Ti lascio perchè ti amo troppo di Francesco R. Martinotti (14);
  • Incontri d'amore di Arnaud&Jean-Marie Larrieu (7);
  • Sesso e filosofia di Moshen Makhmalbaf (14);
  • Yo Rahd - Un amico dallo spazio di C.Teti e V.Rambaldi (14);
  • Rent di Chris Columbus (21);
  • L'era glaciale 2 - Il disgelo di Carlos Saldanha (21);
  • Mater natura di Massimo Andrei (21);
  • Il grande Nord di Nicolas Vanier (21);
  • Siamo tutti in ballo! di Marilyn Agrelo (21);
  • Le Particelle Elementari di Oskar Roehler (21);
  • Scary Movie 4 di David Zucker (21);
  • Le mele di Adamo di Anders Thomas Jensen (21);
  • Ti va di ballare? di Liz Friedlander (28);
  • Il regista di matrimoni di Marco Bellocchio (21);
  • Il cane giallo della Mongolia di B. Davaa (21);
  • Firewall - Accesso Negato di Richard Loncraine (21);
  • Rischio a due di D.J. Caruso (28);
  • L'ascolto di Giacomo Martelli (28);
  • Basta un niente di Ivan Polidoro (28);
  • Chiedi alla polvere di Robert Towne (28);
  • Freedomland di Joe Roth (28);
  • The Listening di Giacomo Martelli (28);
  • My Father,Rua Alguem 5555 di Egidio Eronico (28);
  • Rischio a due di D.J. Caruso (28);
  • Sopra e sotto il ponte di Alberto Bassetti (28).

E come sempre...a voi la scelta! Il piatto è ricco!

1.4.06

Mi sdoppio in...quanti?

Paul Newman si unisce alla petizione per la protezione dei diritti d'immagine e vocali degli attori. La proposta renderebbe quindi illegale l'uso da parte di registi di immagini o dialoghi presi da altri film, per almeno 70 anni dalla morte dell'attore in questione, salvo permesso. Newman, insieme ai colleghi Christopher Plummer e Charles Grodin, teme che lo sviluppo tecnologico possa far si che un attore appaia in un intero film senza essere coinvolto fisicamente, e senza permesso. Dice l'attore: "Potrebbero fare un'intera pellicola con un personaggio identico a me, che parla come me, recita come me, si muove come me, ma che non è me. Ci stanno improvvisamente clonando in qualcosa che non siamo. Siamo derubati della nostra individualità ed il lavoro di una vita viene così danneggiato." Fra i casi più recenti di attori 'clonati' abbiamo l'apparizione di Marlon Brando nel film di prossima uscita Superman Returns.