6.3.10

Up


Up di P. Doctor, B. Peterson
(2009) USA

Pensavo che WALL-E fosse la cima delle idee Pixar ed invece Up è un altro passo avanti verso la sperimentazione e l'innovazione, i veri marchi di fabbrica del colosso cinematografico. Sono due film diversi, a ben guardare: WALL-E era forse più rivoluzionario in termini di regia e l'iper-realismo che il suo digitale raggiungeva voleva ottenere il massimo della resa nell'interpretazione di personaggi inesistenti. Up, invece, pur realizzando un film d'animazione dove la regia gioca un ruolo fondamentale (vedi le bellissime scene mute, dove il montaggio, le musiche, la mimica degli "attori", le scelte fotografiche sono cinema allo stato puro), sembra piantare radici in una solidissima sceneggiatura che non si perde in fronzoli e contorni (la necessità di non annoiare il pubblico più giovane sembra essere una limitazione positiva, se questi sono i risultati) ma va dritto al cuore pulsante della narrazione ed al suo protagonista, questo splendido vecchietto vedovo e scontroso, vero anti-personaggio per un film di animazione. Fra l'altro, il tipico bilanciamento di elementi per non scontentare nessuno (né i bambini né il pubblico più adulto che li accompagna, perché sembra che siano ancora pochi i giovani e gli adulti che vedono un film Disney o Pixar senza il preconcetto che si tratti di film per mocciosi) riesce benissimo anche stavolta così come era accaduto con WALL-E
Ecco, allora, che ben si comprende la nomination agli Oscar di Up come miglior film perché di questo si tratta: non può essere considerato un film diverso dagli altri solo perché d'animazione. Up è un film completo, è cinema nel senso più significativo e pieno del termine, emoziona alla grande e costruisce una narrazione mai banale e prolissa ma anzi fatta di gesti, oggetti, azioni che esplicitano le psicologie e i sentimenti dei protagonisti. Un autentico capolavoro del genere che ha molto da insegnare a tutto quel cinema sentimentale e d'intrattenimento contemporaneo che annaspa disperato. Il mio unico rimpianto è non averlo visto in 3D, perché magari anche in questo era riuscito a costruire un discorso innovativo ed importante. 

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