17.11.07

Uno sguardo altrove: Silent Hill

Perché dedicare un post al videogame Silent Hill? Perché chiunque ci abbia giocato sa bene di trovarsi davanti non ad un semplice gioco ma a qualcosa che si avvicina tantissimo ad un'esperienza cinematografica.
Silent Hill nasce nel 1999 e in Italia parte molto in sordina. Distribuito in poche copie, riesce ad affermarsi solo attraverso il passaparola e lo scambio. Motivo del successo? Il gioco diventa in breve un vero e proprio cult per due ragioni: la paura e il taglio cinematografico.
Per quanto riguarda il primo profilo, Silent Hill, a pari dei film storici di genere thriller e horror, terrorizza davvero, fa sobbalzare dalla sedia e ti fa seguire le avventure del protagonista con vera e propria apprensione. Il motivo di questa tensione è l'ambientazione del gioco: Silent Hill è una piccola cittadina turistica che improvvisamente viene avvolta da una nebbia fittissima e dalla desolazione più totale. Henry, il protagonista, arriva in città ma a causa di un incidente d'auto smarrisce la figlioletta di 7 anni. Dovrà buttarsi a capofitto in quella nebbia per ritrovarla. E ad ogni angolo che si dovrà girare, ad ogni edificio che si dovrà esplorare, voi avrete i nervi a fior di pelle perché la ricostruzione è impeccabile. Di tale ambientazione, il punto forte (rimasto nella storia) è il design sonoro: in Silent Hill si passa dal silenzio più totale (vista l'ambientazione) all'introduzione di suoni metallici irritanti, spaventosi, che aumentano con l'avvicinarsi di un pericolo; ogni volta che si sente uno di quei suoni, si ha terrore ad ogni passo da compiere. A tutto ciò si aggiunge una fotografia dai colori acidi e saturi, una trama ben congegnata e un'ampia giocabilità (il gioco può concludersi in 5 modi differenti, a seconda delle azioni compiute). Il secondo profilo, il taglio cinematografico, è il marchio distintivo di Silent Hill: il gioco è girato come un vero e proprio film; seguiamo il protagonista attraverso carrellate, movimenti di macchina e animazioni che sono scene a tutti gli effetti. Una caratteristica già tentata in Resident Evil ma che qui raggiunge il suo compimento più pieno, diventando pietra miliare e punto di riferimento per tutti i videogame a venire. Una cura del particolare cinematografico che non si vedeva dai tempi di The Dig (videogame di George Lucas e Steven Spielberg).
Silent Hill ha prodotto 4 videogame e ora ne sta per arrivare un quinto, senza contare la trasposizione cinematografica di molto fedele allo spirito del gioco. Seppur un pò datato, consiglio caldamente Silent Hill e tutti gli episodi a venire e ringrazio Zed per avermi spinto, qualche tempo fa, ad intraprendere quest'avventura.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Uau! Intanto grazie per la citazione, poi ovviamente, non posso che condividere l'esperienza. E' buono che tu abbia iniziato dal primo titolo. Io ho iniziato dal numero tre per poi andare a ritroso. Dei 4 capitoli io trovo che il più bello sia il secondo. Il quarto lo scarterei, anche se la grafica è stupenda ma c'è meno phatos. Il secondo capitolo fattelo! Noterai uno sviluppo della grafica ancora più raffinato e la storia è anomala rispetto agli altri capitoli. Il terzo, infatti, è il sequel del primo. Il quarto è ovviamente legato al primo e al terzo, anche se c'è un personaggio che viene menzionato nel secondo e che qui prenderà finalmente corpo. Il secondo capitolo dicevo ha una trama a se stante. Poichè la grafica è migliore, vedrai che movimenti di camera e che fotografia. L'effetto luce da lampadina è ancora più accentuato. I mostri fanno davvero paura. La storia è tristissima, magari meno esoterica, ma molto più realistica. Prova e non resterai deluso. Lo trovi per play e xbox. Niente pc. Ciau!

Anonimo ha detto...

Grande gioco! L'ho divorato ... è proprio il caso di scriverlo!! Ciao, Ale