4.2.08

Caro diario

Caro diario di Nanni Moretti
(1993) ITA\FRA

E' forse il film di rottura nel cinema di Nanni Moretti. Per la prima volta, il regista si presenta agli occhi del pubblico come sé stesso e non più dietro il suo alter-ego Michele Apicella, girando un film che ha il sapore del documentario ma che mantiene intatte le caratteristiche più celebri del regista quali il surrealismo e il pungente sarcasmo.
La pellicola si divide in tre parti. La prima è completamente dedicata alla città di Roma, ai luoghi della capitale più amati da Moretti e contiene la ormai celebre sequenza del giro in vespa. Nella seconda, la narrazione si sposta sulla crisi artistica dell'autore e sulla sua disperata ricerca di un pò di tranquillità per riordinare le idee; ricerca che lo porta prima a Lipari e poi su tutte le isole circostanti, luoghi dove lo sguardo dell'opera sembra concentrarsi su determinati eccessi della società italiana che somigliano tanto a veri e propri integralismi. La terza ed ultima parte assume un tono lievemente più drammatico e decisamente autobiografico: Moretti racconta la sua esperienza con un tumore sconfitto ma piuttosto che concentrarsi sull'angoscia che può suscitare tale vicenda preferisce narrare la sua lunga odissea fra dottori incapaci di riconoscere il suo male e che lo imbottiscono solo di farmaci.
Il titolo è quanto mai significativo: il film è un vero e proprio diario di Moretti che usa sé stesso non tanto per psicoanalizzarsi ma come filtro tra ciò che racconta e noi spettatori. Nel suo stile, poi, non c'è pretesa di realismo tant'è vero che subito all'inizio del terzo capitolo (che si apre con le immagini della sua reale chemioterapia) precisa che ciò che vedremo di questa parte è tutto vero. E la sensazione finale dell'intera opera è proprio quella di aver assistito a qualcosa di autentico, di estremamente sincero. Di sentito. Di raro in Italia.

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