4.4.08

Ogni cosa è illuminata

Everything is illuminated di Liev Schreiber
(2005) USA

Esordio alla regia del bravissimo attore Liev Schreiber, Ogni cosa è illuminata parte con i toni della commedia e si conclude con un piglio decisamente drammatico. Tratto da un'opera letteraria dalla difficile trasposizione ma di grande impatto, il film parte con un quarto d'ora di incipit davvero fulminante e per tutto il primo tempo ne mantiene il ritmo. Nel secondo tempo le cose cominciano a rallentare anche per il drastico cambio di tono della storia ed è qui forse che il meccanismo si inceppa. Schreiber firma un debutto alla regia convincente ma piuttosto pasticciato in alcuni momenti, laddove nel secondo tempo l'equilibrio tra commedia e dramma si spezza a favore del secondo e i meccanismo narrativi iniziano ad ingarbugliarsi un pò (la voce fuori campo che narra è di uno, i flashback sono di un altro). Non sembra tanto che il regista si sia confuso ma semplicemente che abbia voluto osare; ma se nel complesso l'opera di direzione è piuttosto buona, è nel dettaglio che il film mostra i suoi difetti peggiori. Nulla da ridire, invece, sulla direzione degli attori (quando un bravo interprete dirige altri interpreti c'è quasi sempre questo risultato), Elijah Wood è una conferma e il resto del cast regge la scena. E' la morale del film più di tutto a rimanere impressa: l'importanza della memoria, laddove questa si componga attraverso fratti privati o avvenimenti storici, è fondamentale. Buttare via il passato significherebbe non imparare dalle esperienze vissute e ricadere negli stessi errori. Conservare tutto ciò che ci aiuta a ricordare è vitale. Nella costruzione di questo insegnamento il film è praticamente perfetto e raggiunge vette poetiche sorprendenti.

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