28.3.06

Il Caimano


Il Caimano di Nanni Moretti
(2006) Ita

Pensare che Il Caimano sia un film su Silvio Berlusconi è ingenuo oltre che riduttivo. L’ultima pellicola di Nanni Moretti è molto di più. Parte dall’idea coraggiosa di una giovanissima autrice cinematografica esordiente (Jasmine Trinca) di realizzare il primo film sulla figura di Berlusconi, appunto, ma poi il film svela le sue molteplici facce e i suoi protagonisti, un Silvio Orlando in stato di grazia nei panni di un produttore cinematografico di serie B che nel disperato tentativo di risollevare le sorti della sua casa di produzione, accetta, prima a malincuore e poi con ostinazione, di realizzare Il Caimano, questo film che narra le origini sospette della ricchezza di Berlusconi. E mentre fatica a cercare un protagonista disponibile (fra cui un Michele Placido più viscido che mai) e un produttore, cerca anche di salvare quel che resta del suo matrimonio con Margherita Buy, giunto ormai alla fine. Come sempre nei film di Moretti, intorno ai due protagonisti gravitano tante facce e tanti mondi, come quello del cinema che fatica a farsi coraggioso, a rendersi diverso e poi c’è l’Italia, quella Italia mutata, profondamente trasformata dall’avvento sulla scena dell’uomo di Arcore. Oltre ai personaggi che rispecchiano un po’ di se stesso, Moretti questa volta affina la sua regia, la perfeziona e va oltre quel certo minimalismo de La stanza del figlio per trovare il giusto tono a questa commedia che a tratti sfiora il grottesco e a tratti il dramma.
Pensare che Moretti abbia realizzato questo film con l’intenzione di spostare voti è folle. Lo dice lui stesso nella prima apparizione nel film: “quelli che vogliono sapere già sanno, quelli che non vogliono sapere, ignoreranno.” Come uscirne? Davvero la gente si è assuefatta a quello che Berlusconi ha fatto alla nostra democrazia, al nostro sistema, al nostro paese? O credere di poter fare un film del genere, un film diverso, è possibile? E’ di questo che ci parla Nanni Moretti, di dove è andata l’Italia negli ultimi 30 anni, non di cosa ha fatto Berlusconi. Dopo il primo tempo, la figura dell’uomo di Arcore diventa marginale perché se è vero che il suo effetto sull’Italia è stato enorme, è altrettanto vero che ciò è avvenuto perché il popolo non solo lo ha concesso ma lo ha anche condiviso senza scomporsi più di tanto. Nanni Moretti ci lancia tutto questo addosso finché il produttore Silvio Orlando, ormai sull’orlo della rovina, ha un ultimo scatto di orgoglio e decide di girare almeno l’ultima parte del film: quella in cui Berlusconi compare in tribunale e tra un monologo contro la giustizia e un altro contro la sinistra, ascolta il verdetto dei suoi processi. Non è mia abitudine rivelare troppi dettagli, ma sappiate che a impersonare il presidente del Consiglio è lo stesso Nanni Moretti senza alcun trucco e la devastante angoscia e il profondo turbamento che mi ha provocato la sequenza finale è qualcosa che non provavo da tempo al termine di un film e che mi ha prepotentemente obbligato a interrogativi da troppo tempo sopiti nella nostra società.
Per questo, a mio parere, Nanni Moretti ha fatto centro e pur non essendo un suo eccessivo ammiratore, mi confesso innamorato di questa opera e sinceramente non trovo nessun motivo che mi trattenga dall’usare l’aggettivo più scomodo ed abusato nel mondo del cinema: capolavoro. O perlomeno, nella cinematografia di Moretti è un autentico capolavoro.

27.3.06

...e tredici!

Lo avevamo annunciato a gennaio: Ocean's Thirteen, terzo capitolo delle avventure della banda di ladri capitanta da George Clooney, è già in produzione e adesso è stata anche annunciata la data di inizio riprese, il 21 luglio. Ci eravamo posti un interrogativo, ovvero chi sarebbe stato il tredicesimo elemento ad aggiungersi alla banda: ebbene, si tratta dell'attrice Ellen Barkin. Per il resto del cast Soderbergh ha già ricontattato tutto il gruppo ma sembra ci saranno due grandi assenze: Julia Roberts e Catherine Zeta-Jones. Le riprese saranno effetuate soprattutto negli studi della Warner, quindi niente più reali locations a Las Vegas o in giro per l'Europa.

26.3.06

Velluto blu

Blue Velvet di David Lynch

(1986) USA

A guardare un film di David Lynch ci si aspetta sempre troppo. Lo dico con attenzione perchè è evidente l'ammirazione che ho per il visionario autore americano, basta guardare il titolo di questo blog. Questo non significa che Velluto Blu mi ha deluso, ma anzi ha rafforzato il mio amore per Lynch e per la sua opera che si fonda sullo spiazzamento totale non solo dei sensi ma anche del comune senso del pudore e dell'immaginario comune che si ha dell'America, un concetto un pò ostico per noi italiani. Tutto ciò non ci impedisce di affrontare con coinvolgimento la bizzarra parabola di Jeffrey (Kyle MacLachlan, attore caro a Lynch) che nella volontà di dare una scossa alla sua vita, cerca di scoprire chi si cela dietro alla mutilazione di un orecchio da lui stesso rinvenuto, per finire risucchiato in un mondo torbido fatto di violenza, allucinanti perversioni sessuali e disperazione umana. Questa volta più che di scene oniriche o ambientazioni allucinate derivate dagli incubi di David Lynch, si tratta di personaggi, individui orribili che senza ritegno infliggono violenza di ogni tipo a vittime che a loro volta sono disumane; non si può negare, infatti, il profondo disagio che provoca la visione di una Isabella Rossellini che seppur sessualmente umiliata, non nasconde il suo perverso piacere di essere picchiata dal suo aguzzino, un allucinato Dennis Hopper. E se questo orribile mondo può sembrare l'inferno, il vero brivido di disgusto si ha quando il protagonista, desideroso di aiutare la povera vittima eppur tentato dalla sua carne, non si tira indietro a immedesimarsi violento pur di ottenere il suo corpo e un pò della sua fiducia. E' il mostro che si cela sotto l'apparente normalità e compostezza dell'America moderna, tematica cara Lynch, sempre presente nelle sue opere e che verrà sublimata successivamente nel serial Twin Peaks. "Tu sei come me" dice Hopper a MacLachlan e dello sguardo impaurito di quest'ultimo non si sa se aver compassione o temere il suo lato oscuro, quello che tutti nascondo nello strano mondo di Lynch. Ed è proprio con queste parole che il film si chiude. "E' uno strano mondo questo." E fa paura e non è poi così lontano.

25.3.06

E che sia la volta buona

Forse ci siamo. Dovrebbe essere partito l'ok definitivo per la produzione del quarto capitolo di Indiana Jones. A rivelarlo è stato l'attore Harrison Ford che qualche mese fa aveva lanciato un ultimatum a Spielberg e George Lucas; stavolta, l'attore ha dichiarato che "finalmente abbiamo per le mani un copione che ci soddisfa pienamente". Autore della sceneggiatura è Jeff Nathanson che ha ricevuto il nulla osta dopo che lo script è stato supervisionato dallo stesso Steven Spielberg e Lucas; quest'ultimo, inoltre, avrebbe apportato qualche piccola modifica per limarne bene i contorni. Ma sembra proprio che questa volta sia fatta, come conferma il portavoce di Spielberg, Marvin Levy: "il primo ciak potrebbe essere battuto già entro il 2007, anche se il regista ha in cantiere il film su Abramo Lincoln con Liam Neeson. Credo che a Steven piaccia molto più l'idea di girare Indiana Jones 4. Dopo Munich non vorrebbe dedicarsi a un altro film troppo serio".

23.3.06

Parliamo ancora de Il Caimano

Oggi si è svolta la proiezione riservata per gli adetti alla stampa dell'ultimo film di Nanni Moretti che non ha concesso la rituale conferenza stampa di presentazione al termina della pellicola. Ma i primi articoli pubblicati possono finalmente squarciare quel telo di mistero che Il Caimano si è costruitto attorno. Secondo Claudia Moroglione, che scrive su Repubblica.it, la risposta alla domanda se questo film è un atto anti-berlusconiano è decisamente sì! Ma non è un documentario alla Michael Moore e non ha nulla a che vedere con Viva Zapatero! della Guzzanti. E' invece una storia di fantasia saldamente agganciata alla realtà politica dei nostri giorni che critica ferocemente il berlusconismo e la figura del cavaliere ma non risparmia attacchi alla pigra sinistra. E ' un film a tratti inquietante e tetro ma sembra anche faccia molto ridere e la scena finale promette bene: lo stesso Nanni Moretti, senza trucco e parrucco (è il caso di specificarlo!), interpreta proprio Silvio Berlusconi!
L'uscita nelle sale è per domani. Torneremo sicuramente a parlarne.

22.3.06

L'ironia di Lars Von Trier

Torniamo ad occuparci di Lars Von Trier, argomento sempre graditissimo sul Mulholland Blog. Qualche mese fa abbiamo aggiornato il suo calendario di lavorazione dei prossimi anni ma adesso dobbiamo aggiungere una nuova voce. Infatti, il regista danese sta girando un nuovo film dal titolo The Manager of It All, pellicola che segna una svolta nella sua carriera poichè si tratta di una commedia colma d'ironia che racconta delle attuali relazioni 'capovolte' tra Islanda e Danimarca, con la prima che sta passando ultimamente dal ruolo di colonia a quello di colonizzatrice. Il film è prodotto dalla casa di von Trier, la Zentropa, e potrebbe concorrere alla prossima Mostra del Cinema di Venezia.

21.3.06

La strategia del mistero paga

Nanni Moretti spiazza tutti. E' decisamente originale, infatti, la decisione del regista di annullare la conferenza stampa per la presentazione del suo ultimo film e fin qui ci può stare. Ma la vera sorpresa sta nella decisione di presentare ufficialmente il film in tv, quella tv da sempre evitata dal regista, nel programma Che tempo che fa di Fabio Fazio. Ebbene sì, l'autore presenterà la sua ultima fatica, Il Caimano, pellicola ricoperta da un altissimo muro di segretezza, in un talk-show. E' bene ricordare che l'ultima ospitata di Moretti in tv è stata sul finire degli anni '70 nel programma Match, culminata in un vivace alterco con il regista Mario Monicelli. Inoltre, non solo è stata annullata la conferenza con la stampa ma Moretti parteciperà ad una discussione con il pubblico al termine della proiezione della sua ultima fatica, probabilmente, ma non è ancora certo, al cinema Anteo di Roma sabato nel pomeriggo del 25 marzo. La sera dello stesso giorno, l'appuntamento è su Rai3 alle 20.10.

20.3.06

Viva l'Italia

Gli ultimi giorni sono stati un toccasana per il cinema italiano. Perchè se è vero che una rondine non fa primavera e quindi un paio di successi non servono a risollevare il cinema italiano, va anche detto che due film italianissimi sono in testa alla classifica; due film all'antitesi, uno è una grossa produzione, l'altro una piccola produzione dal notevole successo. Stiamo parlando ovviamente de Il mio miglior nemico e Notte prima degli esami. Il film di Carlo Verdone ha fatto un vero e proprio botto: nel primo week-end ha incassato la cifra record di 5 miloni di euro, raggiungendo i 10 tondi tondi nella settimana appena trascorsa, ottenendo la media di 7000 euro per sala. Il film dell'esordiente Fausto Brizzi (che è stato in testa alla classifica per due settimane, per poi essere spodestato proprio dal film di Verdone con Silvio Muccino) in 5 settimane ha guadagnato quasi 9 milioni di euro. Sono risultati importanti per il nostro cinema che certo, come dicevo, non risolvono i grandi problemi del cinema nostrano ma ci ricordano che abbiamo i numeri per fare grandi cose senza dover ricorrere ai cine-panettoni.

18.3.06

Doppiaggio sì, doppiaggio no...

La discordia tra i sostenitori e i detrattori del doppiaggio è antica e radicata manco fosse la battaglia fra il bene e il male. Il mondo degli appassionati del cinema si può dividere in queste due categorie ben definite. I detrattori sono coloro che preferiscono guardare i film in lingua originale considerando la voce dell'attore fondamentale e parte inscindibile dell'opera artistica; inoltre si inserisce anche il problema della traduzione, che da una lingua all'altra comporta sempre numerose 'lost in translation', ovvero la perdita di quelle sfumature linguistiche o l'uso di determinati termini che per esigenze vuoi labiali, vuoi di comprensione, da una lingua all'altra si verificano sempre, talvolta trasformando completamente l'intero significato di una frase. I sostenitori, invece, preferiscono il doppiaggio perchè innanzitutto rende il film godibile a chi non ha conoscenza di lingua straniera ma anche per un motivo più articolato: il modo di parlare, l'uso che si fa della voce e delle tonalità può differire da cultura a cultura; inoltre, secondo questi l'eventuale utilizzo di sottotitoli disturberebbe la visione del film.
Io non so in quale gruppo collocarmi. Devo dire che mi piace vedere i film in lingua originale ma anche Kubrick (per me un faro nel mondo del cinema) dopo lunga meditazione, decise di far doppiare i suoi film all'estero proprio perchè sosteneva che il cinema è innanzitutto 'immagine' e quindi i sottotitoli avrebbero distratto lo spettatore. Va anche sottolineato, però, che Kubrick curava la traduzione e il doppiaggio di ciascuno dei suoi film per ogni edizione straniera, uno sforzo creativo che pochi sono disposti ad assumersi nel mondo della produzione cinematografica. E' vero che l'interpretazione degli attori merita di essere vista nella sua originalità ma non si può negare che il doppiaggio italiano è sempre molto accurato (qualcuno sostiene che abbiamo i migliori doppiatori al mondo, altri minimizzano riducendo questa tesi ad una leggenda metropolitana); pensate alla grandiosa voce italiana di Al Pacino, ovvero Giancarlo Giannini e avrete idea di cosa sto parlando.
Insomma, non c'è soluzione...o forse sì? Vorrei conoscere la vostra opinione...Parliamone!

17.3.06

L'Italia va a New York

Dopo il grande successo de La meglio gioventù, un altro film italiani sbarca nella Grande Mela. Stiamo parlando di Romanzo criminale che rappresenterà l'Italia al Tribecca Film Festival di New York, l'importante kermesse cinematografica in programma dal 27 aprile al 7 maggio nata nel 2002 da un'iniziativa di Robert De Niro, Jane Rosenthal e Craig Hatkoff; il festival prevede anche la sezione Spotlight dedicata ai migliori registi internazionali. In questa categoria, insieme a Romanzo criminale, saranno proiettati anche I fiori di San Francesco di Roberto Rossellini e My Dad is 100 Years Old, omaggio della figlia Isabella al grande maestro.

16.3.06

Senza peli sulla lingua

Annie Proulx, l'autrice del racconto da cui è statto tratto il film Brokeback Mountain, ha esternato tutto il suo furore per il mancato Oscar come miglior film proprio alla pellicola di cui è stata ispiratrice. La donna, decisamente imbufalita, ha descritto i votanti come "fuori dal mondo" e "segregati" dalle realtà attuali della società. L'autrice ha inoltre dichiarato che i membri dell'Academy sono stati influenzati dalla strategia della compagnia produttrice di Crash, la Lions Gate Entertainment, 'colpevole' di aver recapitato loro una copia DVD del film a poche settimana dal ballottaggio. Proulx spiega che i seimila votanti dell'industria vivono prevalentemente nell'area di Los Angeles, molti dei quali conducono una esistenza confortevole e lussuosa, in un ambiente protetto e separato dalla realtà americana d'oggi. Sono queste persone, così estranee persino agli avvenimenti della loro stessa città, a decidere quale film è buono e quale non lo è. L'autrice ha concluso ironizzando sul futuro che possono avere gli Oscar se lasciati in mano a questo tipo di persone.
Lungi da me buttare fango sull'Academy (che certo non merita neanche di essere incensata). Ma come non dubitare dell'inaspettata vittoria di Crash quando ormai si dava per certa la vittoria del film di Ang Lee? Certo, è anche vero che la Proulx si è mostrata un pò permalosetta...

15.3.06

Paul Haggis va alla guerra

Paul Haggis, trionfatore ai premi Oscar con 2 statuette per Crash, dopo la precedente vittoria come produttore per Million Dollar Baby, sta per concludere l'accordo con la Columbia Pictures per la direzione e la produzione di Against All Enemies. Tratto dal diario best seller di Richard A. Clarke, racconterà del modo in cui l'amministrazione Bush ha affrontato la minaccia di Al-Qaeda prima e dopo gli attacchi dell'undici settembre. Il libro di Clarke, che ha vissuto questi eventi in prima persona essendo un ex pezzo grosso dell'antiterrorismo americano, offre un approfondimento unico sui problemi dell'apparato di sicurezza degli Stati Uniti e ha suscitato in America pesanti critiche per i fallimenti dell'amministrazione Bush e la decisione di andare in guerra con l'Iraq.

13.3.06

Un italiano ad Hollywood

Gabriele Muccino si fa sentire dalla lontana Hollywood dove sta concludendo la lavorazione del suo nuovo film, The Pursuit of Happiness, prodotto dalla Columbia e interamente realizzato nella capitale mondiale del cinema. "E' stata un'esperienza esaltante, la professionalità con cui avevo a che fare era enorme. Si è trattato di una grossa produzione e l'organizzazione della Columbia era perfetta". L'autore però aggiunge: "Fare un film qui a Hollywood è costosissimo e dunque non sono permessi errori, così si rifugia nel già visto, nel collaudato. Non è così per il nostro film".

9.3.06

Anteprima Musikanten, con Franco Battiato

Franco Battiato
Arriva in sala entrando dall’ingresso del pubblico, si mischia alla folla, non si sottrae a strette di mano, foto e autografi. Si mostra grato al pubblico e (come sempre) non ha nessuna velleità da intellettuale o artista. E’ la terza volta che incontro Franco Battiato ma è la prima come regista e le aspettative sono alte. Si pensava ad un’anteprima in grande stile; invece siamo in un cinema appartato e Battiato sale sul palco per soli cinque minuti, per un semplice discorso introduttivo al film. “L’impatto del film potrebbe essere forte, i critici non si risparmiano eppure i gusti sono cosa strana. Ricordo di una volta, saranno stati trenta anni fa, che mi recai in una piccola città della Turchia, fui invitato ad esibirmi ad un festival. Ero l’ultimo in scaletta e per tre ore non ascoltai altro che musica straniante, bruttissima, che mi sfiancava, eppure l’arena era gremita. Quando arrivò il mio turno, iniziai a produrre un suono basso con la mia tastiera e ad alzarlo lentamente, per due minuti di fila. Quando terminai e riaprii gli occhi, l’arena si era svuotata! Ovviamente, spero non succeda stasera.” Basterebbe questo a svelare la breve cinematografia di Franco Battiato. Ancora un breve aneddoto sulla critica: “Mi diverte leggere sempre nuovi articoli sul mio film; c’è Merenghetti, quello che scrive i dizionari del cinema, che fu uno dei primi a massacrarmi a Venezia, quando disse che il mio film era ostico, che appariva alieno nel panorama del cinema moderno. Lui cercava di offendermi eppure quello per me costituiva un gran complimento. Ultimamente ha un po’ riveduto il suo giudizio e questo mi dispiace, preferivo quello originale!”
Dal palco, per me che sono in prima fila, Battiato appare ancora più alto e imponente di quanto non sia già; quando sprigiona la sua ironia, è dissacrante.
Il film sarà nei cinema dal 10 marzo. Ancora due parole del regista: “Buona visione.”


Musikanten di Franco Battiato
(2005) Ita


Il secondo film di Battiato si fonda su un complesso pretesto: la volontà dell’autore di raccontare gli ultimi anni di vita di Beethoven attraverso la storia di una giornalista che si sottopone ad un ipnosi regressiva e scopre di aver vissuto in un’epoca precedente molto più vicino al genio della musica di quanto possa pensare. Per questo il film si svela in tre parti: la prima ai giorni nostri, con la giornalista e il suo collega che preparano un mistico ed acuto programma televisivo (che somiglia molto al programma realizzato per la tv satellitare dallo stesso Battiato); la seconda ci porta all’epoca di Beethoven, ai suoi ultimi anni, alla malattia devastante, per un musicista, della sordità e delle amicizie che lo circondavano; nella terza si ritorna alla realtà, dove la giornalista si risveglia e trova il mondo devastato da un inquietante Partito Democratico Mondiale che puzza di dittatura lontano un miglio. In certi momenti la regia sfiora i limiti del Dogma di von Trier, dialoghi apparentemente fuori luogo, montaggio sferzante e uso (eccessivo decisamente e questo dispiace) della macchina da presa a mano. Ciò che più colpisce (e personalmente diverte) è lo straniante effetto di balzo temporale, dove la rappresentazione del passato risulta essere molto meno farsesca e più moderna di quella dei giorni nostri. Certo, qualche scena è quasi destabilizzante, ti lascia perplesso, così come l’uso bizzarro di soggettive e inserti narrati al limite del documentario, ma nell’insieme tutto acquista senso, pur lasciando un punto interrogativo sul mistero a base di reincarnazione della protagonista. L’interpretazione di Jodorowski è meravigliosa, dipinge un Beethoven tenero e geniale, fedelissimo all’originale da quanto ci è dato sapere, anche grazie ad alcune intuizioni di regia per niente male; spicca anche Gifuni, quasi di più della collega Bergamasco.
Non si pensi che un film su Beethoven non possa ancorarsi alla realtà; è pur sempre un’opera di Franco Battiato! Determinati accenni alla politica e l’inquietante finale dittatoriale ci ricordano che il cinema può farci viaggiare in epoche lontane e farci vivere intense emozioni ma alla fine è sempre al presente che si ritorna. Non dimentichiamolo.

6.3.06

And the winner is...

Per me è stata una grossa delusione la sconfitta di Brokeback Mountain; questo film meritava il premio più importante, non solo perché ormai non si parla d’altro dei cowboy di Ang Lee ma anche perché era forse il momento migliore per sdoganare il tema dell’amore omosessuale. Fatto sta che l’Oscar come miglior film se lo prende Crash mentre quello della regia va a ad Ang Lee; a qualcuno sembra una spartizione equa. Altro fronte di delusione è la bocca asciutta di noi italiani che non portiamo a casa neanche un premio: La Comencini viene battuta dal sudafricano Tsotsi, per i costumi vince la Atwood per Memorie di una Geisha, premiato anche per le scenografie di Stuart Craig e Gretchen Rau.

Sono felicissimo, invece, per l’Oscar come migliore attore per Philip Seymour Hoffman poiché ho seguito la sua carriera fin dai tempi di P.T. Anderson e nessuno come lui ha realizzato un’escalation di eccellenza e professionalità da fare invidia ai migliori. Miglior attrice è Reese Witherspoon che con il recente aumento di cachet e questo premio schizza dritta nel firmamento delle stelle. Gorge Clooney è il miglior attore non protagonista (Syriana) e sarà l’unico premio per il brizzolato nonostante le diverse candidature. Miglior attrice non protagonista è Rachel Weisz per The costant Gardner. Miglior sceneggiatura originale a Crash; non originale a Brokeback Mountain.
Miglior film d’animazione è Wallace&Gromit di Nick Park e Steve Box; per gli effetti speciali la spunta King Kong. Miglior documentario: La marcia dei pinguini.
Colonna sonora a Brokeback Mountain (battuto l’italiano Marianelli); miglior canzone è il rap “It’s hard out here for a pimp” per il film Hustle&Flow. Miglior missaggio audio e miglior montaggio sonoro a King Kong. Miglior trucco ad Howard Berger e Tami Lane (Cronache di Narnia).

La mia battuta preferita della serata: Gorge Clooney che ritirando la statuetta come miglior attore non protagonista ha esclamato “Questo significa che non ho vinto il premio come miglior regista!”

5.3.06

And the loser is...

Sono stati assegnati i Razzies Award, ovvero i premi che a poche ore dagli Oscar stabiliscono le peggiori performance dell'anno.
A fare il pieno è stata Jenny McCarty con il film da lei scritto e interpretato Dirt Love: peggior film, peggior attrice protagonista e peggior sceneggiatura (in entrambi i casi la stessa McCarty), peggior regia (firmata dal marito di Jenny, John Mallory Asher). A seguire abbiamo Rob Schneider, peggior attore protagonista in Deuce Bigalow - Puttano in saldo; Mentre i premi per i non protagonisti sono andati, rispettivamente, a Hayden Christensen (Anakin Skywalker-Darth Vader in Star Wars Episodio III - La vendetta dei Sith) e a Paris Hilton, per la scena-cult in cui viene ammazzata, in biancheria intima rossa, nell'horror La maschera di cera. Il premio Oscar Nicole Kidman insignita del titolo di "peggior coppia cinematografica dell'anno" per Vita da strega, insieme al suo partner su grande schermo Will Ferrell. Motivazione: tra loro, nel film, la "chimica" è pari a zero. Infine, i "più noiosi protagonisti del gossip"sono risultati essere Tom Cruise e Nicole Kidman.

4.3.06

Svelato il mistero!

La domanda che volevo porre a Verdone nel recente incontro a cui ho assistito era: è vero che il tuo film sarà il prossimo, dopo Natale a Miami, che romperà la tradizionale finestra di 15 settimane? (puntate precedenti qui, qui e qui). Ebbene, io non sono riuscito a porgli la domanda ma la risposta è arrivata ugualmente. Paolo Protti, presidente dell'Anec, associazione esercenti cinema, ha annunciato un accordo raggiunto dagli esercenti con la Filmauro di Aurelio De Laurentiis per far uscire in DVD il film di Carlo Verdone, Il mio miglior nemico, non prima di quindici settimane dall'uscita in sala, prevista il 10 marzo. In questa guerra tutta particolare, gli esercenti si sono aggiudicati una battaglia.

3.3.06

Gyllenhaal sulla bocca di tutti

Oltreoceano si rincorrono voci che sanno di fantascientifico. Sembra infatti che, dopo che Jake Gyllenhaal si è fatto vedere il giorno di San Valentino ad una partita dei L.A. Lakers in compagnia (vedi foto) del giovane attore Austin Nichols (conosciuto sul set di The day after tomorrow) e dopo che i due erano già stati visti più volte insieme, si sono fatte sempre più insistenti certe voci. E cioè che Jake Gyllenhaal non solo sarebbe gay e fidanzato con Nichols ma sarebbe il protagonista di una raffinata strategia mediatica messa a punto dalla lobby gay hollywodiana (dietro la quale si nasconde la regia occulta addirittura di Ang Lee) che partendo dal film Brokeback Mountain, porterebbe l'attore a fare coming out in diretta televisiva la ormai prossima notte degli Oscar!!
Ovviamente, se tutto ciò si rivelasse vero saremmo davvero a nuovi confini inaspettati nel mondo dello spettacolo. A Jake Gyllenhaal faccio tutti i miei migliori auguri perchè è una promessa niente male di Hollywood, ma spero se ne stia alla larga da certe regole 'gossippare' messe a punto solo per farsi notare. E agli squali dei giornali scandalistici consiglierei di darsi una calmata perchè ormai pur di rendere scandalosa una cosa normalissima come un coming out sono capaci di tutto! Alla faccia della sensibilità e della privacy altrui!

2.3.06

Non per vantarmi ma...

...il Mulholland Blog, quatto quatto, nell'arco di neanche 3 mesi ha raggiunto (e superato) quota 1000 contatti! Questa "auto-celebrazione" è per esprimere il mio più sentito GRAZIE che va a tutti coloro che leggono ciò che scrivo e con ciò gratificano tutto il lavoro che con passione cerco di volta in volta di realizzare e perfezionare. Grazie davvero a tutti voi! Siete grandi!

La più pagata del reame

Reese Witherspoon ha stabilito il nuovo record di ingaggio per un'attrice ad Hollywood, superando così di gran lunga il primato di Julia Roberts come attrice più pagata del cinema. La Witherspoon, infatti, riceverà un compenso di 29 milioni di dollari (!!) per il suo prossimo film, Our Family Trouble; il record precedente stabilito dalla Roberts fu per il film Mona Lisa Smile, dove l'attrice fu ingaggiata per 24 milioni di dollari (!). Questo aumento vertiginoso della Witherspoon non solo conferma la sua inarrestabile ascesa ma inoltre fa pensare ad una quasi ormai sicura vittoria dell'Oscar per Walk the line.

1.3.06

Film del mese: marzo 2006

Ecco i film in uscita a marzo 2006. La lista sarà continuamente aggiornata. Fra parentesi la data di uscita prevista, mese corrente ovviamente.


  • All the invisible children di Vari registi (3);
    Wallace&Gromit:la maledizione del coniglio mannaro di Steve Box, Nick Park (3);
    Stay - Nel labirinto della mente di Marc Forster (3);
    Piano 17 di Manetti Bros. (3);
    The Weather Man di Gore Verbinski (3);
    The Constant Gardner di Fernando Meirelles (3);
    La guerra di Mario di Antonio Capuano (3);
    Il suo nome è Tsotsi di Gavin Hood (3);
    Proof - La prova di John Madden (3);
    Torremolinos 73 di Pablo Berger (3);
    Musikanten di Franco Battiato (3);
    Moolaadé di Ousmane Sembene (10);
    Il mio miglior nemico di Carlo Verdone (10);
    L'incubo di Darwin di Hubert Sauper (10);
    Un giorno per sbaglio di Julian Fellowes (10);
    La fiamma sul ghiaccio di Umberto Marino (10);
    Bell'Epoker di Nico Cirasola (10);
    Il fantasma di Corleone di Marco Amenta (10);
    V for Vendetta di James McTeigue (17);
    Doom di Andrezj Bartkoviak (24);
    La vita segrete delle parole di Isabel Coixet (17);
    Angel-A di Luc Besson (17);
    Find me guilty di Sidney Lumet (17);
    Il grande silenzio di Philip Groning (17);
    The producers di Susan Stroman (17);
    La pantera rosa di Shawn Levy (24);
    Il caimano di Nanni Moretti (24);
    Baciami piccina di Roberto Cimpanelli (24);
    Final Destination 3 di James Wong (24);
    Masaniello, Amore e libertà di Angelo Antonucci (24);
    L'ultima vacanza di Wayne Wang (24);
    Factotum di Bent Hamer (31);
    Basic Instinct 2:Risk Addiction di Michael Caton-Jones (31);
    Due volte lei di Dominik Moll (31);
    A cena con i suoi di Tom Dey (31);
    Fuoco su di me di Lamberto Lambertini (31);
    Otto amici da salvare di Frank Marshall (31);
    Roll Bounce di Malcolm D. Lee (31);
    Romance&Cigarettes di John Turturro (31);
    Solo 2 ore di Richard Donner (31).

E dunque...a voi la scelta!

P.S. Avrei voluto che il precedente post raccogliesse più commenti del solito...mi è costato una fatica immane! Se potete, dategli un'occhiata. Grazie!