13.3.09

LYNCH (one)

LYNCH (one) di blackANDwhite
(2007) USA

Come era ovvio aspettarsi dalle anticipazioni, LYNCH (one) è un documentario che più atipico non si può. Non segue lo schema tipico del genere (tesi e dimostrazione), non si limita ad essere la tediosa biografia di un regista di successo, non promette sensazionali scoperte sulla complessa figura posta al centro dell'analisi. Semplicemente vuol far vedere Lynch all'opera in tutte le sue declinazioni: pittore\scultore, fotografo, divulgatore della Meditazione Trascendentale, musicista (anche se questa vena viene per lo più accennata). 
E regista ovviamente, solo che non viene per nulla indagata la sua carriera ma ci si concentra esclusivamente sulla lavorazione di INLAND EMPIRE; e su quest'ultimo sì che c'è un bel pò da scoprire: Lynch che propone a Jeremy Irons un ruolo nel film, in che modo prendono forma personaggi ed attori (ancora una volta c'è lo zampino della Meditazione), la costruzione dei set dove il regista svolge un ruolo attivissimo (non è raro osservare Lynch lavorare in prima persona come un vero artigiano, con le mani in pasta), la nascita della leggendaria giacca verde. Uno dei momenti che sicuramente più mi ha colpito è lo sfogo di Lynch che ad un certo punto della lavorazione di IE ammette di essere "depresso perché non so in che direzione sto andando con questo esperimento." Certo, di questa frustrazione e successiva guarigione dell'autore si era già venuti a conoscenza ma vederlo davvero soffrire praticamente sul set fa' tutto un altro effetto. Fra l'altro, molte delle immagini confermano come davvero il film sia stato realizzato scena per scena e che spesso gli attori arrivavano sul set senza sapere cosa dover fare: c'è un momento in cui Lynch spiega a Laura Dern di dover correre sul set del remake del film 47 fino a rifugiarsi in una casa, alché l'attrice segue il dito del regista ed esclama stupefatta "oh, nella casa di Smithee? Adesso sì che sono spaventata!" 
E' bene sapere che l'extra LYNCH (two) visto nel cofanetto di IE non era anticipatorio di questo documentario in quanto nessuna di quelle scene è stata montata in questo film. Quest'ultimo, difatti, colpisce anche per la sua brevità (poco più di un'ora e venti). Ma l'opera del fantomatico blackANDwhite è una sorpresa soprattutto sul versante della messa in scena: montaggio non lineare, nessun apparente ordine degli argomenti trattati, niente di niente. La netta sensazione è quella di spiare Lynch nel suo ufficio (dove il regista spegne continuamente le sigarette sul pavimento!), nel suo laboratorio artigianale, nella sua casa (dove appende decine di post-it al muro, probabilmente le scene di IE, e siede di fronte ad essi in attesa dell'idea esatta per il montaggio delle scene), sul set. Un vero film d'indagine che non vuol capire il personaggio intervistandolo ma semplicemente osservandolo, vedere come parla con gli attori, osservare come si relaziona con il mondo. Il tutto oscillando tra bianco e nero e colori, angolazioni di ripresa inusuali, poche e precise didascalie.
LYNCH (one) è il documentario che tutti i fan di David Lynch vorrebbero vedere e tiene fede alle leggende (per lo più esagerate) che circolano sul grande autore. E ne alimenta un'altra: chi è il regista di questo documento? L'ultima scena (Lynch che dirige sé stesso, come detto nel post precedente) apre ancora un'altra leggenda tutta da scoprire.

Nessun commento: