16.2.10

An Education

An Education di Lone Scherfig
(2009) UK

La leggerezza con la quale si snoda il racconto è probabilmente il più grande pregio di questa pellicola candidata all'Oscar. Sulla carta rischiava di rimanere una melensa storia di formazione condita da episodi scandalosi inerenti il rapporto tra la protagonista adolescente e il suo più maturo seduttore. La storia fra i due, invece, non scade mai nel banale o nell'ipocrita provocazione per immagini ma anzi è talmente pudica e tenera da commuovere. E comunque non è neanche il tema centrale del film, perché a ben guardare è il contesto storico il vero protagonista della narrazione. La cornice culturale inglese nella quale tutto prende piede è un momento cruciale della storia contemporanea, è antecedente le grandi rivoluzioni del '68 ma sfiora la fine dell'età dell'oro inglese; è quel momento sul quale ancora oggi la società inglese si interroga, foriera di ambiziosi slanci, troppi dei quali sono stati sonore delusioni. In questo periodo nel quale le donne non si sono ancora emancipate e devono sudarsi istruzione e ruolo sociale si snoda l'educazione della protagonista, vero prototipo della donna del '68, alla quale può contrapporsi la figura dell'insegnante Olivia Williams, vittima proprio di quel sistema che la Mulligan si sta preparando a combattere. La sua sete di conoscenza, necessaria alla sopravvivenza, si scontra con l'appagamento dei propri sensi e la ricerca del divertimento, quel mettere l'io davanti a tutto che sarà uno dei risultati peggiori del '68. Su questo il film assume una posizione netta, non revisionista e non reazionaria: si limita a fotografare quel che è stato e se qualcuno ci vedrà un attacco alle istanze della più grande rivoluzione culturale del '900 starà guardando il film con estrema malizia (o incolpevole ignoranza).
Al film non mancano spiacevoli cadute in basso (la rappresentazione manieristica della Francia, la conclusione un po' arrangiata e sporcata dalla voce fuori campo) ma la regista ottiene il meglio dai suoi attori, su tutti un magnifico Alfred Molina che incarna l'altra grande faccia della pellicola, il rapporto tra genitori e figli, tra le aspirazioni ed i sacrifici dei primi e il desiderio di non deluderli senza annullare la propria personalità dei secondi. 

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