
29.6.06
Il caimano in Francia

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Etichette: Il Caimano, Nanni Moretti
28.6.06
Non ha l'età...

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25.6.06
Ozpetek sul set

Uscita prevista: febbraio 2007. Articolo completo qui.
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24.6.06
Per chi ama Peter Parker...

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21.6.06
Uno sguardo altrove:The short films of David Lynch






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Etichette: David Lynch, INLAND EMPIRE, Uno sguardo altrove
17.6.06
Battiato alla terza regia

Per chi è ammiratore di Battiato come me, consiglio di leggere questa intera intervista che spazia su tutte le espressione artistiche dell'artista catanese.
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Etichette: Franco Battiato
16.6.06
David Lynch:mai premio fu più giusto!

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Etichette: David Lynch, INLAND EMPIRE
15.6.06
Se ci sarà una quarta volta,mi candido io!

Ora, dico io: non so come sia essere sposati a David Lynch ma so per certo che bisogna essere proprio scemi per lasciarselo scappare dopo neanche un mese!!!
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Etichette: David Lynch
14.6.06
Scary Movie 4

(2006) USA
Io sono del parere che per realizzare un film demenziale bisogna essere dannatamente bravi! Prendete la saga de Una pallottola spuntata: un capolavoro di comicità sana, dove in ogni inquadratura ci sono non uno ma tanti elementi che ti fanno scoppiare in una fragorosa risata. Non a caso il regista di quella serie era lo stesso di questo Scary Movie 4, David Zucker, un maestro in quanto a comicità demenziale. Eppure siamo lontani da Frank Drebin perchè quella di Scary Movie è una saga contemporanea che nasce come parodia dell'horror moderno tanto in voga negli ultimi anni. Eppure, se con Scary Movie 3 Zucker aveva firmato un autentico gioiello di comicità che offuscava i due capitoli precedenti, in questo quarto episodio perde colpi; si ride di meno, le scene comiche e le battute sono meno elaborate e meno pungenti, le parodie piuttosto grossolane. Si ride comunque, sia chiaro, ma con meno gusto del solito. Forse è la scelta dei comprimari a fallire: Bill Pullman, per quel poco che fa e per quanto si sforzi, non fa ridere più di tanto e non si capisce la brevità del ruolo di Leslie Nielsen (ma in quella brevità si ride parecchio!). Come al solito, è Anna Faris a tenere banco, straordinaria commediante che da sola vale l'intera pellicola, coadiuvata dalla sempre divertentissima Regina Hall, una vera professionista.
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Il ritorno di Halloween

Ci auguriamo che Rob Zombie non faccia il passo più lungo della gamba.
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13.6.06
Censura preventiva per Romero?

Va anche detto che Romero ha sempre avuto grossi problemi a realizzare film e solo ultimamente è ritornato al successo con Land of the dead.
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12.6.06
La solida coppia

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11.6.06
Il regista nel pallone

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10.6.06
Demme&Foster ancora insieme

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7.6.06
Il giardino delle vergini suicide
The virgin suicides di Sofia Coppola
(1999) USA
Le scelte di regia della Coppola sono piuttosto semplici ma efficaci; a parte qualche sequenza pasticciona (la presentazione del personaggio di Josh Hartnett stona con i toni del film così come la sua apparizione da adulto è alquanto superflua), per il resto è una regia misurata e contenuta; la ragazza ha assimilato abbastanza la lezione del padre e si sente le spalle coperte ma sarebbe ingiusto etichettarla come figlia di papà. Sofia Coppola all’epoca aveva del potenziale interessante, come dimostra la scena finale del film con quel party con le maschere a gas che quasi chiude e sintetizza i temi che la storia voleva andare a toccare. La fotografia è livida e ben orchestrata, la colonna sonora azzeccata. Il giardino delle vergini suicide è un ottimo prodotto per essere un film d’esordio.
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5.6.06
A History of Violence

(2005) USA
David Cronenberg sa fare il suo mestiere. E sa anche intuire quando è il caso di mettere da parte certe velleità artistiche e scendere a patti con il sistema cinematografico hollywoodiano senza tradire se stesso e la sua storia. E dunque si è calato in questo progetto a lui prontamente offerto per la regia: la storia di un uomo eccessivamente tranquillo che si ritrova nel mezzo di una rapina da cui si riesce a salvare grazie ad un'esplosione di violenza a lui apparentemente estranea. Da quel momento, la sua vita prende una brutta piega e lo costringerà ad affrontare fastidiosi fantasmi del passato. Cronenberg usa questo soggetto come pretesto per raccontare l'insidiosa violenza che fa parte della società moderna e di cui, forse, l'uomo 'civile' è portatore sano. Il presunto eroe protagonista (Viggo Mortensen che finalmente si dà da fare per dare spessore ad un personaggio) è un uomo che non esita a terribili esplosioni di violenza non appena vede minacciato il suo territorio e la sua famiglia. E chi di noi non farebbe lo stesso in tali condizioni? Certo, si scoprirà poi che quest'uomo non è chi dice di essere ma questo fa parte del (blando e sciocco) processo narrativo della storia, mentre il concetto della violenza come insita in ogni uomo e pronta a manifestarsi in caso di minaccia è il vero tema che affronta Cronenberg e lo fa con una regia che alterna momenti di totale tranquillità ad improvvise scene di terribile violenza ad ogni strato sociale: nei media, nella vita adolescenziale, nel sesso (e c'è una scena di sesso sulle scale che è una delle migliori che io abbia mai visto!).
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4.6.06
Uno sguardo altrove: Friends

Friends nasce dalla mente di David Crane e Marta Kauffman e narra le vicende di 6 amici che abitano nel Village di New York; i tipici 25enni americani, giunti a quel punto della vita in cui si cercano certezze ma è difficile trovarle, sia che le si cerchi nel lavoro o nei sentimenti. Così li vediamo districarsi fra relazioni sentimentali, avanzamenti (o arretramenti) di carriera, il tutto sempre sul filo dell'ironia perchè, si sa, nelle sit-com tutti hanno sempre la battuta pronta per sdrammatizzare anche la più pesante delle situazioni. Ma è questo il bello: Friends ha tutte le caratteristiche della sit-com, perchè allora dovrebbe distinguersi dalle altre? Io vedo due ragioni ben valide. La prima è sicuramente il cast: i 6 attori scelti hanno saputo calarsi così bene nei ruoli da risultare affiatati come dei veri amici (e non stupisce che poi lo siano diventati davvero nella


Sembra poco, eppure sta tutto qui il segreto di Friends: un gruppo strepitoso di attori con a disposizione degli autori fecondi e mai banali. Sembra poco, dicevo, ma non lo è: due condizioni del genere sono difficili da soddisfare e mi sento di dire che Friends ci è pienamente riuscito senza mai deludere.
Ecco, signori puristi, criticatemi pure adesso ma non ci posso fare niente: Friends è stato, a mio parere, un prodotto televisivo eccezionale di tutto rispetto! Questo post è un atto dovuto!
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3.6.06
I sequel sono 'duri a morire'

La saga di Die Hard ha fatto storia non solo per l'enorme successo (740 milioni di dollari d'incasso complessivi) ma perchè ha rigenerato e dettato nuove regole per il genere degli action-movie.
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I segreti di Brokeback Mountain

(2005) USA
Mi tolgo subito il pensiero rispondendo alla domanda principe: questo film meritava di vincere l'Oscar come miglior film al posto di Crash? La risposta è: si! Si perchè Ang Lee ha diretto con tecnica sublime senza voglia di strafare; si è limitato a seguire la tragica storia dei protagonisti senza invadere, senza morbosità, soprattutto senza retorica e cose simili. E' semplicemente la storia di due uomini che si amano profondamente ma che non riescono a vivere apertamente i loro sentimenti a causa dell'ambiente in cui lavorano e in cui vivono, i paesaggi montani di un'america rurale ancora troppo retrograda. Questi due uomini saranno capaci di condurre ognuno la loro vita senza mai smettere di amarsi o di vedersi nel corso di venti anni; una tragica storia di amore e sentimento negato, di vita non vissuta, di rimpianti impossibili da sopire. La storia è forte ma non sarebbe stata così ben realizzata se non fosse stato innanzitutto per le scelte di regia, magari un pò troppo artificiose ma efficaci nel fotografare paesaggi bellissimi che fanno da sfondo alla storia; in secondo luogo, è da sottolineare l'impeccabile recitazione dei protagonisti: Heath Ledger, sarò onesto, non pensavo fosse chissà che attore eppure in questa recitazione sofferta e odiosa non si è risparmiato; lo stesso si può dire di Jake Gyllenhaal che conferma le sue grandi doti e recita senza mai andare sopra le righe, senza mai risultare (un pericoloso rischio) una caricatura stessa del personaggio, senza mai sbagliare. Una menzione speciale alla bravissima Michelle Williams, davvero efficace nel ruolo di una moglie piena di rancore.
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2.6.06
C.S.I. ft. Quentin Tarantino

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Match Point

(2005) (UK/USA/Lux)
La storia di un giovane allenatore di tennis che compie una clamorosa scalata sociale, durante la quale ha anche il tempo di sposarsi e ingravidare un'amante, diventa nelle mani di Woody Allen il pretesto per una fredda riflessione sulla casualità degli eventi nella vita, su come non esista nè un destino nè un'entità superiore che muove le fila; è tutto affidato al caso, il più delle volte alla fortuna, un concetto che fa quasi paura all'uomo moderno. Eppure, la storia a questo mira: a dimostrare come un semplice, piccolo evento può determinare il corso di un'intera vita. Dunque, la parabola di Jonathan Rhys Meyers (tanto sensuale quanto bravo a farsi dirigere da Allen) e la sua tresca con Scarlett Johansson (forse la recitazione più genuina ed affascinante della pellicola) mira ad essere cinico e 'bastardo' quanto basta per renderlo semplicemente reale. La regia di Woody Allen prosegue lucida come nel suo stile, il primo tempo forse scorre un pò troppo lentamente e la mancanza di colonna sonora (e dove non manca, c'è solo musica lirica) non aiuta. Ma il secondo tempo si riscatta con quella virata verso il thriller violento, specie nell'ultima mezz'ora; da sottolineare un'affascinante sequenza onirica che dimostra come non sia affatto difficile placare i sensi di colpa. E il parallelo tra una palla di tennis che rischia il 'match point' e un anello la cui sorte deciderà la vita di molte persone è geniale.
Match Point inaugura il periodo londinese di Woody Allen (anche i prossimi due film del regista dovrebbero essere ambientati nella capitale inglese) e rinnova il suo gusto per quell'originalità e quel cinismo (che io preferirei chiamare "onestà" o "realismo") che da sempre lo contraddistinguono. Questo è un gran bel film, non c'è dubbio!
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1.6.06
Crash: Nota al margine
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Etichette: Crash
I Film del Mese:Giugno 2006
- Cappuccetto rosso e gli insoliti sospetti di Cory&Todd Edwards (1);
- Vita da camper di Barry Sonnenfeld (1);
- The Breed di Nicholas Mastandrea (1);
- Poseidon di Wolfgang Petersen (1);
- La dignità degli ultimi di Fernando E. Solanas (1);
- Radio America di Robert Altman (1);
- L'estate del mio primo bacio di Carlo Virzì (1);
- 10 canoe di Rolf de Heer (1);
- 11:11 La paura ha un nuovo numero di Michael Bafaro (2);
- Omen - Il presagio di John Moore (6);
- Hooligans di Lexi Alexander (9);
- Antonio guerrierio di Dio di Antonello Belluco (9);
- American Dreamz di Paul Weitz (9);
- Il calamaro e la balena di Noah Baumbach (9);
- L'inferno di Danis Tanovic (9);
- Bombòn - El perro di Carlos Sorin (9);
- O'Jerusalem di Elie Chouraqui (9);
- Half light di Craig Rosenberg (16);
- Due per un delitto di Pascal Thomas (16);
- Hawaii, Oslo di Erik Poppe (16);
- Ultraviolet di Kurt Wimmer (16);
- Verso il sud di Laurent Cantet (23);
- Il custode di Tobe Hooper (23);
- The Sentinel di Clark Johnson (23);
- Les enfants du siecle di Diane Kurys (23);
- Curioso come George di Jun Falkenstein (23);
- Hot Movie di Aaron Seltzer e Jason Friedberg (23);
- Slither di James Grunn (30);
- Chiamata da uno sconosciuto di Simon West (30);
- Specchio magico di Manoel De Oliveira (30).
Scegliete! E votate anche il titolo più stupido, visto che c'è un'ampia scelta!
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