8.9.07

Venezia 64: i vincitori

Si è appena conclusa la 64.ma edizione del Festival del cinema di Venezia e la relativa premiazione. Che vede trionfare Ang Lee con Lust, Caution (il regista aveva vinto il Leone d'Oro appena due anni fa con Brokeback Mountain),aggiudicandosi per l'appunto il Leone d'Oro. Sembra che la giuria abbia discusso a lungo sulla sua vittoria e che qualche malumore pesante si è fatto sentire ma tant'è. Il Leone d'Argento, ovvero miglior regia, è andato a Brian De Palma per il suo Redacted, un premio che assume valore politico visto l'attualissimo e doloroso tema che il film affronta. Premio speciale della giuria in ex aequo a I'm not there di Todd Haynes e La graine et le mulet di Abdellatif Kechiche. Il film di Haynes si aggiudica anche la Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile che è andato a Cate Blanchette (che, ironia della sorte, nel film interpreta un uomo, cioè Bob Dylan!); la Blanchette non era presente e ha ritirato il premio Heath Ledger, suo collega nel film, che si è presentato sul palco in pantaloncini, cappello e calzini coloratissimi! Coppa Volpi maschile, invece, a Brad Pitt in The assassination of Jesse James, anche lui assente. Miglior sceneggiatura a In questo mondo libero..., scritta da Paul Laverty; Sugisball di Veiko Ounpuu si aggiudica il premio Orizzonti. Hafsia Herzi è la rivelazione che si aggiudica il premio Mastroianni, mentre La zona di Rodrigo Plà porta a casa il Leone del futuro Luigi De Laurentiis. Il Queer Lion è andato a The speed of life di Ed Ratdke. Infine, l’importante riconoscimento d’onore a Bernardo Bertolucci, insignito del Leone d’Oro del 75°, salito sul palco con qualche difficoltà ma salutato da una splendida standing ovation e accolto da una emozionantissima Stefania Sandrelli. Bertolucci ha poi scherzato mettendo il Leone vinto proprio sul carrello di cui ha bisogno per camminare.
Una buona edizione, tutto sommato. C’è aria di riconferma per Muller. Bocca asciutta per gli italiani ma sembra che i film in concorso non fossero proprio all’altezza. Questo, ovviamente, non decreta la morte del cinema italiano; sembra che i film nostrani nelle sezioni collaterali fossero molto ma molto validi, soprattutto Le ragioni delle aragoste della Guzzanti, definito da Mereghetti sulle pagine del Corriere un piccolo capolavoro.
Appuntamento all’anno prossimo. Cala il sipario.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

:) Non me l'aspettavo che vincesse Ang Lee.

Massimo Manuel ha detto...

Manco io...