12.11.09

Baarìa

Baarìa di Giuseppe Tornatore
(2009) Ita\Fra

Il buon Tornatore si conferma regista di grande manierismo. Ciò che stupisce però è come riesca, a fronte della sua rigidità formale, a creare un'emozione narrativa molto intensa anche quando di fatto non c'è neanche una vera trama da raccontare. Perché in Baarìa la storia di una famiglia attraverso svariate generazioni è soltanto un pretesto per attraversare molti lustri di storia filtrati dal microcosmo della provincia palermitana. Sul finire, infatti, la vita dei protagonisti perde l'interesse da parte dello spettatore (semmai l'ha ottenuto) che piuttosto si concentra sull'enigma favolistico del finale, quando due mondi temporalmente lontani si incontrano per sancire la fine di un'era. Ed è qui, probabilmente, che Tornatore mostra la debolezza del suo impianto: liquidare decenni di storia nel fallimento di una città assediata dal caos e dal traffico può risultare puerile e perfino fastidioso a chi da anni cerca di dare un senso ed un ordine a questo mostro chiamato "progresso". Ciò nonostante, come dicevo sopra, il film riesce ad emozionare ma lo fa con due grandi intuizioni narrative: i micro-racconti che si snodano sullo sfondo della piccola cittadina, piccoli e grandi affreschi di individui tipicizzati e tipicizzanti; la brillante idea di affidare il ruolo di (finti) protagonisti a degli sconosciuti e riunire un parco attori faraonico per ridurlo a comparse e comprimari (e con questo Tornatore svela l'inganno: i veri protagonisti della storia sono le figure di passaggio, i ricordi e le impressioni del regista e per questo finiscono con il prevalere su tutto il resto). L'esperimento è riuscitissimo: da una parte regala grandissima attenzione ai dettagli, dall'altra dimostra come in Italia troppo spesso gli attori sono così "eccessivi" da risultare affascinanti in brevi apparizioni ma pedanti in ruoli da protagonista.
Ebbene, se da una parte abbiamo il solito autore che mette in gioco il suo album di memorie per omaggiare il cinema e le radici senza neanche tanta originalità (riconoscendogli comunque una notevole maestria nella direzione dell'insieme), dall'altra abbiamo l'affresco del cinema nostrano contemporaneo che proprio in un kolossal mette in scena i suoi limiti. Trasformandoli provocatoriamente in forza.

1 commento:

Iohannes ha detto...

Tornatore merita sempre una visione!

Pur con tutti i suoi 'difetti' (che a volte sono pregi), io l'apprezzo molto e lo reputo uno dei migliori registi italiani.

BAARIA non l'ho ancora visto, ma non lo perderò di certo in DVD.

Bye! ^^