8.10.07

The Air is On Fire, da oggi alla Triennale di Milano

Che cosa viene prima? Il Lynch regista o il Lynch pittore, fotografo, designer, musicista? La domanda potrebbe sembrare oziosa ma aiuta a capire meglio la grandezza di una delle poche, vere personalità uscite dal cinema americano negli ultimi decenni, per il quale la regia è solo una delle possibili espressioni di una creatività da autentico artista. Avrebbe dovuto essere chiaro già guardando i suoi film, dove le diversità di ispirazione e l'intercambiabilità dei medium (cinema sperimentale, televisione, lavoro su commissione, produzione mainstream, film di nicchia, pellicola o video) scompaginano le sicurezze con cui di solito vengono incasellati e giudicati gli «autori». Adesso questa mostra, che la Triennale offre meritoriamente ai milanesi dopo la vernice parigina, ribalta un'altra volta le prospettive, mostrandoci un Lynch più nascosto e segreto, «artigiano» prima che artista, bricoleur e improvvisatore, che però sa guardare alla pittura dei maestri e ammette sinceramente i debiti verso i grandi del Novecento. Ma che è capace di rielaborare ogni suggestione all'interno di una visione personalissima e geniale insieme, dove gli incubi e le angosce dell'oggi diventano materia d'espressione artistica, e le ossessioni più nascoste e personali sono i grimaldelli per entrare nella mente di tutti. Per raccontarci un mondo dove bellezza e paura vadano a braccetto.
(Paolo Mereghetti dal Corriere.it)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

C'andrò sicuramente,forse anche un paio di volte,ma non so proprio cosa aspettarmi dal Lynch artista...

Massimo Manuel ha detto...

Beh, facci sapere l'effetto che fa!