6.5.08

Alemanno, patria e Roma

La sera degli exit-poll per il sindaco di Roma ero in terrazza con alcuni amici e si commentava l'amaro risultato elettorale della capitale. Quando ormai era chiara la vittoria di Alemanno, ho detto: "tira brutta aria per la Festa del cinema. Non oso immaginare..." Ho centrato alla grande ma non mi aspettavo l'inizio delle danze già la mattina seguente.
Invece il buon Alemanno non ha saputo proprio resistere e nell'ottica provinciale tipica delle espressioni più grossolane d'Italia, il neo-sindaco ha già annunciato cambiamenti, rivoluzioni, patriottismo e apparentamenti con i David, accusando la Festa figlia di Veltroni di essere troppo modaiola, di andare troppo a ricercare star internazionali e film in anteprima mondiale, di dedicare troppa attenzione al tappeto rosso. Insomma, una serie di banalità degne di un post-fascista che gira con una croce celtica appesa al collo, quale è Alemanno! Fossero rimaste nel solito teatrino italiano, ce ne saremmo vergognati tra di noi e invece la cosa (giustamente!) ha superato i confini italici ed è giunta pure nella patria del cinema americano, dove si è sottolineata la lenta ma certosina pratica di demolizione di un evento giovane ma che in soli due anni ha raccolto tantissima attenzione, enormi investimenti, importanti ospiti ed anteprime mondiali e che soprattutto ha rappresentato la possibilità per molti (compreso il sottoscritto) di partecipare ad un evento che cercasse il contatto ravvicinato tra chi il cinema lo fa e chi il cinema lo guarda; una serie di elementi capaci di far tremare altri Festival (quelli sì bisognosi di restyling!) come quello di Venezia.
Le cretinate sparate da Alemanno sono notevoli. "La Mostra del Cinema di Venezia e la Festa del Cinema di Roma devono diventare cose molto diverse;così come è stata concepita, la Festa del Cinema rischia di essere il doppione di Venezia". Lo sono già cose molto diverse, caro sindaco e basta informarsi per cogliere le differenze; è uno sforzo troppo grande da chiedere ad un politico, quello di conoscere l'argomento sul quale vuole mettere bocca? "L'evento romano va apparentato ai David di Donatello." E perché mai mettere insieme le mummie dei David con la freschezza e il dinamismo della Festa? "La festa del Cinema la faremo su film italiani, sulla produzione italiana più che su star di Hollywood, in maniera tale che si promuova la nostra cinematografia." Dio, patria e famiglia. Siamo alle solite: non siamo capaci di creare qualcosa di innovativo, di competitivo e allora è meglio escludere tutti gli altri così quel poco di buono che abbiamo apparirà eccellente.
La sensazione di fastidio che provo è notevole. Il rischio è serio: la cultura italiana e soprattutto capitolina deve stare in guardia. Far chiudere baracca di colpo darebbe troppo nell'occhio. Demolire dall'interno fino al fallimento è molto più proficuo e meno rischioso.

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