24.10.08

8 registi contro la povertà

L'immancabile film di impegno civile di ogni buon festival è qui a Roma nelle vesti di 8, film corale con otto registi diversi: a ciascuno il suo segmento dedicato ad uno degli otto obiettivi mondiali per ridurre la preoccupante povertà che afflige il nostro pianeta. Alla conferenza stampa di presentazione si sente la mancanza di Gus Van Sant (e forse è un bene visto che il segmento più disprezzato sembra essere stato proprio il suo) mentre i registi presenti non si sottragono alle domande e all'importante causa civile che li ha portati verso questo progetto.
"Progetto che inizialmente doveva avere la benedizione dell'ONU" confessano i produttori ed ideatori di 8 "ma dopo che l'ONU ha visto l'episodio di Mira Nair, non solo ha ritirato il suo nome dal film ma anche osteggiato in tutti i modi la sua circolazione nei festival e nei cinema." - "Sembra che la mia storia, la storia di una donna araba che abbandona suo marito per diventare la seconda moglie di un uomo poligamo, offenda gli arabi e la loro religione" dice Mira Nair "eppure per affrontare il mio episodio, quello della liberazione culturale delle donne, non potevo immaginare storia più adatta." Il giovanissimo Bernal sembra sparire fra i grandi che lo circondano; sprofondato nel suo divano senza l'ausilio del traduttore ("mi sto esercitando con l'italianio") si dichiara molto orgoglioso e fortunato ad aver partecipato ad 8: "non solo per l'onore che si ha ad avere il proprio nome accanto a dei mostri sacri della cinematografia mondiale, ma anche per l'importanza di questo progetto e dei suoi scopi. E' un film che andrebbe fatto girare il più possibile."
"Questo film non cambierà nulla" gela gli entusiasmi Wim Wnders "se a vederlo sarà soltanto la gente. Purtroppo il popolo non può fare niente, il potere decisionale che può cambiare qualcosa è dei governanti: a loro andrebbe fatto vedere il film, su di loro andrebbero fatte pressioni affinchè qualcosa cambi."

1 commento:

Anonimo ha detto...

Bernal era davvero molto timido si vedeva, poi il mio capo-redattore gli ha fatto pure fare na mezza figuraccia...comunque a me il film non è piaciuto eccessivamente. Il corto di Gus Van Sant è praticamente nullo dal punto di vista registico, quello di Wenders è quasi coatto, quello della Nair è proprio brutto, quello sull'AIDS è snervante. Quello in bianco è nero è straordinario, soprattutto per la fotografia, quello di Bernal non è male considerando che lui è alle prime armi con la regia, quello della Campion è fenomenale (il più bello) e quello dell'africano è molto carino.
Ale55andra