24.10.08

David Cronenberg - Mutazione regista/fotografo

David Cronenberg arriva in notevole ritardo ma si fa perdonare: le sue risposte sono ricche, ben articolate ed approfondite (e comunque nessuno osa sollevare obiezione alcuna al ritardo). E' al Festival di Roma per incontrare il pubblico e presentare una mostra fotografica particolare: 50 immagini tratte dai suoi film digitalmente rielaborate dallo stesso regista (con l'aiuto del figlio Brandon) per trasformarle in nuove opere d'arte, non fotogrammi ma immagini che hanno un'indipendente vita dal film che le ha generate.
Gli argomenti sono vari ma il sottofondo è sempre uno: la trasformazione, la mutazione che da sempre ossessiona i suoi film; la risposta del regista è ad effetto: "noi umani non siamo altro che animali che si sforzano in ogni modo di trasformarsi in qualcos'altro che sia distinto dall'animale. Ma ci vorrebbe un bel pò per affrontare questo tema ricorrente dei miei film..." Qualcuno ben pensa di tirare in ballo una vecchia dichiarazione di Cronenberg sull'ultimo film di Kubrick: "è vero, ai tempi ho detto che se Kubrick era morto senza lavorare al missaggio del film, allora quell'ultimo film è da ritenersi incompleto. Il regista si occupa di questi particolari che sono ciò che fanno la differenza; il sonoro, poi, è di una importanza capitale: se provate a vedere un film dove non c'è alcun effetto audio, vi accorgerete di avere davanti qualcosa di anormale, di anomalo. Ecco allora che la cura di queste cose è il mestiere del regista, anche perché anche il più piccolo particolare audio può fare la differenza. Dunque, se Kubrick non si è occupato del missaggio, allora Eyes Wide Shut è da ritenersi incompiuto." E del suo ormai prossimo esordio come autore letterario? "Tempo fa qualcuno mi ha detto che dovrei scrivere un libro. Il che è curioso perché io sto qui nelle vesti di regista quando invece avrei voluto fare lo scrittore. Allora adesso ho scritto finalmente un libro che vedrà la luce ormai prossimamente in diversi paesi. Il problema è che fino ad ora ho scritto solo 60 pagine e comunque non parlo volentieri dell'argomento. Di certo non sarà un libro alla Stephen King!" In sala si respira aria di fanatismo, i presenti ridono di gusto alle battute di Cronenberg (soprattutto Anselma Dell'Oglio!). Qualcuno chiede a Cronenberg se ritiene idonea la distinzione tra cinema di nicchia e popolare: "non amo quei termini e non capisco la distinzione. Il compito di un regista è mirare ad un pubblico il più vasto possibile perché si suppone che si abbia un messaggio da veicolare, qualcosa da dire. Non ha senso indirizzarsi solo ad una nicchia" e in questi Cronenberg gioca in casa visto che i suoi film pur avendo una forte componente cerebrale, risultano essere comunque molto popolari. "Una volta Oliver Stone mi ha chiesto cosa si prova ad essere così marginali!"

L'incontro dura poco visto il ritardo accumulato ed i registi di 8 che aspettano dietro le quinte per il loro turno. Cronenberg si intrattiene a lungo a firmare autografi ma viene portato via per il red carpet e per l'incontro con il pubblico che lo aspetta, nel quale presenterà la sua mostra e commenterà alcune scene dei suoi film. Non sono un grande fan di Cronenberg ma gli riconosco un approccio al cinema originale nonchè una notevole onestà intellettuale.

2 commenti:

Alberto Di Felice ha detto...

Ci credo che ci fosse "aria di fanatismo": se la merita tutta. Anche tu: fai uno sforzo per essere un fanatico di Cronenberg, dai!

Anonimo ha detto...

Il mio cuore si è fermato per due secondo minimo quando è entrato!!! Comunque un incontro davvero molto interessante.
Ale55andra