23.10.08

Incontro stampa L'uomo che ama: Maria Sole Tognazzi, Favino, Bellucci, Rappaport, Carmen Consoli

L'uomo che ama è il film di apertura di questa terza edizione di Roma. Alla regia c'è Maria Sole Tognazzi che dice di voler "mettere in scena qualcosa di inusuale nella narrativa: la sofferenza per amore dell'uomo. Perché gli uomini che soffrono esistono, solo che non si fanno vedere o non vengono raccontati." Favino, protagonista della pellicola, conferma le intenzioni e gli obiettivi della Tognazzi: "è vero. Anche io ho sofferto, sono stato lasciato oppure ho lasciato, ho sofferto oppure ho fatto soffrire. E' una realtà che è stata raccontata già altre volte: la differenza la fa il modo in cui viene raccontata. Credo che Maria Sole abbia utilizzato un approccio inedito." Ksenia Rappaport, suggerita da un giornalista, tira in ballo nomi importanti come Checov ma la Tognazzi subito si schernisce. Gran parte dell'attenzione è per Monica Bellucci (e per gran parte dell'attenzione si intende le domande più sceme che un giornalista cinematografico possa fare) ma l'attrice ce la mette tutta per schivare certe idiozie facili da dire e cerca di spostare l'attenzione sul film: "è un film importante anche dal punto di vista femminile; mette in scena non solo la sofferenza di Favino ma anche quella femminile, in questo caso del mio personaggio nel quale ho riconosciuto molte delle mie fragilità. Maria Sole è una mia amica e credo che abbia inserito parte di me nella donna che interpreto." Presente in sala anche Carmen Consoli che firma la colonna sonora del film: "è la mia prima volta e abbiamo adottato un metodo un pò inusuale. Alcune canzoni erano pronte ancora a riprese in corso" e infatti, dice la Tognazzi, gli attori ascoltavano i brani come fase preparatoria all'interpretazione. "Sta di fatto che sono stata molto coinvolta da ciò che viene narrato" continua la Consoli "e mi sono ritrovata ad amare l'uomo che ama. L'ho sentito diventare una parte di me."

2 commenti:

Alberto Di Felice ha detto...

Tutto questo parlare accorato di "sofferenza" non promette nulla di buono.

Anonimo ha detto...

Le domande alla Bellucci sono state davvero oscene oltre che fuori luogo e contesto. Che non se la cavi moltissimo come attrice lo sappiamo tutti, ma per quale motivo essere così provocatori?
Ale55andra