"Basta fare guerra a chi scarica la musica su Internet. Mandarli in galera
non ci farà guadagnare un solo dollaro in più. L'industria deve dare ai
consumatori quello che vogliono, in maniera legittima, assicurandosi che
gli artisti, i compositori e le case discografiche siano pagate".
L'associazione che mette insieme musicisti, discografici e produttori inglesi (ovvero il mercato musicale più florido dell'Europa) ha finalmente capito che a fare la guerra ai pirati della musica c'è poco da guadagnarci; meglio andare incontro alle nuove esigenze del mercato. E finalmente un'associazione così importante ha ammesso di non voler più perseguire la linea della repressione ma cominciare a cercare accordi, soprattutto con le compagnie telefoniche che forniscono la rete, per garantire a tutti la possiblità di scaricare musica senza limiti e al mercato di continuare comunque a guadagnarci. Uno dei massimi esperti del settore, Gerd Leonhard, ha suggerito:
"Se potessimo avere una licenza in grado di far pagare a chi si connette a
Internet un solo euro al mese per poter scaricare liberamente la musica,
l'industria potrebbe guadagnare 500 milioni di euro al mese, circa 26 miliardi
di euro l'anno".
3 commenti:
Qualche e sottolineo "qualche " passo in avanti finalmente
Ma c'è un'enorme differenza tra un cd piratato ed un film. Intendo tra l'ascoltare una copia di un cd ed un film in tv o al computer invece che al cinema. L'esperienza di andare al cinema può essere paragonata a quella di andare ad un concerto. Gli appassianati continueranno ad andarci. Il film va visto nella sala buia, proiettato in un grande schermo e insieme ad altri. Altrimenti non è cinema, ma tv.
E poi i pixel della tv non raggiungeranno mai la totale copertura del colore sulla pellicola, quindi la qualità del film in pellicola proiettato su uno schermo da un proiettore
La costante discesa delle affluenze in sala dimostra come l'esperienza mistica al cinema è stata sostituita dalla visione personale a casa. E' per questo che il mercato punta a quel target: perché è quello predominante.
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