3.11.08

Masters of Horror (1) Carpenter, Argento, Malone

Masters of Horror si compone di due stagioni durante le quali nomi accreditati del cinema internazionale hanno dato libero sfogo alla propria vena horror.

Cigarette Burns di John Carpenter. Il regista vola alto, tenta un'appassionata e ardita riflessione teorica e perché no filosofica sul cinema, salvo schiantarsi al suolo con un risultato finale al limite dell'imbarazzante. Decisamente un episodio che sfiora in parecchi momenti il ridicolo, con una sceneggiatura paurosamente debole ed inconsistente, malamente interpretato da quasi tutti i protagonisti ed inconsistente nella resa finale. Una sonora delusione.
Jennifer di Dario Argento. Il nostrano regista si butta in una storia complessa per certi aspetti che ricorda un pò Cronenberg per l'uso che fa dei corpi e delle loro pulsioni. Le citazioni si sprecano ma il tono rimane basso, non c'è volontà di stupire ma solo di arrivare alla fine (telefonatissima) salvando il salvabile. Mediocre come il cinema degli ultimi anni di Argento, regge solo l'interessante discorso sulla pochezza umana e la sua incapacità di saper combattere gli istinti più perversi.
The Fair Haired Child di William Malone. Il più compatto dei pochi episodi visti fino ad ora, ha una certa forza nel riproporre gli stereotipi classici del cinema horror inquadrati in una regia piuttosto moderna, che ha molti debiti nei confronti dei videogames horror stile Silent Hill. Un pò ingenuo nel proporre flashbacks come soluzione narrativa per chiarire i punti oscuri della trama, si riscatta nel proporre un mostro di turno decisamente inquietante e in un paio di sequenze che trasmettono qualche brivido: bellissima la scena di estrema violenza preceduta da un lungo momento di schermo nero. Da notare anche la grande attenzione dedicata agli effetti sonori.

Continua...

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho visto Cigaretee burns, e devo dire che l'ho trovato fantastico! A te non pè picaiuto leggo, ma per me è un horror "puro", atmosfera cupa ed efferatezza.

Massimo Manuel ha detto...

Per assurdo, l'episodio di Malone (che è molto più stupido e semplice per certi versi) l'ho trovato molto più riuscito di quello di Carpenter, il cui difetto forse è non essere riuscito a concretizzare nel risultato finale i grandi tempi che la storia proponeva.

Unknown ha detto...

Ho letteralmente amato Imprint di Miike, visto in anteprima al Far East Film Festival. Ma alla fine gli è stato riconosciuto il posto nel blocco dei Masters?

PS. Ciao ^^

Anonimo ha detto...

Ieri notte su rai tre ho visto quello di Dario Argento, mamma mia...
Ale55andra