19.12.09

"Hello, Dexter Morgan."

QUESTO POST NON CONTIENE SPOILER SULLA QUARTA STAGIONE.

Come avrò occasione di ribadire più avanti, semmai di capolavoro si potrebbe parlare riguardo i prodotti per la televisione, Dexter starebbe sicuramente in cima, forse secondo solo a Lost per innovazione e coraggio di osare. La costante crescita di questo serial ha toccato il suo apice nella appena conclusasi quarta stagione dove la qualità di scrittura e il superamento dei vecchi canoni televisivi hanno raggiunto picchi difficilmente rintracciabili negli ultimi anni di exploit seriale.
Il perno centrale di Dexter è pur sempre lo stesso: violentare la
psiche dello spettatore portandolo a parteggiare ed ad immedesimarsi con un serial killer sociopatico. Se questo spunto si mostrava già fondamentale nella prima stagione, fu nella seconda che avvenne il colpaccio, ovvero quando la trama ed i suoi risvolti furono a tal punto genialmente costruiti da portare lo spettatore addirittura a tifare per quell'assassino di Dexter Morgan ogni qualvolta stava per essere acciuffato. Il terzo ciclo andò addirittura oltre e con il personaggio di Miguel Prado mise in scena il paradosso stesso del serial: l'adorazione e l'immedesimazione con Dexter portano ad una pericolosissima deriva come quella dell'emulazione. Ed eccoci arrivati alla quarta stagione. Fermo restando il centralissimo e meta-televisivo argomento di come la serialità ben scritta possa ottenere dallo spettatore qualsiasi reazione a suo favore, l'ultima stagione è forse la più cupa e la più violenta e come tale mette in mostra tutto il lato più oscuro e sadico del buon Dexter Morgan, che si ritrova a guardarsi nello specchio quando compare sulla scena la sua nemesi, il Trinity Killer (uno stupefacente John Lithgow che meriterebbe qualsiasi tipo di premio per questa interpretazione). I traguardi sociali raggiunti dal protagonista (l'affermazione professionale, la famiglia, la paternità, il buon vicinato) rappresentano un fastidiosissimo ostacolo per quello che rimane un istinto primordiale inarrestabile: Dexter deve uccidere, ne ha bisogno per essere in pace con sé stesso. L'intera stagione si divide tra il suo bisogno malato ed i suoi doveri familiari: Dexter vorrà prima convincersi di poter gestire entrambe le cose e poi comincerà ad accarezzare l'idea che forse, per il bene della famiglia, prima o poi potrebbe anche sforzarsi di cambiare e lasciarsi alle spalle il suo Passeggero Oscuro che lo costringe ad uccidere. Tutto questo, ovviamente, mentre il Trinity Killer incrocerà la sua strada scatenando una serie di azioni che porteranno ad un finale di stagione micidiale, emotivamente potentissimo e straziante come non se ne vedevano da anni. La guerra che Dexter e il Trinity Killer ingaggeranno poco a poco non è solo letteratura ben scritta ma potenzialmente rientra nello schema narrativo seriale di cui gli autori si servono per ottenere il consenso del pubblico; dopo quel finale di stagione (e gli ascolti record premiano) il pubblico medio non avrà più dubbi, non metterà più in discussione Dexter, non vacillerà più davanti alla sua sete sanguinaria. Forse anche per questo l'attrice Carpenter ha ben dichiarato: "alla fine di ogni stagione ci siamo chiesti cosa potevamo fare l'anno prossimo. Adesso la domanda è: cosa NON possiamo fare?"
Se a tutto questo aggiungete un cast in stato di grazia ed una realizzazione tecnica impeccabile e sempre di altissimi livello, allora capirete tutto il mio entusiasmo.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Grande, grandissimo Dexter. Però devo dire che qualche momento di questa stagione non mi ha convinta totalmente.

Ale55andra

Massimo Manuel ha detto...

Davvero?
Io l'ho trovata perfetta in ogni sua parte. Forse ingenua in qualche passaggio ma tutto mirato ad un preciso obiettivo.
A cosa ti riferisci?

David ha detto...

Io concordo con te su tutto. Da spettatore coinvolto sono ancora sconvolto dal finale. Da spettatore obiettivo ritengo questa serie un capolavoro di scrittura seriale e concordo con te sul cast che ormai con questa quarta stagione sono maturati. Dopo questa quarta stagione penso che a livello di scrittura Dexter sia probabilmente superiore a Lost. Ogni stagione un racconto, ogni racconto e' un romanzo.
Rimane fantastico l'uso che gli autori fanno del sangue: il sangue come prova, come legame familiare, come violenza.
Non c'e' niente da dire, dopo Dexter chissa' chi raggiungera' ancora queste vette nella serialita' televisiva.

Massimo Manuel ha detto...

E' verissimo. Forse non dovendosi confrontare con un eccessivo pubblico di fanatici (in senso buono), Dexter spesso rimane qualitativamente più alto di Lost.
E' un autentico fenomeno e io, come te, sono stregato.

Anonimo ha detto...

Per esempio nel terzo episodio quando Dexter irrompe nel garage del vicino con quella maschera lì...insomma l'ho trovata una cosa un pò ridicola. Ma tutto il terzo episodio in effetti l'ho trovato alquanto ridondante nel sottolineare ciò che avevamo perfettamente visto nei due precedenti episodi. Tutto sommato è come se io stessi parlando del famoso ago nel pagliaio, visto che Dexter è un prodotto dalla qualità veramente altissima.

Ale55andra

Massimo Manuel ha detto...

Sì, effettivamente la tua è una critica giustissima. Infatti quella particolare storia l'avevo già dimenticata pur avendo visto da poco la serie e questo non è un buon segno.